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La sfida delle batterie al sale giocata tra Veneto e Sardegna

La startup Ge Farm, nata nel Village by CA Triveneto a Padova, ha un centro di ricerca e sviluppo a Sassari in cui progetta sistemi di accumulo green in partnership con la svizzera FZSoNick

di Davide Madeddu

3' di lettura

Si punta sulle batterie al sale. In un progetto all’insegna della sostenibilità e della transizione energetica che lega la Sardegna al Veneto e in cui ricerca e sperimentazione si uniscono all’attività industriale. In campo anche un piano di investimenti che tra equity e banche prevede finanziamenti per 1,5 milioni.

A portare avanti l’iniziativa è Ge Farm, start up incubata a Le Village by CA Triveneto da Alessandro Marcuzzi, 59 anni, con esperienze nei settori commerciale e del marketing e di ricerca sul prodotto, con sede a Padova e centro della ricerca e sviluppo a Sassari. La startup dal 2021 lavora con l’obiettivo di creare dei sistemi di accumulo innovativi, realizzati in un’ottica green, destinati sia al settore privato sia a quello commerciale e industriale. Al centro di questo business le batterie al cloruro di sodio e nichel prodotte dalla società svizzera FZSoNick, partner della start up.

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L’azienda ha sviluppato una serie di prodotti “unici”, puntando su un ciclo di vita più duraturo delle batterie, con una serie di investimenti sull’uso di «materiali organici rinnovabili, sicuri e facilmente reperibili».

Il progetto parte con la realizzazione di un ecosistema dedicato al mondo dell’accumulo con «inverter e cabinet di proprietà, assemblati negli spazi produttivi in Sardegna». Quindi, si prosegue con la fase di prototipizzazione e con i test dei prodotti e l’avvio della commercializzazione. «Partiremo con una rete di 22 agenzie in Italia, che supporteranno l’attività del management della startup. Il fatturato annuo oggi è di circa 400 mila euro, ma sono previste crescite a doppia cifra. Adesso infatti arriva anche la svolta finanziaria – annuncia il Ceo Alessandro Marcuzzi –: Giovanni Rocelli, imprenditore veneziano, attraverso la sua Holding Gio2 Srl ha acquisito la maggioranza di Ge Farm per portare a compimento le fasi finali di sviluppo». Non solo: «Lo studio Adacta, partner del “Le Village di Crédit Agricole” ha redatto il piano di sviluppo fino al 2026 - aggiunge - dove è prevista una crescita di fatturato che dovrebbe superare i venti milioni, mentre lo studio Grimaldi Alliance, già consulenti di Ge Farm, ci ha aiutato nelle fasi finali dell’operazione di acquisizione. Ma non vogliamo fermarci all’Italia: i mercati cui puntiamo in questa fase sono anche Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia». Punto di forza dell’azienda, che propone quattro prodotti, i sistemi di accumulo destinati al residenziale, all’ufficio di medie dimensioni, al mondo industriale e commerciale. Nell’elenco anche Emc, la building automation per l’efficientamento degli edifici, e Caricar, ossia ricarica per autoveicoli. Tra le proposte anche una serie di servizi che vanno dallo studio di fattibilità all’assistenza.

«Provengo dal settore della logistica portuale. Dopo aver concluso alcune operazioni di investimenti in ambito immobiliare industriale attraverso la holding Gio2 Srl e dopo aver condiviso con Alessandro Marcuzzi il piano di sviluppo di Ge Farm ho deciso di diversificare i miei investimenti anche nel settore delle rinnovabili - dice Giovanni Rocelli. Condividendo inoltre la mission di Ge Farm di poter contribuire a rendere il mondo più green attraverso i suoi prodotti abbiamo pianificato investimenti tra equity e banche per 1,5 milioni per lanciare GE Farm sul mercato nazionale e non solo. Ho deciso di entrare nel cda per supportare il ceo Alessandro Marcuzzi in questa fase delicata e complessa di sviluppo».

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