10 gennaio 2021 - 21:18

Vaccino Covid, oggi le prime consegne di Moderna: cambiano le regole, più dosi alle regioni virtuose

Le prime fiale del vaccino anti Covid di Moderna saranno distribuite non solo in base alla popolazione over 80 ma premiando chi ha già esaurito le scorte. La protesta di De Luca. Arcuri, tutti vaccinati entro l’autunno. Ma servono altri due prodotti

di Lorenzo Salvia

Vaccino Covid, oggi le prime consegne di Moderna: cambiano le regole, più dosi alle regioni virtuose
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Aiutare chi è rimasto indietro oppure premiare chi corre più veloce? Il bivio che spesso diventa dilemma in ogni scelta politica e non solo, si presenta alle prime curve della corsa al vaccino contro il Covid-19. È vero che, dopo i primi giorni di rodaggio, il ritmo complessivo della campagna è salito in modo robusto, ieri abbiamo superato le 600 mila vaccinazioni. Ma restano regioni più virtuose, che hanno già esaurito le dosi consegnate finora, e regioni meno virtuose, dove buona parte del primo stock è ancora in attesa di essere utilizzato. Con una geografia in parte rovesciata rispetto alla classica divisione tra Nord e Sud.

Ieri alla carica è partito il governatore della Campania,Vincenzo De Luca: «La nostra regione — ha detto — ha raggiunto la percentuale più alta d’Italia nella somministrazione dei vaccini. Oggi (ieri per chi legge, ndr) in tutte le aziende sanitarie si esauriscono le dosi consegnate alla nostra regione. Questa sera le aziende si fermano per mancanza di vaccini. È questo l’esito di una distribuzione fatta in modo sperequato nei giorni scorsi». Un ragionamento che, sia pure con toni meno ruvidi, era stato fatto anche dai governatori di Toscana e Veneto, altre due regioni che stanno correndo. A De Luca risponde il commissario all’emergenza Domenico Arcuri: il presidente della Campania «sa già che domani (oggi per chi legge, ndr) ci sarà la nuova distribuzione dei vaccini. Lui ha giustamente lanciato l’allarme ma se domani il modello distributivo di Pfizer funzionerà, e io non ho dubbi di questo, riceverà le nuove dosi».

In realtà qualche rallentamento ci sarà. Oggi dovrebbero arrivare le prime 47 mila dosi del vaccino Moderna, autorizzato in Europa il giorno della Befana e finora mai utilizzato in Italia. La loro effettiva distribuzione, però, avverrà a partire dalla mattina dopo. Sono poche dosi, anche se entro la settimana ne dovrebbero arrivare altre 67 mila. Ma saranno utilizzate per un primo correttivo.

Il vaccino Moderna, che in origine doveva arrivare più avanti, era stato destinato non a medici come il Pfizer ma agli ultraottantenni. Per questo la prima tranche sarà distribuita alla Regioni in base alla loro popolazione over 80. Ma con una correzione, tecnicamente la chiamano normalizzazione, che premia proprio le regioni che hanno già esaurito le scorte. Saranno poi le stesse regioni a decidere se usare queste dosi per andare avanti con l’immunizzazione dei medici oppure tenerle da parte per quando partirà la fase due della campagna, quella dedicata agli over 80. Probabile che scelgano la prima strada, visto che sulla seconda tranche del Pfizer BioNTech, attesa sempre per oggi, si profila un nuovo ritardo. E resta da vedere se le dosi arriveranno tutti insieme oppure divise in due lotti, come successo la settimana scorsa. Alimentando ancora di più il sospetto che l’azienda dirotti una parte delle fiale inizialmente destinate all’Unione europea, Italia compresa, verso Paesi extra europei disposti a pagare un prezzo più alto.

In ogni caso il sistema di distribuzione del vaccino Moderna, consentirà un meccanismo più flessibile. Se le dosi di Pfizer BioNTech vengono consegnate dall’azienda direttamente nei centri di somministrazione, per Moderna sarà utilizzato il deposito centrale all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Da lì sarà più facile calibrare le forniture in tempo reale verso le regioni più veloci, per evitare che restino senza fiale. Ma sempre tenendo bene a mente la popolazione di riferimento, per evitare che la forbice tra virtuosi e meno virtuosi si allarghi ancora.

Per accelerare la campagna il deputato di Forza ItaliaSestino Giacomoni propone di attivare il Mes sanitario in modo da procedere alle vaccinazioni 24 ore su 24. Ma oltre alla velocità, resta il problema di fondo. Il commissario Arcuri conferma l’obiettivo di vaccinare tutti gli italiani entro l’autunno, passando per quota 6 milioni entro marzo. Ma per far questo serve l’ok anche ad altri due vaccini, AstraZeneca e Johnson & Johnson. Altrimenti potremmo arrivare al massimo a 30 milioni di persone. Un italiano su due. Con tanti saluti all’immunità di gregge.

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