Serra: «Scioperare è un diritto ma anche un costo che va regolamentato». E' polemica

Serra: «Scioperare è un diritto ma anche un costo che va regolamentato». E' polemica
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Sabato 25 Ottobre 2014, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 21:10
Nel giorno del grande gelo tra Governo e Cgil e di spaccatura tra il Pd di Renzi, riunito alla Leopolda5, e la minoranza interna che sfila al grande corteo sindacale, arriva la «provocazione» del finanziere, amico del premier, Davide Serra, proprietario del Fondo Algebris, che dalla Leopolda chiede di limitare il diritto di sciopero nella pubblica amministrazione. Una autentica bestemmia per il sindacato che insorge e un motivo in più per gli oppositori interni a Renzi per affilare le armi. Il finanziere premette che scioperare è «un diritto» ma invita a «capire che è un costo» e fa l'esempio di due potenziali investitori inglesi in Italia scoraggiati da uno sciopero del personale di volo, che aveva impedito loro di atterrare sul suolo italiano.



Per Serra, che ha un ruolo centrale nei lavori del think tank renziano, il diritto di sciopero «dovrebbe essere molto regolato, prima che tutti lo facciano random» perchè in caso contrario «chi deve venire domani a investire non ci viene». «Se vogliono aumentare i disoccupati facciano lo sciopero generale» consiglia il finanziere che lavora a Londra.



In una piazza San Giovanni, che accoglie un milione di lavoratori (dato dei partecipanti) Susanna Camusso approfitta delle frasi del finanziere per replicare a muso duro, chiamando in causa, dal palco, lo stesso Renzi. «Al presidente del Consiglio - scandisce la leader della Cgil- vorrei dire che la Leopolda ospita il finanziere Serra, che si permette di dire che bisogna intervenire sul diritto di sciopero perchè è un costo. Sappia il finanziere che aspettiamo ancora che il mondo della finanza ci dica cosa vuol fare per fare tornare il mondo un mondo normale, e sappia che quel costo non è dei finanzieri ma dei lavoratoti che rivendicano i loro diritti».



Parte un'ovazione e si infiamma la piazza mentre un segretario confederale della Cgil parla di «follia totale». «Mi sa che alla Leopolda c'è anche una delegazione della destra repubblicana statunitense....». Così, con una battuta, Pippo Civati, mentre sfila a Roma, commenta l' affondo del finanziere mentre Gianni Cuperlo si limita ad allargare le braccia. «Non mi stupisce che abbia detto una cosa del genere» chiosa il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, un bersaniano in rotta con Renzi. Cerca di riparare Silvia Fregolent, una delle moderatrici della kermesse fiorentina: «lo sciopero è un diritto costituzionale, rispettiamo chi sciopera come la piazza a Roma».



Mentre infuria la polemica arriva anche la notizia che il finanziere si iscriverà al Pd e ne chiederà la tessera a Londra e plaude alla Leopolda «perchè non è nè di destra nè di sinistra, è andare avanti o indietro».
Una adesione che sicuramente alimenterà le polemiche interne al Pd, con una minoranza oggi rafforzata dalla piazza, con la prospettiva che Davide Serra diventi una duratura icona in negativo degli antirenziani.
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