25 maggio 2020 - 11:21

Coronavirus: in Germania 107 casi dopo una cerimonia religiosa

Allarme a Francoforte sul Meno e Hanau dopo la Messa in una chiesa battista. «Distanza di un metro e mezzo rispettata», dichiara il responsabile della comunità, ma le cerimonie sono sospese e si riflette sulle riunioni in spazi chiusi

di Silvia Turin

Coronavirus: in Germania 107 casi dopo una cerimonia religiosa Heike Lyding / imago images / epd
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Si parla molto di assembramenti e luoghi a rischio contagio e non a torto si citano casi di focolai originatisi in chiese, palestre, ristorantie, in genere, luoghi chiusi e affollati dove si rimane per un certo periodo di tempo. Un gruppo di casi di coronavirus si è sviluppato da poco in Germania, a Francoforte sul Meno, dopo una cerimonia in una chiesa battista. Sono finora 107 le persone contagiate dal giorno della celebrazione, il 10 maggio, come riporta Der Spiegel.

Rispettate le misure di distanziamento

Il capo del dipartimento sanitario comunale ha dichiarato che durante la messa si sarebbero infettate 40 persone: nessuna di loro è in gravi condizioni tranne una in ospedale. Gli altri contagi sarebbero avvenuti in seguito, in famiglia. Anche la città di Hanau ha denunciato 16 infetti derivanti dalla stessa Messa. A seguito delle segnalazioni è stata annullata una preghiera di digiuno programmata domenica dai musulmani nello stadio Herbert Dröse di Hanau e sono stati cancellati tutti gli incontri previsti nella parrocchia del Vangelo Cristiano Battisti di Francoforte, da dove sarebbe partito il contagio. Il rappresentante della comunità battista locale, Vladimir Pritzkau, ha assicurato ai giornalisti che erano stati rispettati tutti i requisiti di distanziamento sociale: c’erano i disinfettanti ed era stata mantenuta la distanza prescritta - di un metro e mezzo -, ma non ha fatto sapere quante persone fossero presenti alla cerimonia.

Altro gruppo da un ristorante

Il caso ha sollevato alcuni dubbi nel Paese sugli allentamenti delle restrizioni, soprattutto in alcuni contesti. A Leer, in Bassa Sassonia, per circa 50 visitatori di un ristorante, le autorità hanno ordinato la quarantena domestica dopo che almeno 7 ospiti sono risultati positivi al virus. Secondo i dati ufficiali, nel distretto non si erano registrate infezioni nuove per più di una settimana. Ora il numero di casi in quarantena è quasi triplicato in due giorni, da 24 a 66.

Il virus «preferisce» le aggregazioni al chiuso

Questi esempi rispecchiano bene quelle che sembrano essere caratteristiche epidemiologiche del SARS-CoV-2, per cui una piccola percentuale di persone è responsabile di una grande quantità di infezioni, ma molti non contagiano affatto. Un corista che ne infetta altri 53, un focolaio in un dormitorio per lavoratori migranti a Singapore collegato a quasi 800 casi e così via per navi, case di cura, impianti di confezionamento della carne, stazioni sciistiche, chiese, ristoranti, ospedali e carceri. Il virus SARS-CoV-2, come i suoi due cugini SARS e MERS, sembra particolarmente incline ad attaccare gruppi di persone strettamente connessi. È bene tenerne conto quando decidiamo quali sono i luoghi che vogliamo frequentare: ogni situazione è diversa e, nonostante il rispetto delle normative, dobbiamo farci da soli un’idea del rischio che possiamo (e vogliamo) correre. Il tempo di permanenza, il volume dell’ambiente, il ricambio d’aria, le attività che svolgono i soggetti e le presenze contemporanee in un luogo sono i parametri da considerare. Più semplicemente: negli ambienti chiusi e affollati i rischi aumentano, specie se ci stiamo per tanto tempo.

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