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Bollettino della Russia che resiste. Il popolo di Navalny

Messaggi contro la guerra ai funerali di Aleksej Naval’nyj

Migliaia di persone ai funerali di Aleksej Naval’nyj hanno gridato: “No alla guerra!”, “Gli ucraini sono brave persone!”, come mostra un video trasmesso da molti canali e agenzie di informazione. Secondo i media di opposizione, al funerale hanno partecipato almeno 16mila persone.

Le persone che dall’1 al 3 marzo hanno dato l’ultimo saluto ad Aleksej Naval’nyj hanno lasciato, insieme ai fiori, dei bigliettini contro la guerra. Sono inoltre state trovate scritte sui muri dei palazzi e sulle macchine lungo il tragitto del corteo verso il cimitero.

Voci dalla città

Un cartello per l’arruolamento militare strappato, con la scritta “No alla guerra”.

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La scritta su un camioncino “Le idee sono immortali. No alla guerra”.

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L’autista di un camioncino, su cui comparivano le scritte: “No alla guerra!”, “Mandiamo Putin all’Aia”, “Noi siamo per la pace” è stato fermato dalle forze dell’ordine e obbligato a cancellare le scritte. L’uomo è poi stato lasciato andare.

Presso il monumento delle vittime delle repressioni politiche a Tula è apparsa la scritta “Lotta per la pace!”.

Nel quartiere centrale di Volgograd vicino a un graffito di Cristo crocifisso e alla scritta “Salvaci e proteggici” è apparsa la scritta “Fanculo alla guerra”.

Una donna residente a Čeljabinsk ha ricoperto di scritte contro la guerra (“Putin è un assassino” e “No alla guerra”) dei volantini di propaganda elettorale e li ha appesi vicino a un seggio.

Il primo marzo un abitante di Jaroslavl’ ha affisso delle poesie di Achmatova e Evtušenko contro la guerra alle pareti del palazzo in cui viveva Boris Nemcov. Ha inoltre lasciato un messaggio per i collaboratori del Centro “Ė” (Dipartimento per la lotta alll’estremismo) che distruggono i memoriali dedicati a Naval’nyj e buttano i fiori, pregandoli di ricordarsi “di buttare anche se stessi nella spazzatura”.

Il canale Telegram “Strela” riferisce che sui muri delle case vengono lasciati con la vernice rossa dei “messaggi” a Putin. Le scritte “No alla guerra”, “Hanno fatto dei brogli” e “PTN FCL” (Putin, vaffanculo) sono apparse a Engel’s, nella regione di Saratov, Lipeck e Brjansk.

A Pietroburgo  è comparso all’ingresso di uno dei palazzi di via Pravda (la via intitolata al giornale sovietico, organo del Partito Comunista. In russo Pravda significa verità) il cartello “La verità, nient’altro che la verità”. Il cartello, i cui autori sono ignoti e che richiama il titolo e il carattere del giornale sovietico, si riferisce alla legge sulle fake news ed è comparso nel secondo anniversario dall’entrata in vigore della legge che prevede una responsabilità penale per chi diffonda informazioni false sulle forze armate. I cambiamenti introdotti nel codice penale all’inizio della guerra  hanno fatto sì che venissero arrestati e condannati alla reclusione gli attivisti contro la guerra. Dall’entrata in vigore al gennaio 2024 i procedimenti penali legati a questo articolo del codice sono stati 273.

Banconote e foglietti contro la guerra a Stavropol’.

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Slogan contro la guerra sui volantini di propaganda elettorale a Čeljabinsk.   

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Picchetti

A Chabarovsk si è tenuto un picchetto contro la guerra e gli assassinii politici, durante il quale l’attivista Zigmund Chudjakov ha ricordato Aleksej Naval’nyj e Boris Nemcov e ha promesso che nessuna delle persone assassinate sarà dimenticata.

L’attivista settantottenne di Perm’ Viktor Gilin ha tenuto un picchetto col cartello: “Signor Putin, perché la Russia non arriva alla pacificazione entrando nella NATO?”

Nargiza Tochirova, all’ottavo mese di gravidanza, è stata trattenuta e portata alla stazione di polizia per aver tenuto un picchetto in via Nikol’skaja, nel centro di Mosca, con il cartello “No alla guerra”.

A Mosca  Agata Rose Gert è stata arrestata per aver manifestato con il cartello “Putin sta uccidendo l’Ucraina e la Russia”. La donna è stata poi multata per 50mila rubli (500 euro, pari a tre stipendi minimi) per diffamazione dell’esercito.

