Campagna elettorale, una cocente delusione

diEnzo d’Errico

Caro direttore,

Caro signor Caravita

Le confesso che anch’io mi aspettavo una campagna elettorale diversa. Le premesse c’erano tutte: i candidati sembravano garantire un salto di qualità al dibattito cittadino. Insomma, ero convinto che finalmente potessimo giudicare in base alle proposte messe in campo da personalità di rilievo, dotate di un curriculum invidiabile nei singoli campi di provenienza, senza aderire necessariamente a logiche d’appartenenza che in una consultazione amministrativa lasciano il tempo che trovano. Purtroppo non è andata così. La ricerca spasmodica del consenso - evidenziata in modo plateale dagli oltre diecimila nomi che si contenderanno poltrone, poltroncine e strapuntini - ha sepolto qualsiasi forma di discussione politica, dando vita a delle vere e proprie Armate Brancaleone con le quali, poi, sarà molto difficile governare. La storia insegna che, dopo aver vinto una guerra, i mercenari si dividono il bottino fregandosene della sorte che toccherà alla città conquistata. E’ già accaduto a Palazzo Santa Lucia, speriamo che non avvenga in Comune. Anche perché, dopo dieci anni di fumose partigianerie ideologiche, il nuovo sindaco dovrà essere il sindaco di tutti, anche degli sconfitti, come il suo ruolo istituzionale prevede. Da questo punto di vista, trovo che Gaetano Manfredi abbia commesso un grave errore sottraendosi ai confronti pubblici con gli avversari. Conoscendo la sua limpidezza morale, immagino che sia stato mal consigliato da qualche avventizio che lo affianca. Confondere politica e marketing elettorale è un segnale inquietante. Come si può essere il sindaco di tutti se non si ascoltano anche le ragioni di chi, probabilmente, non ti voterà? Dobbiamo sperare che sia soltanto un incidente di percorso provocato dal suggerimento scellerato di un dilettante a caccia di gloria.

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18 settembre 2021 2021 ( modifica il 18 settembre 2021 2021 | 06:17)