La Nuova Sardegna

Sassari

L’allarme

«Tutti i canili sono al completo, a Sassari le adozioni non decollano»

di Paolo Ardovino
«Tutti i canili sono al completo, a Sassari le adozioni non decollano»

Intanto abbandoni ogni giorno: «Manca la cultura contro il randagismo»

15 marzo 2024
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Sassari Per chi vuole adottarli, i cani ci sono eccome. Almeno duemila. I canili di Sassari e zone limitrofe straripano. Peccato, però, che ce ne siano anche tantissimi in giro per le strade e le campagne. «La politica deve intervenire con una programmazione per limitare il randagismo e per promuovere le adozioni».

Le chat delle associazioni animaliste della provincia ricevono segnalazioni a ogni ora del giorno. Cucciolate abbandonate, cani maltrattati, richieste d’aiuto. Tra Sassari e Porto Torres e comuni limitrofi, qualcosa non va nel meccanismo delle adozioni.

«Prova a immaginare di passare tutta la vita in una condizione che dovrebbe essere solo temporanea – così Sebastiano Candidda, presidente della sezione di Porto Torres della Lega per la difesa del cane e riferimento per le associazioni di Sassari e hinterland –. I canili sono saturi, il risultato di un mancato interesse di chi di dovere», indica amministrazioni locali e azienda sanitaria. «Anche senza riferirci a contesti estremi, il maltrattamento è pure vedere canili che tengono animali una vita intera senza mai concederli in adozione». Senza generalizzare, sostiene, in alcuni casi manca l’interesse dei gestori a fare promozione. «E poi si deve lottare con una cultura che non tiene in considerazione il randagismo come problema. Infatti, prima di arrivare alla soluzione ufficiale di un canile – dice Candidda –, chi vuole dei cani, con tutte le cucciolate indesiderate che si sentono in giro e che sono segnalate sui social, finisce nei giri dell’amico dell’amico».

Sul territorio del distretto sanitario di Sassari, le cifre sono impressionanti: dentro i recinti dei canili pubblici e privati, a oggi, ci sono più di duemila cani. A Sassari la struttura comunale con circa 200 animali al suo interno, più altre due, una gestita dall’associazione Lida (300 cani circa) e una dalla società Agriculture Campanedda (350). A Condrongianos il comunale gestito da Dna Randagio (circa 80). A Porto Torres il nuovo e il vecchio comunali, entrambi circa 100 cani a testa, e il canile privato Altanurra, anche qui sul centinaio di cani ospitati. A Ittiri il privato della società Pippolandia con circa 400 animali, ad Alghero il Primavera gestito da Dna Randagio con circa 400 animali. Infine, a Ossi, 150 animali riempiono il canile dell’associazione Noi e gli altri.

A gestire il canile comunale di Sassari è l’associazione Qua la zampa, forse l’esempio più virtuoso nel bilancio tra entrate e uscite. La responsabile, Emma Angius, per spiegarlo usa la tabella che va da gennaio a luglio 2023. 158 cani introdotti e 117 rilasciati in adozione. «Arrivano su richiesta dei cittadini che si rivolgono ad Asl e Comune, o attraverso i recuperi di cani abbandoati che effettuiamo – spiega la trafila –, o che ci arrivano dai sequestri delle forze dell’ordine». Nel primissimo periodo, l’animale rimane in quarantena e sottoposto a visite dei veterinari, prelievi e controlli vari. «Nell’immediato pubblichiamo un post sui canali social, prima di tutto per capire se sia stato smarrito». Viene accertata la presenza o meno del chip sottocutaneo, in questo caso diventa di proprietà del comune di Sassari in attesa di un adottante. «A volte il percorso è breve, capita che il cane trovi nuova famiglia nel giro di qualche giorno – racconta Emma Angius –, altre volte è più complicato. In particolare per i cani di grossa taglia e ancora di più se positivi a lehismania». Da gara di appalto triennale, il canile gode di sostegno comunale «ma basta quasi esclusivamente per gli stipendi, abbiamo quattro operatori la mattina e uno al pomeriggio». Dall’Asl «mai visto nulla in trent’anni – accusa –. Dovrebbe fornire antiparassitari, vaccini, dati sulle malattie». 

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