Procedimenti penali e provvedimenti amministrativi

“Pace e libertà ai cittadini russi! No alla guerra!”- ha gridato il giornalista Roman Ivanov in tribunale. L’uomo, residente a Korolëv, è finito sotto processo per diffusione di “fake news” sull’esercito a causa di alcuni post sul suo canale Telegram “Parola di Korolëv” tra cui, in particolare,  la pubblicazione del rapporto delle Nazioni Unite su Buča. Il primo marzo, il pubblico ministero ha chiesto 8 anni di colonia penale a regime ordinario per il giornalista, che si è presentato all'udienza indossando una maglietta con la citazione "E ci sarà la primavera. E nessuno potrà impedirlo" della poesia di Evgenija Berkovič, anch'essa indagata.

Su Polina Evtušenko, venticinquenne che aveva pubblicato sui social alcuni post a sostegno dell’Ucraina criticando la guerra, pendono sei capi d’accusa. La ragazza, arrestata nell’estate del 2023, rischia fino a ventidue anni e mezzo di colonia penale. Inizialmente era stata accusata di alto tradimento, mentre ora è stata dichiarata colpevole di altri sei crimini, tra cui tentato altro tradimento e incitamento all’estremismo.

Dar’ja Kozyreva, attivista di 18 anni, è stata condannata alla custodia cautelare in carcere fino al 25 aprile perché dichiarata colpevole di ripetuta diffamazione dell’esercito. La ragazza era stata arrestata il 24 febbraio di quest' anno per aver incollato a Pietroburgo un cartello con una citazione della poesia “Testamento” su una statua del poeta ucraino Taras Sevčenko. In precedenza, la ragazza, pur essendo ancora una studentessa, era stata arrestata e contro di lei erano già stati avviati provvedimenti amministrativi e procedimenti penali per aver pubblicato alcuni post contro la guerra e per aver scritto “Assassini, l’avete bombardata. Traditori” sul cuore che celebrava ill gemellaggio "San Pietroburgo – Mariupol'".

Contro Evgenij Lazutin, cinquantenne di Chanty-Mansijsk (Siberia occidentale), è stato avviato un procedimento penale per ripetuta diffamazione dell’esercito. L’uomo, che lavora come guardia di sicurezza nel mercato coperto della città, è stato accusato perché, mentre stava parlando in modo abbastanza animato nella sala fumatori, aveva definito “idioti” e “carne da cannoni” coloro che partecipano alla guerra in Ucraina. In precedenza, era già stato multato per 30 mila rubli (circa 300 euro, pari a due volte il salario minimo) per diffamazione dell'esercito a causa di alcuni post contro la guerra sui social.

Ruben Pogosjan, residente a Petrozavodsk, è stato condannato a sei anni di colonia penale a regime severo per aver pubblicato dei post riguardo all bombardamento sul teatro di Mariupol’, ai crimini di guerra dell’esercito russo a Buča, all’attacco missilistico sulla stazione di Kramatorsk e all’incendio alla centrale di Zaporižžja. Nel 2019 l’uomo aveva raccontato a “Mediazona” delle torture subite nella colonia penale 9 di Petrozavodsk, dove stava scontando la sua pena e, di conseguenza, era stato avviato un procedimento penale contro il personale dell’istituto.

Sergej Butrij, creatore del blog "Appunti di un pediatra", è stato trattenuto per 10 giorni per incitamento all'odio o all'ostilità a causa dell’intervista a Katerina Gordeeva, in cui aveva citato il verso "se vuoi diventare un buon russo, sdraiati in una bara" dalla canzone “Strana doždej” (Il paese delle piogge) di Noize MC. Il 28 febbraio, il tribunale ha respinto il ricorso e confermato la pena. Sergei Butrij è un noto pediatra ed educatore, con circa 230 mila utenti iscritti al suo canale su “VKontakte”, oltre 110 mila iscritti su Telegram e quasi 64 mila su Facebook.

Vjačeslav Lutor di San Pietroburgo è stato condannato a 10 anni di reclusione per aver scambiato dei messaggi con un presunto reclutatore della Legione “Libertà alla Russia” (unità militare ucraina formata da oppositori politici, ex prigionieri di guerra e disertori russi). L’uomo è accusato di tentato alto tradimento,  di collaborazione confidenziale con un rappresentante di uno Stato straniero e di partecipazione a un'organizzazione terroristica.

A San Pietroburgo è stato arrestato un uomo sospettato di aver dato fuoco a un armadio relè. Il giornale online indipendente “47 news” riferisce che l’uomo, contro cui è stato avviato un procedimento penale per terrorismo, aveva incendiato l’armadio sulla tratta Strel’naja- Sergievo  il 10 febbraio.

