Milano, 23 ottobre 2014 - 08:57

Lettera da Ue, Renzi sfida Barroso
«Le virgole non ci fermeranno»

Dalla Commissione europea chiesti chiarimenti all’Italia. Il governo: risposta entro domani. Intanto il presidente Napolitano firma la legge di stabilità

di Redazione Online

Matteo Renzi (Jpeg) Matteo Renzi (Jpeg)
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E’ tensione fra il governo di Roma e la Commissione europea dopo la presentazione della legge di stabilità che prevede lo slittamento del pareggio in bilancio al 2017. Da Bruxelles è arrivata puntuale una lettera inviata al governo italiano in merito alla legge di stabilità con la richiesta di chiarimenti entro le 24 ore. La Commissione ha inoltre sottolineato la necessità di venire a conoscenza di «come l’Italia potrebbe garantire il pieno rispetto dei suoi obblighi di politica finanziaria» per il 2015. Una lettera del tutto simile nei contenuti, del resto, è stata inviata anche alla Francia. Roma, per tutta risposta, ha pubblicato il testo della lettera, che era contrassegnato cone «strettamente riservato», sul sito del ministero dell’Economia aggiungendo che «Il Governo italiano risponderà alla richiesta di chiarimento entro domani». Nella nota governativa si spiega che «gli uffici tecnici del Ministero sono già in contatto con la direzione ECFIN a Bruxelles, così come il governo italiano è in contatto con la Commissione europea». L’iniziativa italiana non è certo piaciuta al presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Infuriato, ha fatto sapere che la Commissione «non è favorevole» alla pubblicazione di documenti di questo tipo. L’incidente diplomatico è un po’ la fotografia dello stato dei rapporti fra Roma e il capo della Commissione uscente.

La lettera di Barroso

Nella lettera Barroso chiede solo delle spiegazioni sugli obiettivi di bilancio e fa capire che vuole arrivare a una correzione del deficit strutturale dello 0,5% contro lo 0,1% previsto dal governo italiano. Roma, quindi, dovrebbe trovare oltre 8 miliardi da utilizzare per ridurre il disavanzo di bilancio. In questo caso il «tesoretto» di 3,4 miliardi di euro, messo da parte proprio per questa evenienza, non sarebbe più sufficiente. «Dall’analisi preliminare, sulla base dei conti degli uffici tecnici della Commissione Ue, l’Italia programma una significativa deviazione dagli aggiustamenti richiesti per centrare l’obiettivi di medio termine (il pareggio ndr) nel 2015» scrive la Commissione europea. «La Commissione intende continuare il dialogo costruttivo con l’Italia per arrivare alla valutazione finale» della manovra e «gradirebbe il vostro punto di vista non appena possibile e preferibilmente entro il 24 ottobre». Questo «per consentirci di tener conto delle valutazioni italiane nella prossima fase» aggiunge nella missiva Bruxelles.
Sostanzialmente sono due i punti che il commissario Ue, Jyrki Katainen, chiede all’Italia di spiegare: «Perché l’Italia programma di non rispettare il patto di stabilità nel 2015» e «come assicurerà un pieno rispetto degli obblighi della politica di bilancio nel 2015». Nella lettera, Katainen rileva che l’Italia viola i vincoli europei del Patto di stabilità rinviando il pareggio di bilancio strutturale al 2017 e rallenta il percorso di riduzione del debito/Pil nei prossimi anni.
Ma, mentre Barroso sembra inamovibile dalla linea di massimo rigore, il commissario agli Affari economici Jyrki Katainen, vicepresidente in pectore del futuro esecutivo Ue a guida Juncker, avrebbe già aperto a un’ipotesi meno pesante e meno critica per Roma: un aggiustamento dello 0,25%-0,3% che potrebbe rientrare nelle previsioni di Matteo Renzi.

Renzi: «Virgole non fermeranno il nostro percorso»

Il premier Renzi, arrivando a Bruxelles per il Consiglio Europeo, ha replicato alle dichiarazioni del presidente uscente della Commissione Ue: «Data l’eccezionale durata e profondità della recessione, le scelte del Governo appaiono motivate». E sulla pubblicazione della lettera riservata ha affermato: «Sono stupito che Barroso si sia sorpreso. La notizia della lettera era stata anticipata qui dal Financial Times, credo che sia il momento della open transparency più totale. Credo che sia finito in questo palazzo il tempo delle lettere segrete. È soltanto l’inizio, non è un problema di Barroso, che tra pochi giorni non sarà presidente della Commissione Ue, ma a Juncker chiederemo che ogni dato sensibile della Commissione sia pubblicato, com’è giusto che sia, per fare capire le cose ai cittadini. Pubblicheremo non solo la lettera ma tutti i dati, quanto si spende in questi palazzi...», ha concluso. Da Bruxelles il presidente del Consiglio entra anche nel merito dei contenuti della lettera inviata dall’Ue all’Italia: «Rispetto al merito credo che non ci siano grandi problemi. Si sta parlando di 1 o 2 miliardi, possiamo metterli anche domattina», ha commentato il premier riferendosi alla legge di stabilità. «In una manovra di 36 miliardi - ha aggiunto prima della riunione del Consiglio Europeo - e un bilancio da 800 milioni, con un Paese che dà ogni anno 20 miliardi all’Europa, il problema dei due miliardi che potrebbero in teoria essere necessari corrispondono veramente a un piccolissimo sforzo». Per il presidente del Consiglio, il governo ha presentato «una grande manovra per ridurre le tasse, che era quello che ci chiedeva l’Europa, e ora che lo abbiamo fatto non sarà una piccola discussione sulle virgole a fermare il nostro percorso». Poi Renzi si rivolge agli italiani: «Ai cittadini vorrei dire che non c’è da preoccuparsi. È una grande manovra per ridurre le tasse»: «Siccome dall’Europa ci hanno chiesto tante volte di ridurre le tasse - ha concluso il presidente del Consiglio -, ora che l’abbiamo fatto non sarà certo una piccola discussione sui decimali e le virgole a bloccare il percorso di cambiamento del nostro Paese».

Napolitano firma la stabilità

Nella stessa giornata è arrivato anche un segnale chiaro dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha firmato la legge di stabilità. Il capo dello Stato ha quindi autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge di Bilancio .

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