Milano, 25 agosto 2016 - 12:31

Morta Sonia Rykiel. La designer regina del tricot aveva 86 anni

La designer francese soffriva del morbo di Parkinson. Aveva raccontato la sua malattia in un libro «N’oubliez Pas Que Je Joue».Le piaceva dire «Per me la moda è un amante»

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Sonia Rykiel, fondatrice della maison che porta il suo nome, è morta giovedì 25 agosto a Parigi, a 86 anni. Ne hanno dato notizia i familiari ai media francesi. La stilista poliedrica e carismatica che negli Anni 60 era stata ribattezzata «la regina del tricot» era affetta dal morbo di Parkinson, come ha ricordato la figlia Nathalie Rykiel, consulente nella maison di moda couture. «Mia madre si è spenta alle cinque di questa mattina», ha spiegato. La designer aveva raccontato la storia della sua malattia in un libro «N’oubliez Pas Que Je Joue» (Non dimenticate che io gioco) già nel 2012. Un modo per smettere di nascondere la sua sofferenza. «Ho resistito, ho esitato, ho cercato di rimanere invisibile, come se non fosse successo niente , io non sono così», aveva affermato la designer in un’intervista a «WWD». Per Sonia Rykiel la passione è stata uno stile di vita, come ha dimostrato con la sua moda sempre caratterizzata da un’eleganza coraggiosa. La designer dal caschetto rosso con immancabile mise nera ha riversato nella sua moda il suo carattere eclettico e le sue passioni: teatro, canto, scrittura e naturalmente la moda. «Passioni che per me sono come degli amanti», amava dire. Appena appresa la notizia della scomparsa, il presidente francese François Hollande ha ricordato la stilista come «una donna libera, una pioniera che ha saputo tracciare il suo percorso».

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Morta Sonia Rykiel, aveva 86 anni

Alla scoperta della Milano borghese

Una donna libera, Sonia Rykiel. Con il suo anticonformismo ha saputo anticipare tutte le icone estetiche che oggi affascinano i Millennials: la maglia stampata, le paillettes, il nero, gli strass, le scritte romantiche o provocatorie. Aveva iniziato a lavorare nella moda alla fine degli anni Sessanta aprendo la sua prima boutique nelle Galéries Lafayette. La sua produzione è nota per l’attenzione dedicata alla lana, trattata come gli altri tessuti e filati più nobili e che la Rykiel ha declinato in innumerevoli colori e fantasie. Per 40 anni Sonia ha creato abiti per tutte le anime femminili, senza snobbarne nessuna «la donna del piacere, la donna in carriera, la donna di potere e quella del desiderio». Un’eleganza sexy portata avanti senza titubanze anche dalla figlia Nathalie Rykiel. Con un pizzico di provocazione. Come quando nel 2005 Sonia e Nathalie arrivarono insieme a Milano per inaugurare la boutique Rykiel Woman allestita come un boudoir in rosa e nero nel Quadrilatero della moda borghese. Accanto a golfini e abiti con fiocchi dal sapore bohémien anche maliziosa lingerie e gadget afrodisiaci come candele profumate e sex toy a forma di paperelle e rossetti.

Il calore della moda

Sonia, così voleva essere chiamata, con le sue modelle alle quali suggeriva di essere sorridenti immaginando di essere a una festa tra amica ha saputo riscaldare la moda algida per natura. Nata il 25 maggio 1930 a Parigi in una famiglia borghese russo-romena, entra nella moda a 17 anni, lavorando come vetrinista in un laboratorio tessile parigino. Inizia a disegnare abiti nel 1962, in gravidanza, quando decide di creare qualcosa di comodo e bello per le donne incinta. Apre la prima boutique nel 1968 a Rue de Grenelle, nelle Galéries Lafayette e si fa interprete di un nuovo spirito libero e poetico. A lei si deve anche la nascita del termine demodé, coniato nel 1976, che diventa un po’ il simbolo della Parigi Bohemienne. Infaticabile, ha lavorato per creare una moda che trasmettesse amore, passione, divertimento, desiderio, eccesso, in opposizione al pensiero «mediocre, grigio ristretto». Quando si dice moda politica. «Amo questa donna che deve affrontare sempre più la vita. Ha bisogno di felicità e tenerezza. E l’umorismo è il mio gesto», spiegava alla rivista Elle nel 2008. «Un giorno egocentrica e un po’ megalomane, il giorno successivo può diventare fragile e vulnerabile». Così la descriveva la figlia Nathalie Rykiel. Negli Anni Novanta, Sonia scopre di essere affetta dal morbo di Parkinson, la stessa malattia che aveva colpito sua madre. Ne parla in un libro (N’oubliez pas que je joue) con il giornalista Judith Perrignon, con lo spirito ribelle di sempre: «Tra qualche tempo non sarò più la stessa, ma non mi lascerò risucchiare dalla vecchiaia, lotterò, mi trasformerò, offrirò coppe di champagne. Diventerò un simbolo».

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