Dinastia Giulio-Claudia e Dinastia Flavia: protagonisti e politica

Dinastia Giulio-Claudia e Dinastia Flavia: la storia delle famiglie da cui provenivano i primi imperatori romani. Politica e protagonisti dell'Impero dal 27 a.C. al 96 d.C.
Dinastia Giulio-Claudia e Dinastia Flavia: protagonisti e politica
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1La dinastia Giulio-Claudia (14-68)

1.1Tiberio (14-37 d. C.)

L'imperatore romano Tiberio a Capri
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Tiberio era figlio di Livia Drusilla, terza moglie di Augusto, e del primo marito di lei, Tiberio Claudio. Con lui ebbe inizio la dinastia Giulio Claudia: Tiberio, infatti, faceva parte della dinastia Giulia per adozione, era stato adottato da Augusto nel 4 d. C, e della gens Claudia per nascita.    

Durante il suo governo, Tiberio:

  • ridiede centralità del Senato: aumentò le competenze di questa assemblea e la consultò in modo costante. Al contempo, furono ridimensionati i comizi.
  • migliorò la situazione finanziaria di Roma: ridusse le spese per i giochi, scelse collaboratori onesti, mise in atto una politica di rigido risparmio. Si impegnò per migliorare le condizioni di vita dei piccoli proprietari terrieri, per i quali creò un fondo di credito.
  • pacificò le rivolte delle provincie. Si distinse in queste azioni Germanico, comandante militare e nipote di Tiberio che effettuò spedizioni nell’area del Reno, in Germania e poi in Oriente, dove morì assassinato.
  • nel 27 si trasferì sull’isola di Capri. Continuò a reggere il potere mantenendo i contatti con il Senato per via epistolare.   

A Roma, però, avevano ottenuto sempre più potere Lucio Elio Seiano, prefetto del pretorio, e i pretoriani. Seiano, per sbarazzarsi di tutti gli avversari, ricorse molto spesso all’accusa di lesa maestà, facendo condannare a morte chiunque si fosse messo tra lui e il potere. Seiano fece uccidere anche il figlio di Tiberio, Druso Cesare. Seiano fu poi scoperto e ucciso lui stesso nel 31 d.C. Tiberio morì nel 37.   

1.2Caligola (37-41 d. C.)

Nel 37 Gaio Cesare, detto Caligola, salì al potere. Questi era figlio di Germanico ed era stato nominato da Tiberio come suo erede. Per i primi mesi il suo fu un buon governo, nell’autunno del 37, però, ebbe un disturbo nervoso che lo portò alla pazzia. Da questo momento il suo governo fu contraddistinto da:   

  • spese eccessive;
  • limitazione di ogni libertà;
  • imposizione del culto dell’imperatore e tentativo di trasformare il potere imperiale in uno monarchico di tipo ellenistico con un potere assoluto e totalmente accentrato nelle sue mani.

Ormai isolato, fu ucciso dai pretoriani nel gennaio del 41. La stessa sorte toccò poi alla moglie e alla figlia. 

1.3Claudio (41-54 d. C.)

Imperatore Claudio
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Nel 41, i pretoriani imposero come imperatore Claudio, zio di Caligola e fratello di Germanico. Durante il suo governo, egli:
- concesse la cittadinanza a cittadini nobili della Gallia e a quei soldati che, provenienti dalle province, avevano combattuto nell’esercito; ammise nel senato numerosi abitanti delle province.
- Centralizzò l’amministrazione dello Stato e attribuì importanti incarichi ai liberti.
- Abolì il culto dell’imperatore imposto ai sudditi da Caligola.
- Risanò il bilancio e poté investire il denaro pubblico nella creazione di importanti opere (strade, l’acquedotto Acqua Claudia, l’ampliamento del porto di Ostia).
- In campo militare, occupò la Mauretania, rese la Britannia una provincia ed esercitò un forte controllo sui confini. 

Claudio fu ucciso nel 54 da una congiura organizzata dalla moglie Agrippina, sorella di Caligola e madre di Nerone, il giovane che dopo essere stato adottato da Claudio gli succedette come imperatore. 

