Carlo V
Carlo V (ovvero Carlo I d’Asburgo) era nipote per parte di madre di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona; da questi ereditò la Castiglia, l’Aragona, tutto il sud Italia (la Sicilia, la Sardegna, Napoli) e i possedimenti dei Conquistadores.Era nipote per parte di padre di Maria di Borgogna da cui ereditò i possedimenti della Borgogna, e dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo da cui ereditò i possedimenti d’Asburgo.
Fu eletto imperatore nel 1519 con il nome di Carlo V, suscitando l’opposizione del suo rivale Francesco I di Valois con cui dovette lottare a lungo.
Il suo obiettivo politico era quello di realizzare una monarchia universale cristiana e cattolica allo scopo di portare la pace tra le nazioni cristiane contro i Turchi infedeli secondo il PRINCIPIO DELL’IRENISMO (dal greco Eirene che significa pace), pacificazione interna tra i principi cristiani e luterani.
Nel 1516 succeduto a Ferdinando d’Aragona diventa re di Spagna.
Non era ben voluto dai nobili di Castiglia e di Aragona perché l’erede legittima di Ferdinando era sua figlia Giovanna la Pazza (figlia di Isabella e Ferdinando).
La tensione si aggravò quando Carlo andò a Roma per farsi incoronare imperatore e nel 1520 ad Aquisgrana, nell’antica cappella di Carlo Magno. I castigliani armarono l’esercito e offrirono la corona a Giovanna. Carlo, una volta tornato, sedò la rivolta, riprese la corona e unificò la corona di Spagna e Portogallo tramite un matrimonio con la principessa Isabella (Portogallo) da cui nacque l’erede al trono Filippo.
Sul trono di Francia vi era Francesco I di Valois, successore di Luigi XII, principale avversario di Carlo V. Realizzò quei caratteri che renderanno la Francia una monarchia assoluta; fu lui il primo ad associare il sole alla figura del sovrano. Ridusse il potere dei parlamenti (enti in cui si amministrava la giustizia) e si occupò personalmente della gestione amministrativa dei funzionari. Accentrò i poteri nelle sue mani allo scopo di realizzare una monarchia assoluta.
Francesco importò in Francia il modello italiano delle corti rinascimentali e fece della sua corte uno strumento di governo. Attirava donne, letterati e artisti provenienti dall’Italia.
Carlo V e Francesco I entrano in conflitto per l’egemonia in Italia; Carlo V non era soddisfatto degli accordi stabiliti dalla pace di Noyon (1516). Si alleò con il Papa Leone X e occupò la Lombardia. Scoppiò la guerra ma Francesco I fu sconfitto nel 1525 a Pavia, tenuto prigioniero da Carlo V e costretto a firmare la pace di Madrid con cui rinunciava definitivamente ai possedimenti italiani, perdendo Milano e il ducato di Borgogna.
Tornato in Francia però, Francesco I non rispettò i patti e si preparò alla rivincita, appoggiato da altri sovrani che avevano paura dell’espansione di Carlo V.
Si formò la Lega di Cognac (Papa Clemente VII de’ Medici, Firenze, Venezia, Milano, Genova e l’Inghilterra). La guerra durò dal 1526 al 1529 e si concluse con la vittoria di Carlo V.
Durante questa guerra i Lanzichenecchi (soldati mercenari al soldo dell’imperatore), saccheggiarono Roma, rubarono e distrussero le opere d’arte e gli arredi. Carlo V voleva vendicarsi del papa perché aveva aderito alla lega. Durante un incontro, Carlo V e Clemente VII risolsero i loro contrasti. Nel 1530 Carlo venne incoronato, da papa Clemente VII, Re d’Italia.
Risolto il problema con l’Italia, Carlo V doveva ora fronteggiare l’avanzata turca.
I turchi, intanto, nel 1526 avevano assediato Vienna, in un primo momento gli Asburgo avevano cercato di contenere la pressione turca; nel 1535 Carlo V organizzò una spedizione contro i turchi. Dopo diverse battaglie e cruenti massacri, i turchi riuscirono dunque a sconfiggere le truppe dell’imperatore e rimasero dominatori incontrastati nel Mediterraneo, continuando a compiere razzie di ferocia inaudita.
Alla metà del Cinquecento, il nome del mediterraneo era divenuto il lago ottomano.
Un altro problema che Carlo doveva affrontare era quello dei principi tedeschi le cui spinte autonomistiche si erano acuite dopo la riforma luterana; molti prìncipi avevano aderito alla riforma perché poteva portare cambiamenti politici. Carlo V aveva già condannato il luteranesimo e preteso la condanna a morte di Lutero. I principi protestarono: da qui il nome di riforma protestante.
Carlo però non aveva abbandonato il suo progetto e nel 1530 convoca una Dieta ad Augusta allo scopo di realizzare la pacificazione religiosa, ma non ci riuscì. I principi si presentarono con un documento ovvero la Confessione Augustana che sarebbe diventata la base della dottrina riformata; venne respinta.
I principi si riuniscono nella Lega di Smalcalda, alleandosi con la Francia. Dopo altri tentativi senza successo, Carlo V decide di riprendere le armi e infligge una sconfitta ai principi tedeschi. Nel 1548 Carlo convoca una Dieta ad Augusta e propone un compromesso; in cambio di alcune concessioni sul piano dottrinale, i protestanti avrebbero dovuto ristabilire l’unità con la chiesa di Roma, in attesa delle delibere del concilio di Trento: né i cattolici né i protestanti erano favorevoli al compromesso.
I principi ricrearono un’alleanza antimperiale questa volta aiutati dal re di Francia Enrico II. Nel 1555 venne firmata una Pace sempre ad Augusta: Carlo dovette rinunciare alla centralità del suo potere in Germania.
Fu garantita ad ogni stato la libertà di scegliere tra la religione cattolica e quella luterana, secondo il principio del “Cuius Regio Eius Religio”; ogni Stato, ogni sovrano aveva la possibilità di scegliere la religione che poi i sudditi avrebbero dovuto seguire.
Nel 1556 Carlo, consapevole che il suo progetto della monarchia universale cristiana era fallito, decise di abdicare.
La Corona di Spagna andò al figlio Filippo II, i domini austriaci andarono invece al fratello Ferdinando che divenne imperatore.