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Scacchi, Torneo dei Candidati 2020: Nepomniachtchi contro Vachier-Lagrave, sfida forse decisiva per le sorti della classifica

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Gli occhi di tutti gli appassionati di scacchi, all’incedere della settima giornata del Torneo dei Candidati 2020, si volgono su un unico incontro di questo turno, che potrebbe risultare decisivo per la classifica, quello tra i primi due: il russo Ian Nepomniachtchi, a quota 4.5 punti, e il francese Maxime Vachier-Lagrave, a quota 3.5. In verità, l’ordine dovrebbe essere invertito, in quanto è il transalpino a giocare con il Bianco e il padrone di casa ad avere il Nero.

Appare evidente che, dovesse vincere Nepomniachtchi, lo strappo in graduatoria sarebbe nettissimo, perché avrebbe almeno un punto e mezzo di vantaggio su tutti gli inseguitori, e in condizioni molto favorevoli anche due. Diversamente, riuscisse Vachier-Lagrave a batterlo, si riaprirebbero completamente i giochi, mentre una patta lascerebbe vivi vari scenari. Se la forma mostrata in questo torneo fa di “Nepo” l’attuale favorito numero uno per arrivare a Magnus Carlsen, è ugualmente vero che il francese per lui è un osso duro: ci ha perso 5 volte, vincendo una sola e pattando le restanti 7 partite a cadenza classica. Difficilmente i due fanno le stesse scelte in apertura per più di due volte: per questo, se nei tornei a cadenza veloce in Costa d’Avorio del 2019 hanno adottato (sempre con Vachier-Lagrave come Bianco e Nepomniachtchi come Nero) la Difesa dei Due Cavalli per due volte di fila, è molto probabile che ciò non accadrà di nuovo a Ekaterinburg.

Fabiano Caruana è ormai chiamato a metterci davvero del suo. Non solo l’italoamericano deve battere il cinese Wang Hao, ma lo deve fare per la prima volta a cadenza classica; se con il suo connazionale Ding Liren, prima del terzo turno, aveva il bilancio in parità, non è questo il caso. Wang Hao, infatti, è avanti 5-0 con 4 patte nei precedenti classici. I due si sono affrontati per l’ultima volta al FIDE Grand Swiss 2019, e dalla Difesa Russa ne scaturì una patta in 46 mosse.

A proposito di Ding Liren, è tempo per lui di affrontare il russo Kirill Alekseenko, cui il giorno di riposo potrebbe aver giovato, diluendo gli effetti del grave errore che gli è costato il finale (e mezzo punto) con l’olandese Anish Giri. Due precedenti e altrettante patte a tempo normale tra di loro, peraltro nello stesso minimatch della World Cup 2019 a Khanty-Mansiysk. A due pareggi piuttosto lunghi in termini di mosse, nel loro ottavo di finale, seguirono due vittorie del cinese negli spareggi rapid, che gli consegnarono il 3-1 finale. Ding Liren arrivò poi in finale, dove fu sconfitto dall’azero Teimour Radjabov, che però a Ekaterinburg non c’è per rinuncia.

Tra Anish Giri e il russo Alexander Grischuk le cose sono abbastanza chiare in termini di passato: 2 vittorie a 1 per l’olandese e 11 patte. La più pazza delle partite tra i due, però, non rientra in questa statistica, che parla solo della cadenza classica. Si giocò nel 2014 al Norway Blitz, e vide i due giocatori darsi battaglia per ben 156 mosse, in quello che risultò essere un finale di Torre e pedone contro Cavallo e pedone: le condizioni per la patta si crearono, non viste, più di una volta, e alla fine fu Giri, con il Bianco, a rimanere col solo pedone della colonna e in grado di arrivare a promozione.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Lennart Ootes / FIDE

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