SENZA GLI IMPIANTI DI RISALITA L’ALTO SANGRO RISCHIA IL TRACOLLO

di Ernesto Paolo Alba – presidente Dmc Alto Sangro –

In questi giorni si parla a tutto campo circa il trascorrere delle prossime vacanze natalizie. L’Alto Sangro ne farà comunque le spese. Inutile dire che gli operatori turistici tutti aspettano ogni anno questo periodo per rimpinguare le casse, offrendo la vacanza “bianca” al Meridione d’Italia e in particolare ai tanti turisti dell’area partenopea. 
Questa operazione nel nostro territorio non va solo a beneficio degli operatori turistici locali, coinvolge un indotto che ha un peso notevole nell’economia abruzzese. Sono tante le ditte non Altosangrine che partecipano a queste vacanze, puntando anche loro a chiudere in positivo il bilancio o, quanto meno, visto l’anno quasi trascorso, risanarlo in parte. Ma, qualora non si aprisse, chi ne farebbe duramente le spese sarebbero i circa 1.500 dipendenti stagionali che su una popolazione di circa 15.000 residenti, costituiscono il vero zoccolo duro dell’economia territoriale. Le imprese sul territorio rappresentano una vera e propria “fabbrica diffusa”, ma essendo costituita da una miriade di micro aziende, non riesce ad esprimere le difficoltà che invece preoccupano tutti se si trattasse di un unico marchio. Abbiamo assistito a più riprese sui mezzi di informazione nazionali di chiusure di fabbriche con 200 o 300 dipendenti, per i quali si sono aperti tavoli di concertazione presso i vari ministeri, regioni e comuni. Che in Alto Sangro rimangano a casa mille e cinquecento persone pare non interessi a nessuno, se non a noi imprenditori. C’è chi sostiene che non si può rischiare e ripetere quello che è successo a Ferragosto con il “liberi tutti”. Se i numeri alti di contagio che oggi osserviamo dipendono dalle vacanze estive, significa che ci hanno ingannato e che il Covid ha un incubazione di tre mesi e non di qualche giorno come tutti gli scienziati hanno sempre sostenuto. Sommessamente penso che la situazione odierna dipenda da altri fattori quali i trasporti e le scuole, ma non essendo uno specialista, mi limito solo a dire che se tutti gli operatori si sono adeguati ai vari protocolli nazionali e regionali, che avrebbero messo in sicurezza le attività, perchè oggi devono rimanere chiusi? Vi è di più. I gestori delle stazioni sciistiche hanno messo a punto un protocollo sanitario per l’utilizzo in sicurezza degli impianti e non viene preso in considerazione. Ma non è finita. Come destinazione turistica DMC Altosangro insieme ai sindaci del territorio, sin dallo scorso maggio sta lavorando  e ha formulato una serie di protocolli in aggiunta agli esistenti, per rendere il nostro territorio covid free e in effetti, nonostante la grande affluenza di turisti nel mese di agosto scorso, pochi sono stati i casi di contagio e subito peraltro risolti. Quindi non si comprende quali siano le motivazioni di tanto rigore. Certo bisogna capire cosa succede realmente e non sul nostro territorio, bensì nelle aree da cui arrivano i turisti. Se lì i contagi non calano e quindi le regioni rimangono chiuse, sarebbe più opportuno non aprire e aspettare che la situazione nazionale o, quantomeno quella meridionale, si stabilizzasse per non incorrere in aperture e successive chiusure che di certo andrebbero a peggiorare ulteriormente il quadro economico generale. Peggio ancora se si aprissero le “frontiere” regionali solo per le feste natalizie e poi si richiudessero. Questa ipotesi non ci porterebbe beneficio perchè durante le festività i turisti sarebbero timorosi di andare in giro, sentite le affermazioni “catastrofiche” anche di importanti esponenti del governo, e a seguire ci sarebbe la beffa di una quasi certa nuova chiusura. Forse sarebbe più intelligente aspettare che i contagi calino sensibilmente ed aprire, anche saltando il periodo festivo, ma con la certezza di non richiudere dopo 15 giorni e garantire a tutti almeno due mesi di lavoro tra gennaio e marzo 2021. Ciò che ad oggi manca è la decisione da parte degli organi preposti sul da farsi. Si tengono in sospeso le stazioni sciistiche e le stesse devono approntare piste con innevamento artificiale e sicurezze varie senza sapere se aver speso una barca di soldi servirà per garantire l’apertura delle stesse. Stesso discorso vale per le strutture ricettive che non sanno se ricevere prenotazioni oppure disdire le poche che già ci sono. Il “traccheggiare” ci danneggia più del Covid  e più di una chiusura od apertura.  Che qualcuno si assuma le proprie responsabilità e faccia chiarezza definitiva e non si nasconda dietro frasi come le vacanze di Natale le facciamo in pochi”. Tutto ciò non ha senso e crea molti danni. Oppure si ha paura dei danni economici che tali decisioni possono arrecare? Questo è un falso problema: invece di promettere aiuti a volte davvero ridicoli e peraltro quasi mai recapitati, pensassero a favorire le aziende con corposi mutui decennali con interessi zero senza passare dalla tagliola delle banche….  
QUINDI ABBIAMO SOLO UNA VERA E SOLA NECESSITA’: SAPERE SUBITO DI CHE MORTE MORIRE 

 

 

 

Ernesto paolo Alba