BERGAMO Fa male il dentista Gasparini, malissimo. Perchè la sua Atalanta è

Mercoledì 1 Dicembre 2021
BERGAMO Fa male il dentista Gasparini, malissimo. Perchè la sua Atalanta è una macchina perfetta, costruita per far male, che quando trova la vena dei suoi interpreti migliori Pasalic (tripletta), Muriel (spietato sotto porta) e Ilicic (grande ispiratore) davanti diventa devastante. Pure quando si permette di lasciare in panchina sua maestà Zapata. Lo impara a proprie spese anche il Venezia, troppo molle, fragile, confuso e rinunciatario per non uscire con le ossa spezzate da Bergamo e con in groppa un punteggio pesante, un 4-0 fin qui mai subito in 15 onorevoli gare di serie A. Non però quella di stasera, dove, al di là della evidente differenza di qualità, sono decisamente mancati quegli aspetti caratteriali che sin qui avevano consentito all'undici lagunare di colmare gap importanti, anche con squadre dal tasso tecnico superiore. Sconfitta pesante nel punteggio, ma anche nel modo. Perchè arriva in una partita dove non c'è mai storia. E l'assenza all'ultimo di Okereke (affaticamento muscolare) non spiega la debacle generale sul piano dell'atteggiamento. Zanetti dice che si diverte quando vede giocare l'Atalanta: il problema è che i suoi ragazzi lo prendono troppo in parola, ed assistono inermi allo spettacolo iniziale della squadra bergamasca, che approccia la gara con la solita voglia di prendere per il collo l'avversario e di strangolarlo negli uno-contro-uno di cui va legittimamente fiera. E passato lo spavento per una saetta di Busio dopo 18 che costringe Musso a volare per smanacciare in corner, ci mette meno di un quarto d'ora per far vedere chi comanda.
PIEDE ISPIRATO
Ilic ha il piede ispirato e l'imbucata con cui libera Pasalic (7') davanti a Romero per l'1-0 facile facile fa parte del suo repertorio di genialate. Così come lo scambio al limite Pasalic-Muriel-Pasalic che fa a fette la disorientata difesa veneziana per il gol del 2-0 del croato appartiene al già visto nel repertorio gapariniano, fatto di fraseggi stretti in cerca del varco buono per aprire le difese. Caduto in pieno nella trappola, il Venezia cerca di riordinare piano piano le idee, ma la girata di Henry al 27' (Musso respinge) è solo una pia illusione, prima di andare al riposo sullo 0-2. Così come nella ripresa la rasoiata del neoentrato Crnigoj a inizio ripresa (Musso pronto) è in realtà il preludio all'impietoso dilagare dell'Atalanta che trova prima il 3-0 con Koopmeiners (12', sinistro chirurgico dal limite) e al 25' serve il poker ancora con Pasalic, che porta a casa il pallone e la Dea al terzo posto con l'Inter, in campo oggi. Il resto è una lenta agonia sino al triplice fischio finale.
Marco Bampa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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