TORINO. «Ancora non ci credo, la società per cui abbiamo riposto fiducia per anni appena ne ha avuto l’occasione ci ha pugnalato alle spalle, scelta a mio parere sbagliata con accuse che non esistono a persone che hanno scritto la storia di questa curva se non di questa società». Inizia così un messaggio diffuso ieri, 20 settembre, tra gli ultrà di Tradizione, il gruppo della tifoseria bianconera che occupa il primo anello della Curva Sud e il cui leader, Umberto Toia, è stato arrestato nei giorni scorsi nell’ambito dell’operazione Last Banner della Digos di Torino, con l’accusa di aver partecipato anche lui a intimidire e ricattare la società per «ottenere biglietti e altre agevolazioni».

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Un messaggio rabbioso verso la società che l’anno scorso, con una denuncia formale nei confronti delle tifoserie organizzate, ha dato il via all’indagine della Digos. «Adesso chi sarà lì con te a cantare?» scrivono. E lanciano un segnale che sa di rottura insanabile: «La Juve siamo noi», affermano, alzando il livello della tensione.

E oggi è il giorno della partita Juventus-Verona all’Allianz Stadium. Un appuntamento delicato, da sempre, sotto il profilo dell’ordine pubblico. Aspetto che si intreccia ora con gli effetti dell’inchiesta che ha scosso l’intera Curva Sud in quasi tutte le sue compagini: Drughi, Tradizioni, Vicking, Nucleo 1985 e Nab. Il più influente degli ultrà, Dino Mocciola, è in cella. Così i suoi colonnelli.

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«La partita Juventus-Verona era già attenzionata per la storica rivalità tra le due tifoserie. Adesso bisogna considerare anche la possibilità di un'ulteriore frammentazione interna alle tifoserie juventine e bisogna vedere come queste reagiranno alle misure cautelari dei giorni scorsi» dice il questore Giuseppe De Matteis. E aggiunge: «La vendita dei biglietti procede senza intoppi e non ci saranno particolari restrizioni di accesso allo stadio. Sull'incontro pesa l'episodio della settimana scorsa a Firenze, quando un gruppo di ultrà del Verona, gemellati con quelli gigliati, hanno lanciato alcune bottiglie di vetro contro i bus dei tifosi juventini. L’attenzione è massima».

Oggi nessun gruppo ultrà bianconero potrà esporre i propri striscioni sugli spalti. Tutti i nullaosta per l’esposizione dei vessilli «griffati» sono stati revocati. Chi andrà in Curva Sud si troverà per la prima volta gli steward sugli spalti. Mai successo prima d’ora. Il servizio d’ordine interno non era gradito nel settore ultrà. All’esterno dello stadio è previsto un presidio. Il gruppo Tradizione potrebbe disertare la curva, mentre i Drughi, la compagine più numerosa, dovrebbero essere presenti nel loro settore, il secondo anello.

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Da un altro fronte ultrà non coinvolto nell’inchiesta, quello dei True Boys Juventu, oltre 1800 affiliati, si solleva un ulteriore attacco alla società. In un messaggio online si definiscono «indignati» perché nessun tifoso bianconero è riuscito ad acquistare i biglietti per l’incontro Brescia–Juventus in programma il 24 settembre prossimo. «La società - dicono gli ultrà - finora non ha emesso alcun tagliando in vendita impedendo di fatto ai tifosi di assistere alla partita. Chiediamo che la situazione venga sbloccata immediatamente». 

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