Dai vasi del Rofi ai giochi da tavolo Palio tra arte e plagio al Santa Maria

Inaugurata la mostra per i 40 anni del Consorzio curata da Laura Brocchi. Tanti contradaioli e appassionati

Offre molti spunti per altrettante riflessioni, la mostra "Tra arte e plagio. Il fascino delle Contrade" al Santa Maria della Scala, organizzata dal Consorzio per la tutela del Palio di Siena con l’amministrazione comunale. Occorrerebbe un profondo conoscitore dei risvolti antropologici nel tessuto senese come Alessandro Falassi, per spiegare come la nostra Festa, attraverso oggetti, filmati e manifesti, sia da tanto tempo nell’immaginario collettivo di tutto il mondo come luogo di equilibrio fra tessuto urbano e memoria dei suoi "habitatori". Un mondo a sé che questa esposizione riscopre e valorizza, seconda tappa, come ha ricordato il Presidente Gianni Morelli, per sottolineare i 40 anni di un Consorzio che si è spesso mosso con difficoltà per vuoti legislativi, nella difesa dei nostri carissimi simboli. La nostra Festa, anzi, il nostro modo di vivere, piace da secoli, tanto che l’oggettistica riservata ai visitatori, si è affinata nel tempo in quelli che oggi potremmo definire "gadget rionali", ma che altro non erano che il portarsi per il mondo, uno status di vita non solo originale, ma bello da vedere. Laura Brocchi , che ha curato l’esposizione, ci guida attraverso diverse tipologie di oggetti: dalle incisioni della Marcia del Palio, alle lanterne magiche, ai preziosi vasi del Rofi della collezione Monte dei Paschi, quando la banca faceva rima con mecenatismo, e poi filmati inediti da "La ragazza del Palio", con il recupero ad opera di Piero Ligabue con il restauro della Moviement HD di Riccardo Domenichini. E poi giochi da tavolo, paggetti fatti a mano, cartoline e manifesti, fino alle piccole bandiere, in un volo che si ferma alla fine del decennio settanta. Una inaugurazione non solo affollata di contradaioli curiosi, fra loro anche golosi collezionisti, ma anche di quelle autorità il cui legame con la particolarità di questa città non si è mai spezzato, nemmeno in giorni quando qualcuno soffiava sulle polemiche per la scelta di non effettuare i riti palieschi. Proprio attraverso questo paziente lavoro, portato in primis dal Rettore del Magistrato e da tutti i massimi dirigenti, la nostra festa ha ancora quella credibilità che proprio in questa esposizione ci dimostra da molto di più di un secolo. La rinascita deve avvenire sempre con quella dignità che non ci farà ricominciare a "mezzo servizio", suscitando ancora quell’antico stupore che qui è stupendamente palese.

Massimo Biliorsi