ROMA. La sessione di esame che Luis Suarez sostenne all'Università di Perugia fu allestita 'ad personam', per favorire il calciatore, e gli inquirenti ritengono che il direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici abbia contattato addirittura un ministro «per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez». Nel mirino degli inquirenti, in particolare, ci sono i contatti con la ministra dei trasporti e delle infrastrutture Paola De Micheli e la delibera del Consiglio direttivo del centro di valutazione e certificazioni linguistiche dell'ateneo di Perugia che si era riunito il 9 settembre facendo figurare che vi fossero esigenze logistiche, legate all'occupazione delle aule, e di sicurezza per la questione Covid, ricostruiscono le carte dell'indagine, coordinata dalla procura presso il capoluogo umbro, nella parte in cui viene precisato il contorno dell'ipotesi di falso ideologico.

In questi mesi, si apprende dall'ordinanza del Gip di Perugia Piercarlo Frabotta, ci sono stati meticolosi approfondimenti investigativi che hanno consentito  «di comprendere come nei primi giorni del mese di settembre 2020 la dirigenza della Juventus si sia mossa ai massimi livelli istituzionali per velocizzare la pratica ministeriale del riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez». Secondo il Gip vanno visti in quest'ottica i contatti tra il ds Paratici e la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti.  «Paola De Micheli - si legge - ha ammesso di aver procurato all'amico d'infanzia Paratici il contatto di Frattasi Bruno, capo di gabinetto del ministro dell'Interno».

Per effetto della segnalazione, prosegue il giudice, ci sono state  «successive interlocuzioni tra l'avvocato Chiappero ed il vice prefetto Dinacci Antonella, sempre afferenti la problematica del conseguimento della cittadinanza italiana da parte del calciatore Suarez» hanno fatto emergere ipotesi - ancora al vaglio degli inquirenti - di false dichiarazioni al pubblico ministero rese dall'avvocato Chiappero e dal dirigente Paratici in occasione delle audizioni del 23 settembre 2020 e 11 novembre 2020 presso la Procura della Repubblica di Perugia.

“Per fortuna c'è la questione Covid”
«Abbiamo la fortuna che comunque le persone, sempre per la questione Covid, non potranno entrare durante l'esame ... Questo ci dà una mano». E' quanto disse lo scorso 11 settembre Simone Oliveri, direttore generale dell'Università di Perugia per stranieri, a Lorenzo Rocca, componente della commissione "Celi immigrati", nel corso di un colloquio telefonico intercettato dagli investigatori nel corso dell'esame sostenuto dal calciatore Luis Suarez. Il riferimento è all'espediente che permise lo svolgimento della sessione a porte chiuse.

Il legale della Juve al telefono: “serve cosa da principianti”
«Io spererei assolutamente di sì... Però partiamo dal presupposto che dobbiamo fargli una cosa da principianti». Il legale incaricato della Juve, Maria Cesarina Turco, l'8 settembre 2020 risponde cosi' al telefono a Lorenzo Rocca, che le viene presentato da Simone Olivieri, direttore generale dell'Università per stranieri di Perugia (la conversazione è in viva voce, ndr) come «colui che poi farà sostenere l'esame». L'intercettazione è contenuta nell'ordinanza di sospensione dei vertici dell'ateneo. A Olivieri che la rassicura («sì assolutamente») l'avvocato Turco replica «io non voglio...obiettivamente il livello di conoscenza richiesto ai fini del passaggio dell'esame non lo conosco». E quando il dg le promette di organizzare in tempi rapidissimi un corso intensivo di lingua per Suarez, Turco dice «anche domani.. in modo di dare l'esame a metà settembre». E' poi Rocca a spiegare che «il ministero dell'Interno purtroppo ci ha negato la possibilità di esaminare l'orale via Skype o a distanza» («ma è anche comprensibile», osserva la legale) «ma io il 17 sono in sede e ovviamente appena svolta la prova possiamo subito dare l'esito per cui anche formalizzare il conseguimento del titolo linguistico». «Il 17 pomeriggio - assicura Olivieri - lui è già in possesso della certificazione». «Perfetto va benissimo», conclude Turco.

“Paratici è più famoso di Mattarella”
«Ieri al telefono ... eee ... 'sono Fabio Paratici'. E' il direttore sportivo della Juventus. Io lo stavo per mandà aff ... Cioè, Paratici è più famoso di Mattarella. E' il direttore sportivo più potente al mondo. E, praticamente niente, devo dare una mano a far passare l'esame di lingua italiana a Suarez». E' quanto disse Simone Olivieri, direttore generale dell'Università per stranieri di Perugia, l'8 settembre scorso in una conversazione con una dipendente. Il frammento del dialogo - captato attraverso una intercettazione ambientale - compare nelle carte del procedimento giudiziario avviato dalla procura presso il capoluogo umbro.

Il Gip ha emesso intanto su queste basi la misura cautelare interdittiva della sospensione dell'esercizio di un pubblico ufficio disposta per la rettrice e il direttore generale dell'Università per stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli e Simone Olivieri, per la professoressa Stefania Spina e l'esaminatore Lorenzo Rocca, per l'impiegata dell'ateneo Cinzia Camagna, per il membro della commissione Paolo Di Giovine e per l'avvocato Maria Cesarina Turco, legale incaricato dalla Juventus.

In relazione ad alcuni articoli comparsi sui principali quotidiani on line, relativi al caso del calciatore Suarez, la ministra Paola De Micheli precisa:
«Come dichiarato anche ai magistrati in qualità di persona informata sui fatti, lo scorso settembre il dirigente della Juventus, Fabio Paratici, mio amico di infanzia e originario della mia stessa città, mi ha contattata per avere informazioni su come completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana del calciatore Luis Alberto Suárez Díaz. Non avendo conoscenza della procedura specifica, ho chiamato il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi, per anticipargli che sarebbe stato contattato da un dirigente della Juve che aveva bisogno di avere  informazioni necessarie per completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana di Suarez. Ogni racconto differente da questi fatti è pura strumentalizzazione che non corrisponde a quanto accaduto realmente, dal momento che non ho nulla a che fare con la procedura d’esame d’italiano di Suarez, oggetto dell’inchiesta».

 

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