6 aprile 2021 - 11:33

Incontro Letta - Renzi nella sede Arel: divergenza sul rapporto con M5S

I leader Pd e Iv si sono visti per 40 minuti a Roma. Sostegno alla campagna vaccinale. L’ex segretario: «Io non voglio stare con grillini e populisti, lui crede in un’alleanza strategica con loro. Fa un lavoro, serio, auguri. A Bologna candidiamo la Conti»

di Paola Di Caro

Incontro Letta - Renzi nella sede Arel: divergenza sul rapporto con M5S
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Alla fine, l’incontro c’è stato. Tre settimane dopo la sua elezione, Enrico Letta, segretario del Pd, ha avuto il primo faccia a faccia con il suo ex «nemico», l’uomo che lo costrinse alle dimissioni nel 2014, l’attuale leader di Italia Viva allora capo del suo partito che lo sostituì a Palazzo Chigi dopo averlo per giorni rassicurato con l‘ormai celeberrimo «Enrico stai sereno». Il colloquio tra i due - definito da entrambi «franco e cordiale», in sostanza diretto e senza troppi fronzoli, è durato 40 minuti e si è tenuto nella prima mattinata nella sede dell’Arel. «Se è stato un dulcis in fondo? Quanto dulcis non lo so.... Non ci vedevamo da qualche anno, abbiamo parlato anche dei nostri figli, che sono cresciuti...», ha scherzato Renzi intervenuto poi in diretta a «L’aria che tira» su La7, dove ha anche raccontato che sua moglie, pur vaccinata, ha in questo momento il Covid.

Il colloquio tra i due leader

I due, spiegano fonti del Nazareno, hanno fatto un’analisi a tutto campo e convenuto sul fatto che in questo momento lo sforzo prioritario debba essere sul sostegno alla campagna vaccinale del governo e alle azioni di sostegno economiche: «Sono contento che, dopo Zingaretti che diceva solo o Conte o morte, ora con Letta il Pd sostenga Draghi», ha commentato Renzi, secondo il quale quello del leader Pd è «un lavoro serio» per il quale «gli faccio auguri sinceri». Insomma per l’ex sindaco di Firenze, «sta facendo un buon lavoro, facciamo che Enrico letta possa lavorare». Si è poi ragionato, prosegue la ricostruzione del Pd e conferma Renzi, sulle prospettive future trovando alcuni punti di accordo e altri disaccordo. In particolare , e la notizia in fondo è qui, c’è una divergenza profonda sul rapporto con Conte e M5s, rapporto che Letta considera essenziale per costruire in prospettiva un’alternativa vincente a Fdi e Lega. Lo spiega anche Renzi: «Io non voglio stare nè con Salvini e Meloni a destra, nè con i grillini e i populisti. Letta cerca un’alleanza strategica con M5S e Conte, non in una posizione subalterna. Vedremo. Per ora vedo i cinquestelle molto divisi».

Gli incontri tra Letta e gli altri capi dei partiti

Letta ha incontrato Renzi per ultimo, visto che il leader del Pd aveva già visto nelle settimane scorse non solo le cariche istituzionali ma tutti i capi dei partiti alleati, ultimo Giuseppe Conte. Ma aveva incontrato anche i segretari dei partiti avversari ma alleati di maggioranza e opposizione (Tajani e Meloni, manca all’appello il solo Salvini). Non è un caso: Matteo Renzi ha stretto la mano a Letta in un quadro di rapporti di forza ormai rovesciati da quando, sette anni fa, la rottura drammatica portò anche il premier dimissionario all’uscita dalla politica attiva, e alla scelta di dedicarsi dell’insegnamento universitario a Parigi.

Oggi , richiamato a gran voce dal suo partito in crisi dopo la nascita del governo Draghi e le dimissioni di Zingaretti, è tutto diverso. Letta mira a ricostruire una coalizione di centrosinistra che veda al centro, in posizione di guida, un Pd rigenerato e già profondamente modificato rispetto alla gestione Zingaretti: nuova segreteria, nuove anche le capigruppo, a segnare una discontinuità anche con gli equilibri ancora in parte filo-renziani nel partito, soprattutto nei gruppi parlamentari. E in questo quadro, gli incontri con Calenda, Fratoianni, Conte fanno capire come l’idea sia quella di arrivare gradualmente ad un centrosinistra ampio e inclusivo. Che preveda appunto un rapporto stretto, un’alleanza in prospettiva, con il M5S, a partire dall’appuntamento delle amministrative di ottobre. Ma con o senza Renzi?

Il nodo è appunto questo, e infatti non viene minimamente eluso nemmeno nella breve nota informale del Pd diramata a fine incontro: il rapporto con i cinquestelle resta un macigno fra Pd e la sua ex costola di Italia Viva. Ma la discussione è appena cominciata. Renzi ha confermato che si è parlato di candidati nelle città, su Roma ha assicurato un eventuale suo sì a Calenda. E ha lanciato una proposta: in alcune città «Italia Viva può dare una mano» per le candidature al femminile alle quali tiene molto Letta, come la sua sindaca di San Lazzaro si Savena, Isabella Conti che potrebbe essere candidata a Bologna a nome della coalizione. Si vedrà la risposta di Letta.

L’incontro, sempre secondo fonti del Nazareno, è stato «franco e cordiale» e ha anche toccato il tema delle elezioni amministrative. Letta si è limitato ad ascoltare alcune idee di Renzi su un tema, quello appunto del voto in città come Roma, Milano, Torino, Napoli, sul quale aprile sarà per il Pd un mese importante per impostare alcune soluzioni. Che, ad oggi, vedono Pd e Italia Viva molto, ma molto lontani.

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