Elezioni del Presidente della Repubblica 2015

Caos centrodestra, Berlusconi: "Patto Nazareno non c'è più". Alfano: "Ma governo tiene"

Dopo il nome di Mattarella lanciato da Renzi, altolà del presidente Fi: "E' stato Matteo a non rispettare gli accordi, mica noi. Scheda bianca anche dopo la quarta votazione... col padre del Mattarellum ci siamo sentiti al telefono". Riunione d'urgenza con leader Ncd, partito diviso su linea dura. Salvini avverte Silvio: ora le carte le diamo noi

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ROMA - Se sarà necessario, scheda bianca pure dopo il quarto scrutinio. Anche perché è stato Matteo Renzi "a non rispettare i patti, mica noi", e "la candidatura di Sergio Mattarella segna un altolà al patto del Nazareno". La linea di Forza Italia è dichiarata. E' un Silvio Berlusconi che si dice dispiaciuto per come sono andate le cose, ma alla fine "non pessimista". Certo - dirà ai grandi elettori di Forza Italia riuniti attorno a lui mentre alla Camera è tutto pronto per dare il via alle grandi manovre sul Colle - le cose sono un po' cambiate e la scelta annunciata dal premier su come procedere per il candidato al Quirinale segna uno spartiacque nell'atteggiamento di Area popolare verso il governo: di sicuro - dirà ancora - sarà molto critica verso l'esecutivo ma non lo farà cadere.

Un incontro riservato tra Berlusconi e Angelino Alfano, leader di Ncd, è stato organizzato per decidere la linea da seguire. I due si sarebbero visti da soli, forse a casa del ministro dell'Interno. Intanto, le delegazioni dei due partiti si sono incontrate alla Camera. Insieme è emersa una forte critica "per il metodo usato" dal premier e la decisione di votare scheda bianca alle prime tre votazioni.

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Tuttavia, non far cadere l'esecutivo è intenzione che sarà ribadita dal Nuovo centrodestra e non potrebbe essere altrimenti visto che, a differenza di Fi, Ncd è formalmente al governo col Pd di Renzi e oggi si trova a dover gestire l'imbarazzo. Ma, nel merito, il titolare del Viminale rivendica il ruolo del suo partito e sottolinea le differenze dinanzi ai gruppi Ncd-Udc: "Forza Italia e il presidente Berlusconi hanno titolo a parlare del patto del Nazareno, ma non del patto di governo, cui sono estranei e che noi confermiamo. Ogni valutazione sul governo" in relazione all'elezione del presidente della Repubblica "è fuori luogo - ribadisce -. Per noi il patto di governo tiene ed è estraneo ai fatti di queste ore". E ancora: "Mattarella è una persona degnissima che abbiamo già votato alla Corte costituzionale. Dall'istante in cui sarà eletto sarà il nostro presidente. La sua scelta però è avvenuta dentro il Pd, per comporre le questioni interne del Pd, ma noi non siamo del Pd. Voteremo scheda bianca anche alla quarta votazione senza contrapporre un candidato a Mattarella, ma non partecipando a una scelta maturata esclusivamente dentro" il Nazareno.
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Vero è che il disappunto, la rabbia e anche l'amarezza per quello che da alcuni viene definito "il doppio gioco" di Renzi, accomuna tutto il partito. E' tuttavia sulla linea da tenere d'ora in avanti che gli alfaniani si dividono, con una parte più 'oltranzista', pronta a sposare la battaglia annunciata sulle riforme da Berlusconi (per dire: l'Italicum è stato approvato al Senato, ma ora dovrà tornare alla Camera), e una parte che invita invece alla prudenza: non si può buttare tutto all'aria adesso.

I timori ruotano attorno al fatto che se si dovesse sposare una linea troppo dura nei confronti di Renzi, si rischierebbe il 'peso' che ora il partito ha nell'esecutivo. All'orizzonte, infatti, ci potrebbe essere un rimpasto - soprattutto dopo che il ministro Maria Carmela Lanzetta ha lasciato - e c'è chi sottolinea che i tre ministeri in quota Ncd potrebbero essere rimessi in discussione dal premier.

Per certo, Ncd non sosterrà il "nome unico" lanciato dal presidente del Consiglio e nell'immediato tenta di uscirne così: "I due piani - sottolinea il deputato Fabrizio Cicchitto -, cioè quello del confronto sull'elezione del presidente della Repubblica e quello che riguarda il governo, rimangono distinti". Perché "sull'elezione del capo dello Stato il presidente Renzi ha rovesciato la linea politica seguita nella formazione del governo, nello stesso patto per le riforme che coinvolgeva oltre Ncd anche Forza Italia e ha privilegiato invece l'unità del Pd e la piena conquista di ogni carica di livello istituzionale e politico da parte delle varie componenti di questo partito. Per queste ragioni - prosegue Cicchitto - noi dell'Ncd non essendo alleati subalterni, non possiamo condividere questa scelta indipendentemente dalle valutazioni e dal rispetto per l'onorevole Mattarella".

Un rispetto in merito al quale Berlusconi rivela (sempre ai suoi) di aver sentito al telefono Mattarella e che il padre del Mattarellum gli avrebbe detto di considerare la scheda bianca un segno di rispetto nei suoi confronti. A sentirsi al telefono con l'ex ministro della Difesa anche Alfano.

Sempre in casa Ncd, però, è la capogruppo a Montecitorio, Nunzia De Girolamo, a usare parole più dure: "Dalla quarta votazione - dichiara - avremo una posizione congiunta" con Forza Italia "perché è vero che abbiamo un patto di maggioranza con Renzi, ma non prevedeva un patto sul Colle. Mentre avevamo un accordo sul Colle con Fi e Berlusconi. Credo che le conseguenze ci saranno sulla maggioranza istituzionale. Quella sulle riforme, perché Renzi straccia il patto del Nazareno che ha tenuto in piedi il percorso dall'Italicum alla riforma del Senato".

Ma se il patto del Nazareno va in crisi, a esultare è la Lega Nord. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, dopo aver ribadito il no secco a Mattarella e la propria indicazione a favore di Vittorio Feltri, si rivolge direttamente a Berlusconi avvertendolo che d'ora in poi saranno le camice verdi a dettare la linea. La vittoria di Renzi, dice un altro big della Lega come Roberto Calderoli, "va bene anche per noi: ora per trovare un elettore di Forza Italia bisognerà andare in giro con il lanternino".

I leghisti rivendicano di aver pronostico il fallimento dell'intesa tra il premier e l'ex Cav: "Lo dicevamo che Renzi lo avrebbe usato e poi scaricato. Alla fine - osserva Salvini - è successo". E ora, di fronte alla certificazione del fallimento, Forza Italia, dice la Lega, perde il diritto di indicare le priorità: "Chi vuole dialogare con noi - fa sapere Salvini - adesso lo fa sui nostri temi, sui nostri progetti, sui nostri uomini. Altrimenti andiamo avanti da soli".