Milano, 23 ottobre 2014 - 18:21

Prof gay toglie crocefisso dall’aula
«La Chiesa calpesta la mia dignità»

Il gesto di un insegnante in un liceo di Trieste: la mia è disobbedienza civile, non posso accettare un simbolo che rappresenta un’istituzione che mi delegittima

di Claudia Voltattorni cvoltattorni@corriere.it

(foto Ap) (foto Ap)
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«Questa mattina sono entrato nella mia classe e ho tolto dal muro il crocifisso». Perché «come docente e omosessuale non posso più accettare di svolgere il mio lavoro in un luogo, l’aula, segnato dal simbolo principale della Chiesa cattolica che continua a calpestare la mia dignità di persona omosessuale». Così il professore Davide Zotti giovedì ha raccontato ai suoi studenti del liceo Carducci di Trieste di aver «scelto la disobbedienza civile» per non poter più «insegnare sotto un simbolo che rappresenta un’istituzione che continua a delegittimare la mia persone e quindi il mio stesso ruolo educativo».

«Posizioni omofobiche»

La reazione di Davide Zotti arriva dopo aver letto l’intervista sul Corriere della Sera al cardinale Camillo Ruini: «Per l’ennesima volta - spiega il professore - ha ribadito le posizioni omofobiche della Chiesa, affermando l’omosessualità non è conforme alla realtà dell’essere umano, nulla di nuovo, ma non per questo meno grave». Dice Zotti che la sua «disobbedienza civile» è una scelta difficile perché «il nostro Stato non ci tutela da chi ci discrimina, anzi, garantisce in un ambito che dovrebbe essere laico come la scuola pubblica, la presenza simbolica e di fatto di una Chiesa che non perde giorno per insultarci». Il professore sa che potrebbero esserci dure reazioni al suo gesto, «pagherò di persone, mentre i rappresentanti delle più alte gerarchie della Chiesa cattolica potranno continuare indisturbate a fare dichiarazioni discriminatorie e lesive della nostra dignità». Lo appoggia Flavio Romani, presidente di Arcigay, «perché si fa carico di sottolineare una discriminazione che è allarmante nel nostro Paese, coinvolge un ambito come la scuola in cui le istituzioni dovrebbero rivolgere la massima attenzione».

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