Milano, 25 ottobre 2014 - 07:22

Arnaldo Forlani: «Renzi sembra il nipotino di Fanfani»

Il testimone storico di quasi quarant’anni di vita politica italiana si racconta a Milena Gabanelli. Domenica a Report l’intervista integrale, alle 21.45 su Rai3

di Milena Gabanelli

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La puntata di Report che andrà in onda domenica 26 Ottobre alle 21.45 su Rai3 sarà tutta centrata sul sistema delle tangenti costruito intorno alle vicende dell’Expo di Milano e del Mose di Venezia; a fine puntata Milena Gabanelli intervista Arnaldo Forlani, già segretario della Democrazia Cristiana, Presidente del Consiglio e più volte ministro, condannato a due anni e 4 mesi nell’ambito del Processo Enimont per finanziamento illecito al partito.

Ormai novantenne , Forlani è l’ultimo sopravvissuto del CAF (l’alleanza Craxi, Andreotti, Forlani) un testimone storico di quasi quarant’anni di vita politica italiana, continua a difendere la sua versione di assoluta inconsapevolezza di quanto accadeva intorno a lui nel suo partito. Tuttavia ammette che le tangenti di allora non le intascava il politico, mentre nelle attuali storie di corruzione, come per Expo e Mose, a suo giudizio, «sono in evidenza gli aspetti personali ed affaristici». Alla domanda «la corruzione di oggi è figlia vostra, siete voi che ci avete insegnato che va avanti solo chi sa oliare», risponde con un secco «no, oggi è tutt’altra storia».

Ministro degli Esteri nel Governo Andreotti in carica al momento del rapimento di Aldo Moro, Forlani respinge la tesi del complotto per impedire la liberazione dell’allora presidente della DC: «Può darsi che non lo abbiamo fatto bene – dice Forlani del tentativo di salvarlo - ma certamente non c’è un elemento che possa far giudicare doloso un impegno mirato alla non liberazione di Moro».

E chiude con un giudizio a distanza sull’attuale premier Matteo Renzi: «Non lo conosco personalmente», dice, ma lo definisce un «nipotino di Fanfani» e anche un «elemento di rinnovamento», ma conclude: «Ci sono fatti innovativi nella vicenda politica italiana ed europea, che di per sé nel passato non hanno portato ad una crescita, un’evoluzione. Il fascismo è stato un grande fatto innovativo per l’Italia, così come lo è stato il nazional-socialismo alla Germania. E non perché fossero fatti innovativi sono diventati elemento di civiltà, di progresso e di innovazione reale».

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