Fitto a Terlizzi, Vendola a BariL’ultima sfida dei vecchi nemici

diLucia del Vecchio

L’eurodeputato visita il Sarcone. Nichi con le Sardine lo attacca: «Lui è preistoria»

A essere ricandidato alla guida della Regione Puglia è il governatore uscente del centrosinistra, Michele Emiliano, ma a tornare a incrociarsi in quest’ultimo scorcio di campagna elettorale prima del voto di domenica e lunedì prossimi, sono le spade di due ex. I carissimi nemici Raffaele Fitto - che oggi prova a riconquistare per il centrodestra la poltrona di presidente - e Nichi Vendola si sfiorano a distanza, come 15 anni fa. Il primo torna all’ospedale Sarcone di Terlizzi, la città di Vendola, sul luogo simbolo della riorganizzazione ospedaliera che verosimilmente gli costò la sconfitta a favore del presidente comunista, per un pugno di voti, circa 15mila su oltre 2 milioni di elettori ed elettrici andati ai seggi. Nel 2005, i terlizzesi respinsero Fitto, che era andato a spiegare il progetto che aveva in mente per i nuovi poli ospedalieri, con sputi, uova e calci all’auto dell’allora presidente, che dovette battere in ritirata. Ieri, il sempiterno ragazzo prodigio di Maglie, oggi 51enne, diventato consigliere regionale neanche ventenne dopo la tragica morte del padre Totò, ha fatto praticamente una visita quasi in solitaria a quel che resta del “Sarcone”. «Ho voluto fare questa visita per toccare con mano la situazione reale, ma anche per ripristinare la verità storica di quello che è accaduto. È vero – ammette Fitto - ho compiuto delle scelte importanti in questa struttura, in relazione alla chiusura di alcuni reparti. Ma il nostro piano ospedaliero – spiega – prevedeva 138 posti letto per questo ospedale che oggi invece, sostanzialmente è chiuso, perché le promesse di allora non sono state mantenute, a testimonianza che erano pura demagogia».

L’altro, Vendola, senza più le “Fabbriche” e seppure in freddo con Emiliano da tempo, ricompare in piazza a Bari trascinato in mare aperto dal movimento delle Sardine e dalla paura che fa novanta: quella di dover restituire la Puglia, dopo tre legislature, al centrodestra di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Il soccorso rosso a Emiliano è praticamente obbligato. Il governatore uscente è orfano dell’appoggio dei renziani di Italia Viva e e di Carlo Calenda, che candidano in Puglia Ivan Scalfarotto. L’ex premier e l’ex ministro del Pd gliel’hanno giurata. A Emiliano non è riuscito neanche di replicare nella sua regione l’alleanza giallo-rossa del governo nazionale. Ancora adesso, anche attraverso il ministro Francesco Boccia e il segretario Pd, Nicola Zingaretti, e, con qualche prudenza, del premier Giuseppe Conte, il governatore uscente tenta la base del M5S appellandosi al voto disgiunto: «Votate me e non Antonella Laricchia». Laricchia che, intanto, dopo i comizi con Luigi Di Maio, chiude stasera la campagna elettorale in bellezza con Alessandro Di Battista in piazza Diaz a Bari.

Di Battista non perde l’occasione di anticipare l’affondo. «La Commissione antimafia ha appena pubblicato la lista dei candidati impresentabili delle prossime elezioni regionali – scrive sul suo profilo Facebook –. In Puglia sono 3 e 2 di questi corrono nelle liste di Emiliano». E siccome, oggi come 15 anni fa, la vittoria sembra giocarsi sul filo di lana, con la legge elettorale che fa vincere chi, tra i candidati presidenti, ha anche solo un voto in più, ecco il tentativo generoso di Vendola di rinverdire la Primavera pugliese, riscaldare il cuore del popolo di sinistra e dare un’anima a slogan come “la Puglia non si Fitta” o “La Puglia non si Lega”. «Emiliano ha fatto degli errori, ma questa non è una buona ragione per tornare nella preistoria, nell’epoca dei pterodattili – tuona Vendola dal palco delle sardine – Spero francamente che ce la faccia. Fitto è l’espressione più tetragona dell’arroganza del potere».

In piazza, secondo gli organizzatori, circa mille persone con mascherine e rigoroso distanziamento anti-Covid. In via Sparano, a pochi passi da Vendola, ci sono i governatori forzisti di Basilicata, Molise, Calabria e Piemonte a sostegno di Fitto, con una incursione telefonica dell’ex Cavaliere. Stasera finale in modalità drive-in per Emiliano che la leader di FdI, Giorgia Meloni, a Bari ieri per la chiusura della campagna elettorale, ha definito come un «Cetto Laqualunque».

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18 settembre 2020 2020 ( modifica il 18 settembre 2020 2020 | 13:58)