1.4Nerone (54-68 d. C)

Nerone divenne imperatore a soli 17 anni. I primi anni del suo governo furono giudicati positivamente. Egli era sostenuto e consigliato non solo dalla madre, ma dal prefetto del pretorio Sesto Afranio Burro e dal filosofo stoico Lucio Anneo Seneca. Tuttavia, Nerone cercò ben presto di emanciparsi dall’invadenza della madre che fece uccidere nel 59; tre anni dopo fu ucciso anche Afranio Burro.

Nerone (37-68). Divenne imperatore di Roma nel 54. Tirannico, dissoluto e stravagante si suicidò per evitare di essere giustiziato
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Egli instaurò un potere sempre più tirannico. Durante il suo impero, esplose un grandissimo incendio a Roma (nella notte tra il 18 e il 19 luglio 64). La responsabilità fu proiettata sull’imperatore che, a sua volta, la ribaltò sui cristiani. Ebbero così inizio le persecuzioni contro gli adepti di questa religione; tra le vittime ci furono Pietro e Paolo. Le devastazioni causate dall’incendio furono l’occasione per Nerone di ricostruire la città in modo più razionale. Egli decise inoltre di utilizzare materiali più sicuri (come il marmo e la pietra, non infiammabili, al posto del legno). In seguito all’incendio, Nerone iniziò la costruzione di una sua nuova residenza, la prestigiosa domus aurea.

In campo militare, organizzò spedizioni particolarmente esose: riuscì a rendere l’Armenia uno stato vassallo di Roma; in Britannia, non solo riuscì a sedare una rivolta, ma consolidò il potere di Roma nell’area centrale e meridionale dell’isola. Nel 66 inviò il generale Tito Flavio Vespasiano a placare la rivolta esplosa in Giudea.

In campo economico, stabilì di diminuire la quantità di oro e di argento impiegati nella fabbricazione di monete. La svalutazione che ne seguì danneggiò in particolare i cittadini più abbienti.

Numerose furono le congiure organizzate dall’aristocrazia contro l’imperatore. La repressione di quella ordita nel 65 dal senatore Gaio Calpurnio Pisone portò addirittura al suicidio Seneca. In seguite a nuove rivolte nelle province, Nerone perse ogni potere: il Senato lo dichiarò nemico pubblico. Totalmente isolato, Nerone si suicidò nel 68. Con lui ebbe fine la dinastia giulio claudia

2I quattro imperatori del 69 d. C.

Dopo la morte di Nerone, Roma attraversò un periodo particolarmente turbolento di lotte civili. Al potere si avvicendarono quattro imperatori, sostenuti ognuno dagli eserciti di diverse province. 

  1. Servio Sulpicio Galba, acclamato dalle legioni di stanza in Spagna venne proclamato imperatore nel giugno 68 e fu poi assassinato nel gennaio 69.
  2. Salvio Otone era sostenuto dai soldati schierati sul Danubio. Entrò in conflitto con Aulo Vitellio, le sue truppe furono sconfitte ed egli si diede la morte.
  3. Aulo Vitellio entrò a Roma con le sue truppe, sostenuto dalle legioni di stanza in Germania. Vitellio fu sconfitto dalle truppe del generale Marco Antonio Primo. Fu ucciso il 20 dicembre 69 d.C.
  4. Tito Flavio Vespasiano, sostenuto dalle legioni dell’Oriente, della Tracia e dell’Illiria. Dopo la morte di Vitellio, entrò a Roma vittorioso a capo del suo esercito. Fu proclamato imperatore e con lui ebbe inizio la dinastia Flavia.

