Milano, 30 luglio 2015 - 17:19

Rai: governo va sotto al Senato sinistra Dem vota con FI e M5S
Lotti: «Pugnalati alle spalle»

La maggioranza battuta sulla delega per il canone. Orfini: «Così smontate il partito». Boschi: «Parte del partito risponde a vecchie logiche». Due verdiniani votano lo «sgambetto», in 7 disertano. Brunetta: «Renzi non ha più i numeri»

di Redazione Online

La sede Rai di viale Mazzini a Roma (Ansa) La sede Rai di viale Mazzini a Roma (Ansa)
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Dopo il no alla richiesta di arresto per il senatore Ncd Maurizio Azzollini un nuovo caso a Palazzo Madama complica la navigazione del governo. Che va sotto nel voto su un emendamento, riguardante la delega all'esecutivo sul canone Rai, anche per via del mancato appoggio di «Ala», il neo gruppo dei verdiniani. Che non pare sinora rilevante nel ruolo di «stampella» della maggioranza. Dei dieci della nuova formazione, in due si accodano ai 18 senatori della minoranza Dem che hanno votato sì all'emendamento. Altri sette disertano.

L’allarme di Boschi e Orfini. Lotti: «Pugnalata»

L'atmosfera è tesa soprattutto all'interno del Pd, tanto che il presidente del partito Matteo Orfini pronuncia parole preoccupatissime: «Quanto accaduto al Senato è incomprensibile. Se il voto in dissenso dal gruppo diventa non un'eccezione limitata a casi straordinari ma una consuetudine, significa che si è scelto un terreno improprio per una battaglia politica. Così non si lavora per rafforzare un partito, ma per smontarlo».
Ancora più acceso l’allarme del ministro della Riforme, Maria Elena Boschi: «Credo che avere una parte del Pd che vota contro il Pd significa avere una parte del partito più ancorata a logiche di corrente che appartengono al passato che all’ interesse dell’Italia, noi andiamo avanti comunque», ha affermato il ministro intervenendo alla Festa dell’Unità a Roma. «Spero comunque - ha aggiunto - che Forza Italia cambi nuovamente idea e torni tutta a votare le riforme al Senato. Non è problema di numeri ma di valori».
«Una pugnalata alle spalle», ha invece definito la giornata a Palazzo Madama il sottosegretario alla presidenza Luca Lotti. «Quando un membro del Pd è in contrasto con il proprio gruppo e si fa sentire, discutendo, fa bene siamo un partito che si chiama Democratico e che discute. Ma - ha detto Lotti parlando alla Festa del Pd di Limite sull’Arno - non accetto che si pugnali alle spalle il partito che ti ha eletto. È un metodo vigliacco, sopratutto quando sei uno che dice `sei come Berlusconi´ e poi voti insieme a Fi».

La votazione: 121 sì e 118 no

Tornando allo «sgambetto» in Senato, gli emendamenti all’articolo 4 sono presentati tra gli altri da Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Sel, Lega e minoranza dem che chiedevano la soppressione della delega al Governo per la disciplina del finanziamento pubblico alla Rai. In sostanza si parla del canone televisivo che dovrebbe essere oggetto di modifiche normative da parte dell'esecutivo. Ma con l’approvazione dell’Aula - con 121 sì e 118 no - si sopprime l’intero articolo 4 del ddl di riforma della Rai. Dopo una breve sospensione dei lavori seguita all’approvazione degli emendamenti soppressivi dell’articolo 4 del ddl di riforma della Rai, sono ripresi i lavori in aula al Senato. Battuti quindi governo e maggioranza che avevano dato parere contraro agli emendamenti. Dopo la sospensione però l’aula ha stabilito che è possibile procedere nell’esame del provvedimento. Dopo l’approvazione degli emendamenti, in Aula era scoppiato un grande applauso.

Il voto dei verdiniani

Sono 18 i senatori della minoranza Dem che hanno votato l’emendamento soppressivo che ha visto il governo andar sotto per 3 voti, accompagnati da 2 senatori di Ala, il nuovo gruppo di Verdini che avrebbe dovuto essere la «stampella» del governo almeno in termini di numeri al Senato. Significative le assenze dei verdiniani: in un gruppo di 10 disertano il voto in 7. Non hanno votato invece 12 del Pd (uno di loro però è il presidente del Senato Grasso). I «sì» alla soppressione sono stati 121, i «no» 118.

Brunetta: «Renzi non ha più i numeri»

«Governo battuto a Palazzo Madama su riforma Rai. Verdiniani o non verdiniani maggioranza non c’è più. Good morning Vietnam-Senato. Ciao Renzi»: è il commento affidato a Twitter di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

Il nuovo gruppo di Verdini: i 10 senatori di Ala
Denis Verdini

De Petris (Sel): battuta arroganza di governo

«La cancellazione dell'articolo 4, con il voto di un emendamento anche di Sel, impedisce che sia affidata al governo una enorme delega in bianco sul finanziamento del servizio pubblico e sulla regolamentazione delle emittenti locali. L'arroganza del governo, che ha preteso di andare avanti di corsa aggirando ancora una volta il Parlamento, è stata punita». Lo afferma la presidente del gruppo Misto-Sel Loredana De Petris.

Tonini (capogruppo Pd): «Stop che non ferma percorso»

«Quello che è avvenuto in aula oggi non ferma né annulla il percorso positivo del provvedimento sulla Rai in Senato, né la sua impostazione. L'articolo 4 riguardava la delega sulle risorse e sul canone. La soppressione di questo articolo non mette in discussione una riforma che riguarda soprattutto il modello di governance della Rai. Sono convinto che possiamo arrivare a Palazzo Madama nelle prossime ore all'approvazione finale del provvedimento». Lo dichiara il vice presidente del Gruppo del Pd al Senato Giorgio Tonini.

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