Salerno, sbarco dei mille. Sorprese, endorsement e tanti cambi di casacca

diGabriele Bojano

Trentuno liste in competizione, nel 2016 furono 23. Nove sono i candidati a sindaco tra cui tre donne

Nove candidati a sindaco di cui tre donne. E questa è già una novità per Salerno dove la politica raramente è stata declinata al femminile. Ma è il numero complessivo delle liste in campo a suscitare più di una curiosità, soprattutto per il loro complicato posizionamento sullo spazio esiguo della scheda elettorale. Trentuno sono infatti le liste, nel 2016 furono 23 e tutti dissero che erano troppe.

Il sindaco uscente, l’architetto Vincenzo Napoli, di fede deluchiana, eletto cinque anni fa con il 70,49% dei consensi, è sostenuto da nove raggruppamenti (alle scorse elezioni furono sei): confermati Campania Libera, Progressisti per Salerno, Salerno per i Giovani e Partito Socialista, si aggiungono Salerno con Voi, Europa Verde, Per Persone e Comunità, Centro Democratico Liberal Democratici Salerno Viva e Popolari e Moderati, lista quest’ultima in cui sono confluiti alcuni acerrimi antideluchiani di una volta riconvertiti, uno per tutti Massimo De Fazio, figlio dello storico senatore del Msi, Mario De Fazio, e già consigliere provinciale del Pdl, protagonista di un clamoroso endorsement a favore del centrosinistra. Il Pd, manco a dirlo, si è ritagliato come sempre il ruolo di notaio: niente simbolo sulla scheda ma tutte le candidature sono state formalizzate nella segreteria di via Manzo.

C’è folla di liste e aspiranti consiglieri anche dalle parti di Elisabetta Barone, la dirigente scolastica molto attiva nell’associazionismo cattolico, che è riuscita a mettere assieme in una coalizione che definisce civica Movimento Cinque Stelle, frange storiche della sinistra antideluchiana, Leu ed ecologisti. Sette le compagini segnate innanzitutto dalla vaga incertezza nell’uso di “sindaco” o “sindaca” nel simbolo: Movimento 5 Stelle, Barone Sindaco Oltre, Salerno Città Aperta, Salerno in Comune, Davvero Ecologia e Diritti, Semplice Salerno Elisabetta Barone Sindaca Primavera Salernitana, Onda Salernitana Waves. Tra le curiosità, la presenza di Michele Carfora, ballerino ed ex marito di Barbara D’Urso, e del consigliere uscente Peppe Ventura, che si ricandida contro la maggioranza in cui ora non c’è più neanche il fratello Mimmo, che si presenta con Fratelli d’Italia.

E a proposito di centrodestra, il penalista Michele Sarno ha riunito sotto la sua candidatura a sindaco sei liste: Fratelli d’Italia, Io sono salernitano, Diversi ma Uguali, Rinascita, Forza Italia-Udc-Liberal Socialisti NPSI, Prima Salerno. Tra gli aspiranti consiglieri comunali non c’è, com’era stato abbondantemente annunciato, l’imprenditrice dell’hard Priscilla Salerno, la cui mancata candidatura è diventato un caso nazionale, mentre torna alla carica la dermatologa transgender dell’Asl Salerno Martina Castellana, non nuova a competizioni elettorali.

E veniamo agli outsider: si ripresentano l’avvocato Antonio Cammarota e l’architetto Gianpaolo Lambiase, forti del 4 e 3,80% conquistati rispettivamente alle elezioni 2016. Le loro liste: le civiche La Nostra Libertà, La Città del Mare e Noi Salerno in lizza per Cammarota che schiera con sé il vicesegretario nazionale del Codacons Matteo Marchetti, e Salerno di Tutti dalla parte di Lambiase che tra i candidati annovera Lorenzo Forte, presidente dell’associazione che si batte per la delocalizzazione delle fonderie Pisano. Attivisti per Salerno e Terra Libera, con il simbolo di Rifondazione Comunista, sostengono la candidata a sindaco Simona Libera Scocozza mentre Movimentiamoci Insieme è il raggruppamento che fa capo all’immobiliarista Maurizio Basso, che è stato il primo a fare campagna elettorale, in tempi di lockdown. Outsider più outsider di altri è la candidata a sindaco Anna Maria Minotti che con la lista Abilitiamo l’autismo h24 è stata un autentico colpo di scena.

Infine l’avvocato Oreste Agosto, uno tra i più strenui oppositori di De Luca e dei deluchiani, aspirante primo cittadino a capo della lista Figli delle Chiancarelle. Ebbene il gruppo nato su facebook nel 2011 come reazione perlopiù sarcastica ad alcune battute infelici dell’attuale governatore in tivù ha finalmente rotto gli indugi e scende nell’agone elettorale. Dice di essere la voce dell’unica, vera opposizione. Staremo a vedere.

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8 settembre 2021 2021 ( modifica il 8 settembre 2021 2021 | 06:51)