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VIDEO | Bandecchi, il “gigante tra i nani” scende in campo con AP: “Candido anche un cammello se è intelligente”

Lo accusano di essere volgare, misogino, razzista, patriarcale: "Mi odiano perché sono ricco, vado bene solo se faccio la scimmia"

Pubblicato:20-03-2024 18:18
Ultimo aggiornamento:21-03-2024 20:07

bandecchi dimissioni
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ROMA – Avanti tutti e tutte. Donne e cammelli, purché “intelligenti”. Stefano Bandecchi presenta la lista di Alternativa Popolare per le europee. Sarà capolista in tutte le circoscrizioni, salvo il centro, dove correrà il magistrato Luca Palamara. Il lancio del progetto avviene nella sala Capranichetta, a due passi da Montecitorio. Un centinaio di presenti, le donne sono meno di una decina. La domanda scatta immediata: come mai? “Noi prediligiamo gli intelligenti. Chiedo scusa alle donne, io posso candidare anche un cammello se è intelligente”. Non ci sono nemmeno quelli, però. “Non credo nelle quote rosa. Mia mamma e mia sorella sono intelligenti, credo che le donne siano intelligenti”.

Lo hanno accusato di essere volgare, misogino, razzista, patriarcale. “Io sono equilibrato non un moderato. ‘Moderato’ è una parola che mi fa schifo- sottolinea- non ho fatto il prete ma il militare e voglio essere un rivoluzionario di centro”. E’ l’uomo “alternativo e popolare”, come lo presenta Paolo Alli, presidente di Ap. Accanto a Bandecchi siede Luca Palamara, il magistrato che sarà capolista nella circoscrizione centro. “Mi ha incuriosito il personaggio Bandecchi- racconta l’ex presidente dell’Anm- il suo rapporto diretto con i cittadini, di chi non si accontenta del pensiero unico. Io sono qui per rompere lo schema del perbenismo e dell’ipocrisia e cogliere le vere istanze dei cittadini. È un progetto nuovo, ambizioso, provocatorio”.

Bandecchi sorride, molleggia sulla sedia. Si carica. Prende la rincorsa: “Noi siamo qui oggi per cominciare a scrivere l’alternativa a una cattiva politica europea”. Terni e l’Italia gli stanno strette: “Bandecchi camminando tra i nani aveva qualche problema: spieghi 50 volte una cosa a una persona e non capisce, non è in grado di fare quella cosa. È successo con tutti”.


Definisce “demenziali” le parole con cui Matteo Salvini ha commentato le elezioni in Russia. Parla di sé in terza persona: “Bandecchi è uomo di politica e uomo d’azienda. Bandecchi non sa tutto ma si documenta”. E lo studio gli suggerisce che “i nostri 76 eurodeputati oggi lavorano per la Cina, gli Stati Uniti, la Germania, la Francia, la Spagna. Io conto di mandarne almeno cinque in Europa, a fare squadra per l’Italia con gli altri di destra e sinistra. Noi saremmo il catalizzatore di coloro che metteranno insieme tutti gli onorevoli a parlare dell’Italia”.

Cita Olivetti, si sente il suo erede imprenditoriale. Ma anche Craxi, parente per visione politica. “Per fare impresa non servono i soldi, ma fantasia, coraggio e resilienza. Non sarai amato da tutti ma farai del bene a tutti, produrrai ricchezza”. Ma il popolo è ingrato: “Noi italiani rappresentiamo il massimo dello schifo verso i ricchi. Se ammazzi e mangi i genitori va bene, ma se fai i soldi ti odiamo“. Una visione da ribaltare: “Questo cambiamento viene garantito da Stefano Bandecchi che di mentalità ne ha tanta e di coraggio ancora di più. Bandecchi fa un po’ di paura al sistema. Non è invitato in tv, va bene solo quando fa la scimmietta. Bandecchi ha creato un impero e anche un altro impero da un’altra parte: lo tiro fuori tra un paio di mesi e vedrete che sono seduto sopra un’altra miliardata”.

Né a destra né a sinistra, “noi siamo normali- assicura- siamo capitani coraggiosi”. Sarà difficile raggiungere il 4%- ammette- ma ce la faremo, credo che saranno altri a restare fuori”. Dice che per entrare in Parlamento bisognerebbe “fare un esame psichiatrico”, ma il futuro lo sogna lì, dentro ai palazzi della politica là fuori, a pochi metri: “In tre anni e mezzo prenderemo oltre il 40% e faremo noi il governo”. La conferenza è finita. Saluta tutti, lascia la sala e sale sul camper col ritratto che lo attende in piazza. Mette in moto e inizia la manovra per lasciare piazza Montecitorio. Prima, però, si affaccia dal finestrino. Non è il balcone, ma fa lo stesso. “Voglio dire una frase che non ha mai detto nessuno…vincere e vinceremo!”.

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