Omicidio Serena Mollicone: la teste chiave Rosa Minarchi cambia versione

La donna addetta alle pulizie della caserma di Arce, che ha contribuito alla riapertura del caso di Serena Mollicone, ieri in aula ha cambiato versione dei fatti, dicendo di non averla mai vista in caserma.

Omicidio Serena Mollicone: la teste chiave Rosa Minarchi cambia versione

Il giallo attorno alla morte di Serena Mollicone, trovata cadavere nel bosco di Arce il 3 giugno 2001, diventa sempre più fitto, soprattutto da quando ieri l’addetta alle pulizie della caserma di Arce, Rosa Minarchi, considerata teste chiave nella riapertura del caso avvenuta nel 2016, ha smentito tutto quello che ha detto negli anni ai magistrati e agli investigatori.

La donna, ascoltata ieri, 3 dicembre in aula, nel corso del processo per l’omicidio della studentessa avvenuto nel 2001 nella struttura militare, ha cambiato totalmente versione.

Le dichiarazioni della teste Rosa Minarchi 

La teste Rosa Minarchi, addetta alle pulizie della caserma dei Carabinieri di Arce, nel periodo in cui Serena è stata assassinata, nonostante fosse sotto giuramento, ha cambiato completamente versione. Non avrebbe mai visto Serena Mollicone nella caserma di Arce, non avrebbe mai usato l’acido per pulire l’appartamento della famiglia Mottola, ne avrebbe mai visto la porta danneggiata dove sarebbe stata sbattuta la testa della giovane.

Queste risposte vacue e alcune amnesie hanno indispettito il presidente della corte, Massimo Capurso, che ha chiesto l’acquisizione dei verbali per valutare la situazione. Antonio Mollicone, fratello di Guglielmo e zio di Serena, stizzito e pieno di dolore, ha dichiarato: “In questa vicenda tutti soffrono di vuoti di memoria. E’ vergognoso. Questa donna ora soffre di amnesia. Non posso credere che non ci possa essere un minimo di rispetto per mia nipote e su come sia morta”.

L’omicidio di Serena

Serena Mollicone sarebbe entrata nella caserma dei carabinieri e non ne sarebbe più uscita viva. Il caso è irrisolto da oltre 20 anni e questo è davvero sconvolgente. Conosciuto ai media come delitto di Arce, l’omicidio si sarebbe consumato in una piccola comunità, di appena 6000 abitanti, in provincia di Frosinone, dove tutti si conoscono e dove, dopo centinaia di testimonianze, aperture e chiusure delle indagini e analisi del dna, ancora non si ha una soluzione.

Chi ha ucciso Serena Mollicone, questa bella ragazza di 19 anni che studiava a Sora, ed era all’ultimo anno dell’Istituto psico-pedagogico Vincenzo Gioberti? Il corpo venne trovato in un bosco, a 8 km da Arce, due giorni dopo, da alcuni volontari. Il cadavere era coperto di foglie e arbusti, con mani e piedi legati da fascette, la testa in una busta di plastica, il nastro adesivo sulla bocca. A ucciderla, secondo gli inquirenti, sarebbe stata proprio la famiglia Mottola, nella caserma dove era andata a denunciare il figlio del maresciallo per spaccio di droga.

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