ASIA/MYANMAR - Risuonano in Myanmar le parole del Papa: una benedizione per la nazione

lunedì, 17 maggio 2021 evangelizzazione   preghiera  

Yangon (Agenzia Fides) - "Le parole di vicinanza così forti e chiare di Papa Francesco, quel messaggio 'Non perdete la speranza', sono un incoraggiamento speciale per tutto il popolo sofferente in Myanmar. Ci sentiamo chiamati a restare fedeli al Vangelo anche a rischio della vita. Ringraziamo di cuore il Santo Padre perché ha a cuore le sorti della nostra nazione": così dice all'Agenzia Fides Joseph Kung Za Hmung, leader laico cattolico, direttore di "Gloria News Journal", giornale cattolico birmano su web, esprimendo i sentimenti del popolo birmano che ha seguito grazie ai canali del web e dei social network la santa messa celebrata domenica 16 maggio in San Pietro da Papa Francesco, dedicata ai fedeli del Myanmar residenti in Italia.
Come appreso dall'Agenzia Fides, migliaia di fedeli cattolici si sono collegati e hanno seguito in diretta via web l'evento celebrato in San Pietro, collegandosi alle piattaforme Youtube e Facebook. "I fedeli birmani sono sorpresi e perfino commossi: non avremmo mai immaginato di poter ascoltare parole e suoni della nostra terra proclamati nella Basilica. Ci sentiamo davvero nel cuore della Chiesa universale. Grazie al Papa per la sua profonda umanità. Abbiamo avvertito la profonda comunione con la Chiesa universale" rileva Za Hmung a Fides.
In particolare una donna di Banmaw ha visto suo fratello, prete birmano che studia a Roma, leggere il Vangelo durante la celebrazione eucaristica. Esprimendo la sua grandissima gioia, ha detto. "Questa è una autentica benedizione di Dio sulla nostra famiglia e su tutto il nostro popolo".
Facendosi portavoce dei Vescovi, sacerdoti e religiosi e di tutti i cattolici birmani, il Cardinale Charles Maung Bo ha espresso profonda gratitudine, dicendo "grazie al Santo Padre per le sua preghiera e perché ha nel cuore il nostro amato popolo". La santa Messa è stata seguita anche da cittadini non cristiani che hanno apprezzato molto la speciale preghiera del Papa e la sua attenzione alla nazione, ancora sconvolta dalla repressione militare.
Il Papa ha chiesto ai fedeli, in Myanmar e all'estero, di custodire la fede, l’unità e la verità, rischiando anche la vita per il Vangelo. "Custodire la fede - ha sottolineato - è tenere lo sguardo alto verso il cielo mentre sulla terra si combatte e si sparge il sangue innocente. È non cedere alla logica dell’odio e della vendetta, ma restare con lo sguardo rivolto a quel Dio dell’amore che ci chiama ad essere fratelli tra di noi".
“Custodire la verità - ha proseguito il Pontefice - non significa difendere delle idee, diventare guardiani di un sistema di dottrine e di dogmi”, ma restare fedeli e legati a Cristo perché Lui è “la verità”. “Custodire la verità significa essere profeti in tutte le situazioni della vita” ed esserne testimoni: "Il Vangelo - ha detto Papa Francesco nella sua omelia - ci chiede di essere nella verità e per la verità, per la propria verità, donando la vita per gli altri. E dove c’è guerra, violenza, odio, essere fedeli al Vangelo e artigiani di pace significa impegnarsi, anche attraverso le scelte sociali e politiche, rischiando la vita. Solo così le cose possono cambiare. Il Signore non ha bisogno di gente tiepida: ci vuole consacrati nella verità e nella bellezza del Vangelo, perché possiamo testimoniare la gioia del Regno di Dio anche nella notte buia del dolore e quando il male sembra più forte".
Papa Francesco ha poi lanciato un appello alla fratellanza, contro ogni divisione: "Quanto bisogno c’è, soprattutto oggi, di fraternità. So che alcune situazioni politiche e sociali sono più grandi di voi, ma l’impegno per la pace e la fraternità nasce sempre dal basso: ciascuno, nel piccolo, può fare la sua parte. Ciascuno può impegnarsi a essere, nel piccolo, un costruttore di fraternità, a essere seminatore di fraternità, a lavorare per ricostruire ciò che si è spezzato invece che alimentare la violenza. Siamo chiamati a farlo, anche come Chiesa: promuoviamo il dialogo, il rispetto per l’altro, la custodia del fratello, la comunione".
Gesù Cristo, ha concluso, “prega il Padre e intercede per tutti noi, perché ci custodisca dal maligno e ci liberi dal potere del male”. E dunque, ha detto, non bisogna perdere la speranza.
(PA) (Agenzia Fides 17/5/2021)


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