La prova: con l’AirTag di Apple alla ricerca degli oggetti perduti

Abbiamo testato per qualche giorno il piccolo tracker della Mela. Ecco com’è fatto, come funziona, e perché anticipa una grande rivoluzione

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È già ampia l’offerta di accessori per AirTags: portachiavi, cordicelle per gli occhiali, portafogli e mille altre cose che normalmente perdiamo o dimentichiamo

È già ampia l’offerta di accessori per AirTags: portachiavi, cordicelle per gli occhiali, portafogli e mille altre cose che normalmente perdiamo o dimentichiamo

 

Il nuovo gadget di Apple serve essenzialmente a uno scopo: rintracciare gli oggetti smarriti. In apparenza, almeno, perché vedremo poi che la sua importanza è molto maggiore di quel che sembra. 

 

Che cos’è
L'AirTag è uno dei primi dispositivi elettronici di consumo a supportare una nuova tecnologia wireless, la banda ultralarga, che consente di rilevare la distanza precisa tra gli oggetti. La banda ultralarga è stata sviluppata per più di 15 anni, ma è stata integrata nei chip per iPhone e altri smartphone solo negli ultimi due anni (quindi a partire dall’iPhone 11). Funziona un po’ come un sonar: invia un segnale al dispositivo, e questo lo rimanda indietro al telefono; il tempo impiegato tra andata e ritorno viene usato per calcolare la distanza tra i due oggetti. In più, l’AirTag ha anche il Bluetooth, che fornisce altri dati, a seconda della potenza del segnale. Combinate insieme, queste informazioni permettono non solo di calcolare la distanza del dispositivo, ma anche la direzione in cui si trova. 

L'AirTag ha un diametro di 31,9 mm e pesa 11 grammi

L'AirTag ha un diametro di 31,9 mm e pesa 11 grammi

 

Com’è fatto
Per chi ha qualche dimestichezza col mondo della musica (ma non solo); gli AirTags di Apple hanno tutta l’aria di quelle spille di metallo col nome o il logo della band preferita. Sono dei dischetti di metallo grandi poco più di una moneta da due euro, ma da un lato sono bianchi (si può però far incidere una parola o una sigla fino a quattro lettere, emoji comprese), mentre il retro è in metallo a specchio col logo della Mela. La parte in metallo si può rimuovere per sostituire la batteria piatta (CR2032, come quelle usate per telecomandi o orologi). Secondo Apple l’autonomia è di un anno, ma ovviamente non possiamo confermare né smentire. In ogni caso, arriverà una notifica quando sarà tempo di sostituirla. L’AirTag è impermeabile fino a un metro e resistente a schizzi, acqua e polvere secondo lo standard Ip67, tuttavia difficilmente sopravviverà a un ciclo energetico di lavatrice. Gli AirTags si vendono in confezione da uno o da quattro, e in entrambi i casi la custodia è tipicamente Apple: bianca, in cartoncino riciclato. Non si possono scegliere colori o varianti. 

La parte in metallo si può rimuovere per sostituire la batteria piatta (CR2032, come quelle usate per telecomandi o orologi)

La parte in metallo si può rimuovere per sostituire la batteria piatta (CR2032, come quelle usate per telecomandi o orologi)

 

Come si usa
Si apre la scatola, si tira via la linguetta che isola la batteria, poi si abbina l’AirTag a un iPhone. Il processo è molto simile a quello degli auricolari AirPods o delle cuffie AirPods Max: l’iPhone riconosce immediatamente il dispositivo e guida la configurazione passo dopo passo in quattro schermate, tempo tale meno di un minuto. Bisogna anche dargli un nome, e ce ne sono diversi predisposti per gli utilizzi più tipici, come chiavi, occhiali, portafogli, ma è sempre possibile inserire un nome personalizzato.

 

Come funziona
Immaginiamo di aver perso il portafogli. Immaginiamo anche che al suo interno abbiamo posto un AirTag (aumentandone, nel nostro caso, il già considerevole spessore). Per trovarlo bisogna avviare l’app Dov’è e cercarlo, proprio come se fosse un iPhone: nelle tab in basso bisogna selezionare Oggetti, e sulla compariranno i vari Airtag registrati con lo stesso Apple ID dell'iPhone. Fin qui niente di nuovo; la novità però è che l’iPhone può diventare una specie di bussola che indica la direzione esatta per ritrovare gli oggetti dotati di AirTags, e segnalare se ci stiamo avvicinando o allontanando, riportando anche un’indicazione piuttosto precisa della distanza, nell’ordine di alcuni centimetri. L'interfaccia è semplice ed essenziale, una specie di caccia al tesoro digitale, con una grossa freccia su sfondo sfocato (per questa funzione l’iPhone utilizza anche la fotocamera), che poi diventa verde quando ci si avvicina. In ogni momento è possibile far suonare l’AirTag per rintracciarlo più facilmente, nel caso fosse nascosto alla vista. Il suono, però, per quanto grazioso, non è molto potente, e in ambienti rumorosi potrebbe non essere facilmente udibile. 

