Animali. Sondaggio, bene formaggio Made in Italy ma solo con benessere animali

Per 9 italiani su 10 salute animale e umana dipendenti una da altra

(DIRE) Roma, 16 Apr. – Quasi un italiano su due ritiene che ci sia ancora strada da fare per assicurare il benessere negli allevamenti. I nostri concittadini dimostrano anche di avere contezza crescente sia del concetto di One Health, che della stretta connessione tra salute animale e umana: per 9 italiani su 10 sono dipendenti l’una dall’altra. Più della metà degli italiani, il 60%, ritiene che il ruolo del veterinario sia quello di seguire e indirizzare l’allevatore nella costruzione di un allevamento responsabile per il benessere dell’animale e dell’uomo, assegnandogli dunque una funzione centrale. Questo quanto emerso da ‘Qualità del prodotto, qualità del processo – L’importanza del veterinario nella filiera del Parmigiano Reggiano’, organizzato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e AISA-Federchimica, l’associazione che riunisce le imprese operanti nel mercato della salute animale. I dati sono stati raccolti da SWG attraverso un’indagine svolta la prima settimana di aprile su un campione rappresentativo della popolazione italiana.

L’obiettivo era verificare l’orientamento degli italiani su temi centrali per la filiera alimentare: dalla valorizzazione della filiera agro-alimentare Made in Italy alle scelte alimentari e abitudini di acquisto dei consumatori, passando per la rilevanza di una corretta profilassi degli animali da reddito per allevamenti sostenibili. Per il 93% degli intervistati, i prodotti di origine animale e lattiero caseari made in Italy rappresentano un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, che dovrebbe ricevere ancora maggiore tutela da parte delle Istituzioni. Questo attestato di qualità dei prodotti è legato imprescindibilmente, dal 91% del campione, alla qualità degli allevamenti, responsabili a loro volta di assicurare il benessere animale, un attento monitoraggio del loro stato di salute e una corretta profilassi per evitare l’insorgenza di infezioni e malattie. Nei prossimi mesi l’iniziativa proseguirà con l’intenzione di fornire ai veterinari nuovi strumenti, sia più specificatamente scientifici, che di comunicazione e ingaggio degli allevatori.

“In risposta ai trend globali e al tempo stesso locali di evoluzione del comparto agro-alimentare, e per rispondere alle esigenze di trasparenza e sostenibilità espresse dai consumatori, abbiamo deciso di sviluppare questa progettualità mirata sui veterinari, figure di fondamentale importanza all’interno della filiera di valore del Consorzio”, spiega Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. “In qualità di Associazione che riunisce le imprese operanti nel mercato della salute animale, abbiamo sposato con entusiasmo l’invito del Consorzio per unirci a questa iniziativa, in grado di tradurre in azioni concrete alcuni pilastri fondamentali che reggono l’impegno e la mission della nostra Associazione più in generale: la promozione e la difesa della salute e del benessere animale, in stretta connessione con l’obiettivo della sicurezza e della qualità degli alimenti di origine animale”, aggiunge Carlo Gazza, vicepresidente di AISA-Federchimica.

“L’attenzione mostrata nei confronti della centralità del ruolo dei medici veterinari all’interno dei processi di cura degli animali e di produzione agro-alimentare attraverso questa progettualità è per il nostro settore un importante segnale, che auspichiamo riceva la giusta partecipazione. La direzione intrapresa oggi verso un approccio maggiormente sinergico e olistico quando si tratta di allevamenti e benessere animale è per noi quella giusta”, prosegue Alberto Brizzi, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Parma. (Com/Ran/Dire) 15:20 16-04-24

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