Riforma giustizia, nuovo accordo. Via libera anche dal M5S

di Claudio Del Frate e Emanuele Buzzi

Il nuovo testo della riforma Cartabia prevede che per celebrare i processi di appello per reati che includono l’aggravante mafiosa ci saranno sei anni di tempo. I partiti di maggioranza ritireranno tutti gli emendamenti

desc img

Ci è voluto un intero pomeriggio ma alla fine è arrivata la mediazione sulla riforma della giustizia: per i processi di appello che comprendono reati con l’aggravante mafiosa ci saranno 6 anni di tempo. I processi invece per 416 bis e ter (associazione a delinquere di stampo mafioso) non è previsto alcun limite di tempo. Il nuovo testo ha ottenuto l’unanimità di tutte le componenti del governo. Il M5S strappa quello che aveva chiesto, vale a dire una sorta di «regime speciale» per i processi di mafia ; analogo trattamento avranno i processi per altri reati di allarme sociale come terrorismo, violenza sessuale, traffico internazionale di stupefacenti. La ministra Marta Cartabia ha annunciato che i partiti di maggioranza, in cambio di queste concessioni, ritireranno tutti gli emendamenti.

La ministra Cartabia

Sempre la ministra della giustizia ha detto che «abbiamo apportato degli aggiustamenti alla luce del dibattito molto vivace che si è sviluppato in queste settimane sia da parte delle forze politiche ma anche degli operatori, degli uffici giudiziari che saranno i primi ad essere chiamati alla grande sfida di implementare una riforma così significativa e innovativa in questo paese». «Ora la giustizia sarà celere e nessun processo andrà in fumo» ha aggiunto.

Le reazioni dei partiti

A caldo, tutte le parti ora si dicono soddisfatte. «Non è la nostra riforma, ma abbiamo dato un contributo. C’è stata l’opposizione della Lega sui processi per mafia» dice l’ex premier Giuseppe Conte. «Addio alla riforma Bonafede» twitta Matteo Renzi. «Riforma che ci avvicina all’Europa, trovato il giusto equilibrio» mette agli atti Enrico Letta. «Riforma garantista» il giudizio espresso da Mariastella Gelmini. «Primo passo, nonostante le minacce grilline» secondo Matteo Salvini.

La giornata

L’intransigenza dei pentastellati aveva costretto nel pomeriggio Mario Draghi a sospendere il consiglio dei ministri. La delegazione del M5S si è presentata in ritardo dopo che per tutta la mattinata Giuseppe Conte e i componenti pentastellati del governo si sono confrontati proprio sui contenuti della riforma Cartabia. Pochi istanti prima della seduta i Cinquestelle avevano fatto sapere che il M5S non transige sulla mafia e i processi che riguardano i reati del 416 bis.1 che agevolano l’attività delle associazioni di tipo mafioso o si avvalgono dell’appartenenza alla mafia oltre al concorso esterno. Per intenderci, si tratta di casi come il tentato omicidio, corruzione, tentata strage, estorsione, riciclaggio, sequestro di persona commessi per agevolare la mafia.

Le ipotesi iniziali

I grillini per tutto il giorno hanno mantenuto le loro perplessità sulla riforma Cartabia e chiesto garanzie per scongiurare l’improcedibilità nei processi per mafia, avanzando ulteriori richieste. A sua volta Salvini aveva chiesto che i tempi della prescrizione venissero aumentati anche per i reati di droga e violenza sessuale. In consiglio dei ministri era stata portata una ipotesi di mediazione: su tutti questi casi veniva introdotta una norma transitoria valida fino alla fine del 2024. Tra le ipotesi circolate anche quella dell’astensione dei ministri M5S in consiglio dei ministri. Draghi resta intenzionato a portare già domani il testo in aula, ponendo al termine della discussione il voto di fiducia (soluzione sulla quale i ministri pentastellati si erano già espressi a favore).

Alla Camera domenica

Intanto la conferenza dei capigruppo della Camera, che era slittata alle 20, ha stabilito di calendarizzare la riforma del processo penale per domenica 1 agosto alle 14, con il voto delle pregiudiziali presentate da L’Alternativa c’è. Il ministro Federico D’Incà, durante la capigruppo, non ha fatto cenno alla eventuale apposizione della fiducia. Dopo le pregiudiziali domenica si proseguirà con l’esame della riforma.

29 luglio 2021 (modifica il 29 luglio 2021 | 20:20)