Un uomo di Jaroslav’ è stato condannato a 3,5 anni di colonia penale a causa di alcuni graffiti a sostegno di Naval’nyi e contro la guerra. L’uomo è stato dichiarato colpevole di vandalismo motivato da odio politico e di partecipazione ad associazione terroristica. Secondo gli inquirenti, a giugno l'uomo aveva disegnato dei graffiti a sostegno di Naval’nyi su alcune fermate degli autobus e sulle facciate di alcuni edifici, tra cui quelle della Fondazione per la lotta alla corruzione (fondazione creata dallo stesso Naval’nyi). Inoltre, aveva scritto degli slogan contro la guerra, tra cui  "Libertà ai prigionieri politici" e "No alla guerra".

Vitalij Toročkov e Polina Roots, genitori di cinque figli di Čerepovec, sono stati condannati a 13 e 9 anni di reclusione perché dichiarati colpevoli di apologia del terrorismo e di detenzione e di fabbricazione illegale di esplosivi. Secondo l’associazione “Memorial”, i coniugi sono stati accusati di apologia del terrorismo perché avevano postato sui social un video dal titolo "I passaporti russi sono una vergogna e un marchio infamante!". Inoltre, sulle pagine social la coppia aveva pubblicato dei post a sostegno dell'Ucraina, delle canzoni nazionali ucraine e anche alcuni post contro la guerra e contro Putin.

Trunov, blogger di Petrozavodsk, è stato multato per 30 mila rubli per aver scritto alcuni commenti sulla pagina dell’ex sindaco Ljubarskij criticando la sua scelta di arruolarsi per combattere contro l’Ucraina. La denuncia contro l’uomo è stata depositata nella regione della Carelia.

Sergej Sokolov, caporedattore del periodico indipendente “Novaya Gazeta” é stato multato per 30 mila rubli per diffamazione dell’esercito, come riferito da alcuni suoi collaboratori.  Sokolov è stato portato via dalla sua abitazione da alcuni agenti del Centro per la lotta all'estremismo e gli è stato fatto un verbale a causa di un articolo del giornale su come gli orfani vengono convinti a firmare contratti con il Ministero della Difesa e ad andare in guerra. Sokolov è succeduto a Dmitrij Muratov come caporedattore della Novaya Gazeta, dopo che il giornalista detentore del premio Nobel per la pace era stato inserito nell'elenco degli agenti stranieri.

Boris Romanov, ex consigliere comunale di San Pietroburgo, è stato condannato in contumacia a sei anni di colonia penale per diffusione di fake news sull’esercito. Il 29 marzo del 2022 il politico si era già schierato contro la guerra in Ucraina parlando degli orrori di Buča prima di una seduta del consiglio del distretto municipale di Svetlanovskoe. Nel maggio dello stesso anno era stato arrestato e condotto in un centro di detenzione, ma poi gli erano state imposte altre misure cautelari. Subito dopo essere stato rilasciato Romanov aveva lasciato la Russia. Il pubblico ministero ha chiesto 9 anni di reclusione in una colonia penale per il politico.

Durante questi due anni di guerra in Ucraina, 487 ecologisti e ambientalisti sono stati perseguiti penalmente, 74 dei quali per la loro posizione contro la guerra. Cinque di loro hanno ricevuto condanne definitive. La ricerca è stata condotta da "Important Stories" (sito web russo indipendente) sulla base di rapporti sulla persecuzione degli ambientalisti in Russia. Inoltre, gli attivisti sono stati multati, minacciati e le loro proprietà sono state distrutte.

Nel corso di questi due anni di guerra l'FSB ha continuato a perseguire penalmente gli studiosi che si esprimono contro la guerra. Alcuni accademici hanno subito delle pressioni con minacce personali o alle loro mogli, molti scienziati sono stati minacciati di finire sotto processo e, in alcuni casi, sono stati realmente avviati procedimenti penali per intimidirli. In un istituto di ricerca russo, più di 20 persone hanno firmato una lettera contro la guerra, ma quasi tutti hanno dovuto lasciare il paese dopo aver parlato con le forze di sicurezza.T-invariant, nuovo media della comunità scientifica russa, ha pubblicato uno studio su questo rilevante caso che coinvolge gli scienziati che hanno deciso di firmare la lettera contro la guerra.

Il politico Il’ja Jašin, condannato a otto anni e mezzo di colonia penale a causa di una live su Youtube in cui parlava dei civili uccisi a Buča dall’esercito russo, è stato inserito nel registro della colonia penale 3 di Smolensk come “ soggetto incline allo studio e alla diffusione dell’estremismo”.