3La Dinastia Flavia (69-96)

3.1Vespasiano (69-79)

Busto marmoreo riproducente l'imperatore Vespasiano
Fonte: ansa

Vespasiano divenne imperatore acclamato dall’esercito. Di origine equestre, fu il primo imperatore non aristocratico. Durante il suo governo, egli:
- riformò l’esercito: ridusse il numero di coorti pretoriane; reclutò soldati provenienti dalle province e incentivò invece la smobilitazione degli italici, molti dei quali abbandonarono le armi per dedicarsi all’attività agricola.
- Potenziò il ruolo delle province, concedendo la cittadinanza a molti abitanti delle province e favorendo l’accesso al Senato ai cittadini più facoltosi e nobili della Spagna e della Gallia.
- Emanò la Lex de imperio Vespasiani: con essa vennero ufficializzati il ruolo dell’Imperatore e la successione per via ereditaria; fu ribadita l’autorità e la centralità del potere dell’imperatore rispetto al Senato. 

In politica estera

  • occupò tutta la regione tra il Reno e il Danubio, costruendo un confine a protezione dell’area;
  • in Britannia, riuscì a estendere il dominio di Roma fino alla regione della Scozia meridionale;
  • affidò al figlio Tito la questione della Giudea: Gerusalemme venne assediata e distrutta nel 70; i romani rasero al suolo anche il Tempio della città e molti ebrei furono ridotti in schiavitù e portati a Roma. Tito celebrò il trionfo: in suo onore venne avviata la costruzione di un arco celebrativo che fu poi ultimato dal fratello Domiziano; tra il 73 e il 74 fu presa Masada, una roccaforte situata sulla riva occidentale del Mar Morto, conquistata dopo un lungo assedio e il suicidio collettivo dei ribelli.
  • Avviò la costruzione di numerose opere pubbliche, la più nota è l’anfiteatro Flavio (il Colosseo);
  • Soppresse i tribunali di lesa maestà, abolì il culto dell’imperatore e cerco di risanare le finanze aumentando le tasse e punendo gli eccessi e il lusso.

Vespasiano morì nel 79. Gli succedettero i suoi figli, prima Tito, poi Domiziano. 

3.2Tito (79-81)

Vincitore in Giudea e figlio di Vespasiano, il suo governo fu assai breve. Il suo operato venne giudicato in maniera estremamente positiva dai contemporanei, anche per la collaborazione che instaurò con il Senato.

Durante il suo governo, tre calamità naturali colpirono Roma e l’Italia:

  1. il 79 fu l’anno in cui le città di Ercolano, Stabia e Pompei furono distrutte dall’eruzione del Vesuvio.
  2. Una grave pestilenza colpì Roma e ampi territori dell’Impero nell’80;
  3. Nell’80 un incendio devastò diversi quartieri di Roma, distruggendo anche il Campidoglio. Tito ricorse al suo tesoro personale per fornire aiuti alle popolazioni colpite e durante il suo governo inaugurò, nell’80, il Colosseo.

Morì a soli quarantadue anni, nell’81, a causa di un malore.

3.3Domiziano (81-96)

Ritratto dell'imperatore Domiziano conservato nel Museo Nuovo del Palazzo dei Conservatori
Fonte: ansa

Morto Tito, salì al potere suo fratello, Domiziano, ultimo imperatore della dinastia Flavia. Domiziano condusse una attiva politica militare:
1) estese il dominio sulla Britannia fino alla Scozia.
2) Organizzò una spedizione in Germania per sconfiggere le popolazioni insediate sul Reno. Rafforzò i confini e istituì due nuove province: la Germania superiore e la Germania inferiore.
3) Fu sconfitto in Dacia, nell’attuale Romania, e giunse con la popolazione autoctona a una pace che garantiva ad essa l’autonomia in cambio della difesa del confine.

In politica interna, portò a compimento diverse opere pubbliche. I rapporti con il Senato furono molto complessi e Domiziano finì per trovarsi isolato. Egli infatti assunse l’incarico di censore a vita, reintrodusse il reato di lesa maestà, ordinò la divinizzazione della propria persona da onorare come padrone e dio. Durante il suo governo, inoltre, favorì i provinciali e i ceti popolari e si adoperò affinché i tribunali funzionassero in modo rigoroso. 

Nel 96 fu vittima di una congiura organizzata non solo da senatori, ma anche dalla moglie Domizia e dalla nipote Flavia Domitilla. Domiziano, a 48 anni, venne pugnalato a morte: la dinastia Flavia ebbe fine.