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Spese pazze Piemonte, imputazione coatta ex consiglieri

Dopo imputazione coatta per spese pazze. Aspettiamo giudizio

Miete vittime anche nel centrosinistra l'inchiesta sui "rimborsi facili" ai consiglieri regionali del Piemonte della passata legislatura. Il gip Roberto Ruscello, contro la volontà dei pubblici ministeri, ha ordinato la cosiddetta "imputazione coatta" per dieci dei politici indagati di peculato, fra cui spiccano due attuali assessori della giunta guidata da Sergio Chiamparino, Monica Cerutti e il vicepresidente Aldo Reschigna, e il segretario regionale del Pd, Davide Gariglio.

Martedì 21 ottobre si apre il processo a ventiquattro consiglieri del centrodestra e all'ex governatore leghista Roberto Cota. Ma il gip si è pronunciato sulle sedici richieste di archiviazione presentate dai pubblici ministeri al termine dell'indagine accogliendone soltanto sei (compresa quella dell'ex presidente Mercedes Bresso, ora eurodeputata). Adesso la procura dovrà scrivere entro dieci giorni il capo d'accusa per gli interessati (quattro sono di area centrodestra). Poi ci sarà un'udienza preliminare, durante la quale un altro giudice deciderà se processare o prosciogliere gli indagati.

Chiamparino dunque sottolinea che "al momento non c'è nessun rinvio a giudizio". Il presidente rinnova la "piena fiducia" ai due assessori - mentre il Movimento 5 Stelle ne chiede la rimozione, Forza Italia propone un confronto in Aula e la Lega parla di doppia morale - e annuncia di avere respinto le loro dimissioni dicendosi sicuro che entrambi "usciranno da questa vicenda a testa alta". Poi sottolinea che nulla cambierà nella trattativa sulla Legge di Stabilità con il governo, dove nei giorni scorsi, da numero uno della Conferenza delle Regioni, ha preso posizione contro il premier Renzi. Dimissioni respinte anche per Gariglio, a cui la segreteria regionale del Pd riunitasi in serata ha rinnovato la fiducia. Il comportamento degli amministratori coinvolti, sostengono i vertici regionali del partito, sono stati legittimi, poiché tutte le spese sostenute nella passata legislatura "erano connesse all'attività istituzionale".

In questo troncone di indagine non sono contestate spese 'farlocche', come quelle per gioielli, Gratta e vinci, giocattoli, banchetti sontuosi, sedute al bagno turco e cravatte di Marinella, impossibili da spacciare come attività istituzionale. Si tratta, nella stragrande maggioranza, di pranzi e cene di servizio per un totale di poche migliaia di euro, anche se non manca qualche acquisto non giustificabile come il navigatore satellitare (79 euro), il panettone o i dieci euro in sigarette.

I pubblici ministeri volevano l'archiviazione per una serie di ragioni fra cui spiccava la "mancanza di dolo", ma il giudice è stato categorico: "Anche in presenza di esborsi minimi non può negarsi la palese consapevolezza di avere destinato il denaro al ristoro di un costo non ricompreso fra quelli legittimamente finanziabili". I pasti, afferma Ruscello, non possono essere messi a carico del gruppo consiliare nemmeno se rientrano negli incontri con imprenditori e sindacalisti o con i colleghi durante le pause; ed è "irrilevante" sapere se questa era la "prassi" o la "consuetudine".

"So - commenta il vicepresidente Reschigna - di non avere speso un solo euro a fini personali. Per le risorse spese come consigliere mi è stata riconosciuta la massima correttezza e sono stato chiamato in causa nella veste di capogruppo. E' come se fossi il dottor Jekyll e mister Hyde. Ma io non mi sento così". "Come segretario - dice Gariglio - noto con piacere che è stata disposta l'archiviazione per sei dei dieci consiglieri Pd. Quanto alla mia situazione, sono in pace con me stesso e attendo con fiducia gli sviluppi. In ogni caso discuteremo la situazione con gli organi di partito". Si commuove l'assessore Cerutti, che nella passata legislatura regionale era l'unica componente del gruppo consiliare di Sel: "Rispetto le decisioni dei magistrati ma sto vivendo un momento difficile. Mettere in dubbio onestà e correttezza, per un politico, è la cosa peggiore che possa capitare".

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