Il tribunale distrettuale Korolëvskij della regione di Mosca ha condannato Roman Ivanov, giornalista di RusNews, a sette anni di colonia penale a regime ordinario a causa di tre post su Telegram. Il primo riguardava i civili uccisi dai soldati russi a Buča, il secondo gli attacchi missilistici russi alle infrastrutture civili dell'Ucraina e il terzo riproduceva il rapporto delle Nazioni Unite sui crimini di guerra dell'esercito russo.

Polina Evtušenko, venticinquenne di Togliatti, è stata accusata in via definitiva per essersi espressa contro la guerra e per aver pubblicato alcuni post pacifisti. La ragazza, che era stata arrestata nell’estate del 2023, rischia fino a 22 anni e mezzo di reclusione in una colonia penale.

Anatolij Timofeev, residente nel villaggio di Kozlovka, è stato accusato di “diffusione di false informazioni in grado di provocare disordini di massa” (comma 9 dell'articolo 13.15 del Codice penale della Federazione Russa) a causa di un post sul social russo “Vkontakte”. L’uomo aveva scritto che nell’estate del 2023, Farit Jarullin, governatore del distretto territoriale della Jangilda, aveva picchiato un uomo con problemi di alcolismo che si era rifiutato di arruolarsi.

Il politologo Abbas Galljamov è stato arrestato in contumacia per due mesi a causa di un’intervista rilasciata ai giornalisti ucraini del canale YouTube “Groši” (“Soldi”). L’uomo è stato accusato di aver diffuso "false informazioni sulle uccisioni dei civili a Buča e Kramatorsk”.

Contro Vladimir Dovdanov, vicepresidente del Congresso del popolo di Ojrat- Kalmyk (organizzazione creata dalla comunità mongola della Repubblica di Calmucchia), è stato avviato un procedimento penale per “istigazione ad attività volte a minare all’integrità territoriale russa” (articolo 280.4 del Codice penale della Federazione Russa) a causa di un video in cui l’uomo esortava le forze armate ucraine a distruggere le attrezzature militari russe.

Vladislav Tabulovič, trentunenne di San Pietroburgo, è stato multato per 200 mila rubli (pari a 2000 euro, circa 12,3 volte il salario minimo) per aver scritto un commento sull'inondazione di Novaya Kachovka in un gruppo Telegram. L’uomo, costretto a iniziare un percorso di terapia con uno psichiatra, è stato dichiarato colpevole di istigazione al terrorismo (parte 2 dell’articolo 205.2 del Codice penale) e all’estremismo (parte 2 dell’articolo 280 del Codice penale).

In Crimea una donna è stata multata per 40 mila rubli (pari a 400 euro, circa 2,5 volte il salario minimo) per diffamazione dell’esercito russo dal tribunale distrettuale Krasnoperekopsk per aver scritto “Gloria alle forze armate ucraine” in tre chat su Telegram.

Un trentasettenne residente nel villaggio Emel’janovo della regione di Krasnojarsk è stato accusato di aver esortato a maltrattare i militari russi che combattono in Ucraina.Contro l’uomo, che rischia fino a cinque anni di carcere, è stato aperto un procedimento penale per istigazione all'estremismo su Internet (parte 2 dell’articolo 280 del Codice penale) a causa di un video pubblicato su YouTube.

Proteste online

L’artista Dar’ja Apachončič ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una nuova opera in cui ha rappresentato il ciclo dei soldi e della guerra nei suoi resoconti di agente straniero per il Ministero della Giustizia. “Buongiorno, Ministero della Giustizia, questo è il mio nuovo report per te. Qui c’è il flusso del petrolio e del gas e qui quello dei soldi e delle armi. Questi sono i razzi che volano, le bombe che cadono e qui scorre il sangue, muoiono le persone”. “Ma non si tratta solo di petrolio, soldi, bombe. Si tratta anche delle persone che vi prendono parte, che sparano, che vendono armi, che lavorano per il regime. La guerra non finirà da sola finché ci saranno delle persone che vi partecipano”.

Cultura

L’otto marzo sul canale della cantante Monetočka è stato pubblicato il video della canzone “U mamy est’ sekret” (La mamma ha un segreto), che vede la partecipazione di Anna Mongajt, Ekaterina Duncova, Katerina Gordeeva, Nadežda Tolokonnikova, Čulpan Chamatova e altre donne che si sono opposte alla guerra.

Memoriali

A Mosca ai piedi del monumento a Lesja Ukraïnka sono stati deposti fiori e giocattoli in memoria delle vittime del bombardamento di Odessa nella notte del 2 marzo, quando l’attacco di un drone su un condominio ha causato la morte di dodici persone, fra cui due bambini.

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