Il Tirreno

Prato

"Shy" di Antony Gormley lascia piazza Duomo e l’Italia

L’opera "Shy" di Antony Gormley in piazza Duomo a Prato
L’opera "Shy" di Antony Gormley in piazza Duomo a Prato

Prato, la presenza di "Shy" ha attraversato – dal dicembre 2020 all’agosto 2021 – ben tre stagioni e nove mesi, dialogando non solo con la città, la sua storia e le sue architetture, ma anche con il passare del tempo e con le migliaia di persone che l’hanno vista e che spesso si sono fermate per fotografarla o fotografarsi insieme

04 agosto 2021
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PRATO. Collocata nella centrale e storica piazza Duomo nel mese di dicembre 2020, l’opera Shy di Antony Gormley lascerà giovedì 5 agosto - dopo le necessarie operazioni di disallestimento iniziate ieri - la città di Prato e l’Italia. L’opera fa infatti parte di una collezione privata della collezione estero e la sua collocazione temporanea a Prato, concessa dall’artista per questo periodo, termina dopo lo svolgimento di una serie di attività di comunicazione e promozione della città e delle tematiche legate a “Le città del futuro” che si sono svolte in questi mesi.

La presenza di Shy ha attraversato – dal dicembre 2020 all’agosto 2021 – ben tre stagioni e nove mesi, dialogando non solo con la città, la sua storia e le sue architetture, ma anche con il passare del tempo e con le migliaia di persone che l’hanno vista e che spesso si sono fermate per fotografarla o fotografarsi insieme. Le attività di comunicazione legate alla presenza di Shy hanno consentito a Prato di essere citata in articoli e fotoservizi sulle più importanti riviste di cultura, arte e viaggi italiane e di avere una visibilità sui profili social di migliaia di persone.

 

La presenza di Shy ha poi animato il ciclo di incontri “Le città del futuro” - Arte, Tecnologia, Responsabilità Sociale, Circolarità, Forestazione, Ruralizzazione, Rigenerazione Urbana.  Promossi dal Comune di Prato, in coordinamento con la Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana e con l’Associazione “Arte Continua”,  in collaborazione con Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Prato, “Le città del futuro” sono stati dialoghi fra artisti della comunità internazionale con amministratori pubblici, imprenditori, economisti, urbanisti, direttori di istituzioni culturali e altri autorevoli protagonisti del nostro tempo. Una serie di incontri, per capire quale ruolo può avere l’arte contemporanea nel porsi come occasione di stimolo e, al tempo stesso, come strumento, per dare sostanza ad un idea di città del futuro. Al ciclo di incontri, inaugurato a gennaio con l’artista Loris Cecchini, hanno poi partecipato gli artisti Maria Thereza Alves, Tomas Saraceno, David Tremlett, Daniel Buren, Tobias Rehberger, Hans Op de Beeck.

Realizzata con 3600 kg di ghisa, e alta 4 metri, Shy ha portato in una piazza del XVIII secolo i materiali e i metodi della rivoluzione industriale. L'artista ha utilizzato la dimensione per attivare lo spazio e invitare chi ne è partecipe a prendere coscienza della propria posizione, costantemente in movimento nello spazio e nel tempo. Sfruttando una struttura architettonica semplice, Shy ha voluto evocare la timidezza nella sua stessa esposizione.

L’istallazione dell’opera di Gormley ha testimoniato il costante impegno del Comune di Prato nell'aggiornamento della sua identità contemporanea, grazie anche all’azione propositiva svolta negli ultimi trent’anni dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. La Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, che gestisce il Centro Pecci, è il punto di riferimento per la promozione della produzione artistica contemporanea in Toscana, oltre che per la collaborazione tra i soggetti che operano nella Regione. Questa collaborazione si è sviluppata nel contesto di una crescente consapevolezza ambientale. Negli ultimi anni Prato ha sviluppato importanti politiche di riciclo delle acque industriali, riciclo dei tessuti e risparmio energetico. Il rapporto sempre più stretto della città con i partner istituzionali europei ha fatto sì che la Prato dell’innovazione e dell’economia circolare sia uno scenario perfetto per una collaborazione artistica internazionale. In questo quadro si è sviluppato per affinità il coinvolgimento dell’Associazione Arte Continua, nata con l’obiettivo di connettere la Comunità internazionale dell’arte con le comunità locali e a valorizzare la cultura della circolarità, della forestazione e del green deal come motore di cambiamento, e come frontiera di sperimentazione sociale legata ai temi di una nuova vivibilità dei centri abitati "Ricentrando" con gli artisti della comunità internazionale dell’arte le periferie e le zone industriali.

Grazie alla collaborazione con l’Associazione Arte Continua, si è concretizzata l’opportunità di installare nel centro di Prato l’opera Shy di Antony Gormley, con cui l’Associazione ha un forte legame e ha realizzato in passato progetti di arte pubblica.

Un’esperienza culturale e di comunicazione della città che ha  dato un positivo riscontro e che potrà essere di stimolo a future azioni di valorizzazione dell’arte contemporanea in città.

 

 


 

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