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Politica | 22 ottobre 2014, 15:31

Il ritorno di Barbero a "Sotto Pressione": "O si lavora in modo serio, o me ne torno a fare il nonno"

"La politica ingauna è il paradigma della politica nazionale, dove gli estremismi, sia di destra che di sinistra, emergono in maniera prepotente"

Il ritorno di Barbero a "Sotto Pressione": "O si lavora in modo serio, o me ne torno a fare il nonno"

“Approderò sicuramente da qualche parte, ma voglio che ci sia un percorso: se questo percorso non dovesse esserci, ad aprile me ne torno a fare il nonno”. Di ritorno in Consiglio Regionale, Angelo Barbero, subentrato a Roberta Gasco (FI) a seguito delle dimissioni da lei presentate la scorsa settimana, ha le idee chiare, e non si dimostra per nulla attaccato alla poltrona. Anzi: in assenza di un progetto ben definito, è pronto ad abbandonare la politica, di nuovo, come già avvenuto nel 2010.

La chiamata del Consiglio Regionale non era attesa, ammette Barbero, nell'intervista esclusiva concessa a Cristiano Bosco per “Sotto Pressione”, la sua prima, dopo un silenzio durato circa quattro anni. “Non me lo aspettavo, anzi ero impegnato in tutt'altre faccende. Faccio il nonno, svolgo attività libero professionale, aiuto mia moglie nel b&b di famiglia. La politica, per me, era totalmente assente”.

“Ho accettato anche per i miei elettori: molti mi hanno votato, nel 2010, perché raggiungessi questo obiettivo”, afferma, aggiungendo un ringraziamento affettuoso alla Consigliera Gasco, “mi dispiace per quello che le è successo, spero possa risolvere tutto nel migliore dei modi”.

Esponente della maggioranza di Sandro Biasotti dal 2000 al 2005, sui banchi di minoranza dal 2008 al 2010, da tutti considerato come il principale fautore del nuovo Ospedale di Albenga, uno dei principali esponenti della politica albenganese degli ultimi vent'anni torna in campo. E, per la terza volta, nell'Assemblea Regionale. Le cose, rispetto al 2010, sono però molto cambiate. “Sono passati 4 anni, ma sembrano 40”, ammette. “I tempi sono variati in modo radicale, sono cambiate tante cose. Questo, per me, sarà un problema: dovrò studiare molto, ricominciare a prendere in mano la situazione per cercare di capire. Allo stato attuale, ho bisogno di alfabetizzarmi su quello che è successo, dal momento che non mi sono più interessato di politica dal 2010”.

Candidato con il Popolo della Libertà, che non esiste più, Barbero non ha più tessere di partito. “Da un punto di vista ideale, mi colloco in un'area moderata di centrodestra”, dichiara, evidenziando di non aver ancora deciso a quale gruppo consiliare aderire. “Non so cosa succederà in Consiglio Regionale e in quale gruppo mi iscriverò. Valuterò il tempo che mi darà il Presidente del Consiglio per scegliere, poi deciderò”. E sulle questioni dibattute in aula, “penso che valuterò di volta in volta”. Una stoccata alla Giunta Burlando, però, non manca: “Per l'atmosfera che si respira a Genova – mia figlia vive là, e ho seguito da spettatore gli eventi tragici - c'è molta rabbia. Il Consiglio Regionale dovrà interpretare i motivi che hanno portato a questo disastro e capire quello che è successo . È una tragedia che parte da molto lontano e la sinistra ha delle responsabilità, su questo non c'è dubbio”.

E la sanità, suo storico cavallo di battaglia? “In un contesto in cui le risorse sono poche, c'è ancora spazio per salvare il contenuto e il contenitore. In Provincia di Savona si è parlato di molte cose, tra cui di ospedale unico. Noi abbiamo un contenitore di qualità, che è l'Ospedale di Albenga, di cui mi onoro di essere il padrino dal punto di vista politico. Il contenuto sono le eccellenze che sono sul territorio, che magari sono costrette a lavorare in contesti non di qualità. Non bisogna ragionare in un contesto campanilistico, ma valutare ciò che si ha: nel ponente abbiamo un contenitore di eccellenza, e persone che sono eccellenze dal punto di vista professionale. Bisogna che questi due elementi si incontrino”.

Da albenganese e rappresentante del centrodestra, Barbero non nasconde un po' di delusione per la politica del suo comune. “La politica ingauna è il paradigma della politica nazionale, dove gli estremismi, sia di destra che di sinistra, emergono in maniera prepotente. Il centrodestra ha vinto per due volte, e per due volte lo ha buttato alle ortiche. Il centrosinistra, in particolare la Giunta Tabbò, ha perso due treni importanti, bisognava avere il coraggio di buttare il cuore oltre l'ostacolo e fare scelte importanti. Oggi, i sindaci hanno un nemico, ed è la coperta stretta: non hanno più risorse, ora è difficile fare il sindaco, forse al momento è il lavoro più difficile, sul piano politico”.

r.g.

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