Al «Puccini», un teatrino da 634 posti alla periferia di Firenze, Matteo Renzi approda al crepuscolo di una delle giornate più complicate della sua vita politica, i suoi fiorentini lo sanno e appena il presidente-segretario appare sul palco, gli regalano dieci secondi di ovazione. E lui ringrazia, mostrandosi di buon umore, fa battute a raffica: «Questa è la regione più bella del mondo, il Pd toscano ha tolto il vino ai fiaschi, senza litigare!»; fa finta di fare qualche autocritica («se ne sbaglia tante...»); regala battutine («Vedo che Sergio Staino sta seduto a destra e questa è la mia svolta autoritaria!»); «siamo i soliti bischeri» e il messaggio del suo comizio di chiusura della campagna elettorale per le Regionali è questo: l’Antimafia? Non è successo niente.

IL CASO - Regionali, tra i 16 «impresentabili» c’è De Luca

Curioso contrappasso. Renzi ha deciso di chiudere nella sua Firenze una campagna elettorale condotta col piglio del capopartito, ma proprio l’ultimo giorno è arrivata la “botta” dell’Antimafia, un colpo di immagine che rischia di rimescolare il fondo del mare elettorale. Lui, ha rimuginato per qualche ora su come tamponare mediaticamente il colpo e alla fine ha deciso: glissare sul merito dell’accusa dell’Antimafia, derubricando tutta la vicenda a capriccio personale della Bindi, a rappresaglia da ricondursi alla «guerra civile» in corso nel Pd. E riportando tutto ad una questione personale, da liquidare con una battuta: «Vincenzo De Luca ha denunciato Rosy Bindi: se la vedranno in tribunale».

Da quando è stato investito dalla notizia del giorno - erano le tre del pomeriggio - Matteo Renzi come prima cosa ha dovuto sbollire il malumore incontrollabile (e irripetibile in pubblico), che gli ha suscitato Rosy Bindi, una donna che personalmente detesta e non da oggi. Dopodiché Renzi ha dovuto decidere la cosa più importante di tutte: cosa inventarsi per assorbire mediaticamente la “botta” in vista delle elezioni regionali? Un rompicapo anche per un mago della comunicazione come lui, un rompicapo che se ne porta dietro altri due: come calibrare gli attacchi alla Bindi e alla sua decisione, senza ampliarne gli effetti? Come evitare un corposo travaso di voti nei confronti dei Cinque Stelle? Per evitare quello che nel gergo del Pd si chiama ormai “effetto-Ambra Jovinelli”, nell’eterno ricordo del comizio di chiusura della campagna elettorale del 2013 di Pier Luigi Bersani nel teatro dell’avanspettacolo romano, proprio mentre Beppe Grillo imperversava a piazza San Giovanni, con un’immagine rilanciata dalla tv che risucchiò tanti voti della sinistra.

Come prima cosa, nel primo pomeriggio Renzi ha fatto disporre un fuoco concentrico sulla Bindi, affidando ai due vicesegretari una nota comune, allo scopo di “criminalizzare” la decisione dell’Antimafia, derubricandola a questione personale, a rappresaglia da ricondursi al conflitto in corso nel Pd.

L’insolita leggerezza di Renzi (ANALISI di FABIO MARTINI)

Certo, una vicenda, quella di De Luca, che un professionista come Renzi ha condotto con una leggerezza inusuale in lui. Nei mesi scorsi il presidente-segretario le aveva provate tutte per evitare che De Luca si candidasse, aveva chiesto a Raffaele Cantone di dare la sua disponibilità a presentarsi come governatore della Campania ma davanti al diniego e davanti a candidature meno forti ma sostenibili (l’ex ministro Nicolais, Gennaro Migliore), Renzi ha dovuto confrontarsi col “mastino” De Luca: «Io mi candido comunque». E a quel punto, quando l’ex sindaco di Salerno si è impuntato, il premier non ha ritenuto di doversi a sua volta impuntare, chiedendo all’ex sindaco di fermarsi. Renzi non lo ha fatto e una certa “distrazione” sulla vicenda campana si è confermata anche ieri.

Renzi non aveva alcun sospetto sulle intenzioni della Antimafia e infatti ieri mattina si era lanciato in una battuta che più tardi è apparsa paradossale: «Sono pronto a scommettere che, come tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire: nessuno degli impresentabili - nessuno! - verrà eletto». Due ore più tardi la Bindi inseriva Vincenzo De Luca nella lista degli impresentabili.

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