La rabbia delle toghe
Corruzione, i magistrati al governo: meno stupore e più determinazione
Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, chiede a Renzi interventi più incisivi: «Indignazione di fronte a scandali vorrebbe supplire a inadeguatezza riforme»
«Oggi, i toni indignati vorrebbero rimediare alla debolezza delle riforme, peraltro in larga parte più annunciate che realizzate. Dunque, al governo noi chiediamo meno stupore e scandalo e più determinazione». Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, aprendo il comitato direttivo centrale, oggi a Roma. «Le cronache giudiziarie hanno ridestato un dibattito che pareva sopito, su proposte che suscitano nel mondo politico divisioni e polemiche, piuttosto che consensi. Ma anche questo accendersi episodico di fiamma appare effimero. La politica sembra oggi accorgersi improvvisamente di quei guasti che noi con forza abbiamo segnalato da anni», ha sottolineato Sabelli, riferendosi in particolare agli interventi in tema di contrasto alla corruzione e di riforma della prescrizione.
«Debolezza delle proposte governative»
«Quanto alla corruzione, i toni di indignazione che la politica intera ha levato all’esplodere dell’ennesimo gravissimo scandalo stridono con la debolezza delle annunciate proposte governative, aumento della pena e limiti al patteggiamento - ha ammonito ancora il presidente dell’Anm - Proposte che rischierebbero di scoraggiare ogni collaborazione e rendere ancor più saldo quel patto che lega corrotti e corruttori nell’omertà di un accordo fondato sulla comune convenienza».
«Occorre legge adeguata»
Sabelli ha quindi ribadito l’auspicio che le «sia presentata una proposta di legge adeguata alla gravità di questo crimine, sempre più saldamente collegato ai fenomeni mafiosi». Una proposta, ha spiegato, «mirata, severa ed efficace, da approvarsi in tempi molto brevi, che raccolga le indicazioni contenute nelle convenzioni internazionali e preveda meccanismi premiali per chi collabora, efficaci strumenti investigativi e un’ampia equiparazione, ai fini processuali, fra corruzione e crimine organizzato». «Ci auguriamo che non ci si limiti invece a pochi, modesti ritocchi, inseriti in fretta in qualche ampia proposta di legge - ha concluso Sabelli - destinata a lunghi percorsi parlamentari e magari a impantanarsi, una volta scemata l’indignazione del momento e archiviato il ricordo dell’ultimo scandalo
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