Nella nostra prova, gli AirTags non compaiono né usando iCloud e Safari su un Mac, né con Dov'è per iPad, e la spiegazione è nel fatto che questi dispositivi non sono dotati del chip ultrawideband U1. 

E se non riusciamo a trovare un AirTag, dall’app si può impostare la modalità Smarrito. Qui le cose si fanno ancora più interessanti, perché Apple sfrutta la popolarità dell'iPhone per costruire una rete mondiale che trasferisce informazioni sulla piattaforma Dov’è: se un altro dispositivo nella rete passa vicino all'AirTag, si riceverà così un aggiornamento sulla sua posizione. È anche possibile assegnare un numero di telefono a un AirTag perso, così se viene trovato da qualcun altro, può toccarlo usando un iPhone o qualsiasi dispositivo abilitato NFC (anche Android) per visualizzare il numero di telefono e mettersi in contatto con il proprietario. 

L'app Dov'è tiene traccia degli AirTags e aiuta a ritrovarli

L'app Dov'è tiene traccia degli AirTags e aiuta a ritrovarli

 

La privacy
Trattandosi di Apple, anche negli AirTags l’attenzione per la privacy è massima, e ci sono diverse misure per garantire che non vengano usati in modo improprio. L’azienda dichiara di non avere accesso ai dati di posizione; localizzazione e cronologia degli spostamenti non sono mai memorizzati su AirTag. Non è possibile attivare un AirTag per conto di qualcun altro. Di più: iPhone, iPad o altri dispositivi iOS possono identificare se un AirTag sconosciuto si sta muovendo con noi, segnalando che il proprietario può rilevare la nostra posizione. L'AirTag emette un suono se è lontano dal suo proprietario per un lungo periodo di tempo, ma continua a muoversi, per prevenire azioni di stalkeraggio e pedinamenti digitali. A quel punto basta svitare il fondo in metallo, estrarre la batteria e l’AirTag sarà disattivato nel modo più semplice e sicuro possibile. E prestiamo le chiavi a qualcuno, il tracker può essere messo in pausa per un giorno, o a tempo indeterminato se è registrato a un ID Apple che è membro dello stesso gruppo di Condivisione in Famiglia.

Prezzo e concorrenti
I tracker elettronici esistono da anni, e sul mercato le alternative sono diverse, da Chipolo (che ora è compatibile anche con la piattaforma Dov'è) a Tile (che ha fatto causa ad Apple per concorrenza sleale), fino a Samsung, che ha lanciato da poco i suoi Smart Tags. Gli AirTags hanno forse qualche funzione in meno, sono utilizzabili solo con iPhone, e non sono i più economici, ma sono quelli che diventeranno più popolari, c’è da scommetterci, proprio come successe vent’anni fa con l’iPod. In vendita dal 30 aprile, costano 35 euro per la confezione singola, 119 euro per quella da quattro. È già ampia l’offerta di accessori di terzi: portachiavi, cordicelle per gli occhiali, portafogli e mille altre cose che normalmente perdiamo o dimentichiamo. 

Una rivoluzione
Apple ha aperto il sistema di tracciamento a produttori terzi, e oggi con l’app Dov’è è possibile trovare le bici elettriche VanMoof, gli accessori Belkin o i tracker Chipolo, che offrono da tempo funzioni analoghe agli AirTags; presto arriveranno altri dispositivi. Così a un oggetto fisico si aggiungono informazioni digitali, e sempre più cose esistono contemporaneamente in entrambi i mondi. È la descrizione più semplice e precisa possibile della realtà aumentata: con gli Air Tags, Apple non ha lanciato solo un tracker digitale, quanto una piattaforma capace di coprire tutto il mondo, sfruttando oltre un miliardo di iPhone per aggiungere un layer di informazioni alla realtà come la conosciamo. Come già con Pokémon Go, per ora lo smartphone è la finestra che ci permette di gettare uno sguardo sulla realtà aumentata, e in futuro useremo altri strumenti, come occhiali o visori speciali. Per questo gli AirTags non sono solo un gadget, ma l’inizio di una rivoluzione.

 

Cosa ci piace

  • Facile da usare
  • Interfaccia ben disegnata
  • Poco ingombrante
  • Rispettoso della privacy
  • Si può abbinare a molti accessori

Cosa non ci piace

  • Funziona solo con iPhone
  • Il retro in metallo si graffia facilmente
  • Non ha un gancio e serve necessariamente un accessorio per abbinarlo a un oggetto
  • Disponibile solo in bianco
  • Il suono dell'allarme potrebbe essere più potente