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Milano, la parata nera per Ramelli: nuove tensioni. L'estrema destra sfida i divieti della prefettura

Domani il raduno in memoria del sedicenne ucciso, l'anno scorso fu una parata in stile paramilitare: mille fiaccole e braccia tese nel saluto romano. In rete la locandina che lancia il raduno
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L'anno scorso fu una parata in stile paramilitare: mille fiaccole in marcia e braccia tese nel saluto romano. Poi il rito lugubre del "presente!". E quest'anno? È la domanda che circola in queste ore negli ambienti dell'ultradestra milanese e lombarda alla vigilia della tradizionale manifestazione di domani: il "29 aprile nero". Un appuntamento che, nel calendario liturgico della Milano neofascista, equivale al 25 Aprile della Liberazione.
È il giorno in cui i camerati commemorano tre personaggi diventati eroi per l'estrema destra: Sergio Ramelli - militante del Fronte della Gioventù morto il 29 aprile 1975 a causa di una violenta aggressione da parte di esponenti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia - , Carlo Borsani, gerarca fascista, ed Enrico Pedenovi, consigliere provinciale missino. Quest'anno la cerimonia di ricordo - confermata da "I camerati" e già lanciata sui siti d'area con una locandina - avviene in un momento particolare: cinque giorni dopo il divieto imposto dalla prefettura e dalla questura, dopo anni, al raduno al campo X del cimitero Maggiore organizzato da Lealtà Azione e da CasaPound per commemorare i caduti repubblichini e i volontari italiani delle Ss.
 
Niente saluti romani e apologie, niente tricolori con l'aquila della Rsi, niente marce: così hanno deciso le autorità cittadine dopo l'appello del sindaco Beppe Sala e le numerose denunce di questi anni. E così è stato. Ci si chiede ora se gli stessi rigidi divieti - con Digos e uomini delle forze dell'ordine a vigilare - varranno anche in occasione della manifestazione di sabato.
  Il 25 aprile, per evitare tensioni e in ottemperanza al divieto della prefettura, i camerati al cimitero Maggiore non si sono presentati, a parte uno sparuto gruppetto, un decina di persone che si sono presentate individualmente tra le lapidi. Cercheranno la rivincita sabato per il tradizionale "Presente!" in memoria di Sergio Ramelli? La prova muscolare, dopo lo stop del 25 aprile, è una delle ipotesi che girano. L'altra è che i militanti dell'ultradestra - l'anno scorso accorsero in migliaia da tutta la Lombardia e anche da altre regioni, tra fiaccole e saluti romani - vogliano tenere un profilo basso.

Ma dopo il veto imposto martedì il clima resta teso. Sulla locandina di invito è riportato il programma delle celebrazioni: il concentramento è fissato alle 18 in piazzale Ss. Nereo e Achilleo e viale Argonne. Alle 19.30 nella chiesa dei santi Nereo e Achilleo si terrà una messa. E alle 20.30, di fronte alla chiesa, andrà in scena la commemorazione e il rito del "presente!". Una consuetudine durante la quale ogni anno i militanti di estrema destra esibiscono saluti romani e croci celtiche per celebrare l'appartenenza politica di Ramelli, Borsani e Pedenovi. Modalità che in questi anni hanno sollevato polemiche: ma la cerimonia si è ripetuta sempre con lo stesso stile. Nessuna contromanifestazione è stata annunciata dalle sigle antifasciste milanesi: l'appuntamento in piazzale Dateo per una commemorazione presso la lapide del giovane militante Gaetano Amoroso, organizzata e promossa da Memoria Antifascista con la partecipazione di Anpi e Osservatorio sulle nuove destre.
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