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Centralità del capitale umano, smartwoking strutturale e investimenti in tecnologia, ecco le nuove PMI italiane

Di Redazione |

Con la diffusione del Covid-19 le piccole e medie imprese si sono evolute e oggi sono più dinamiche, responsabili e volte all’innovazione, lo dimostra la ricerca di ASUS che delinea il nuovo volto delle PMI Milano, 4 agosto 2021- L’ultimo anno ha avuto un forte impatto sul tessuto imprenditoriale italiano che ha visto la necessità per le PMI di modificare rapidamente le loro modalità lavorative per rispondere alle nuove esigenze emerse. I cambiamenti organizzativi, strutturali e tecnologici implementati hanno portato le aziende a essere più flessibili e ad accelerare alcuni cambiamenti già in atto, come quello verso la digitalizzazione. Per approfondire questo tema, ASUS ha commissionato all’Istituto Eumetra una ricerca (1) sulle nuove strategie aziendali delle PMI riguardo il lavoro, l’organizzazione e l’utilizzo della tecnologia. Tale ricerca ha messo in evidenza tre macrotrend, evidenziando che: • Il capitale umano e il welfare dei dipendenti sono sempre più centrali: l’organizzazione e la cultura aziendale si modificano a favore della flessibilità per l’84% delle aziende e con la volontà di inserire nuove figure volte al riassetto dei processi aziendali • Lo smartworking, da necessità a strategia per il futuro per il 67% delle PMI: le aziende italiane pensano di far tesoro dei cambiamenti indotti dalla crisi Covid, e sono disposte ad assumersi costi e responsabilità non preventivati per far sì che questo accada • L’investimento sugli apparati tecnologici: la pandemia ha accelerato la digitalizzazione delle imprese che, per garantire la continuità di lavoro in smartworking, devono continuare ad investire per rinnovare l’apparato tecnologico con device in grado di rispondere alle nuove esperienze d’uso, principalmente legate alla mobilità e alle videocall, e rispondere a modelli di maggior autonomia per le persone Le conseguenze del Covid hanno fatto sì che molte imprese italiane, PMI incluse, cambiassero approccio e reinvestissero le proprie risorse sia nell’attrezzatura necessaria ad affrontare i cambiamenti che tutti abbiamo vissuto, aumentando così il numero di device mobili, ma anche e soprattutto nel capitale umano. La ricerca di ASUS evidenzia come il lavoro individuale è aumentato (45%) mentre quello in team si è evoluto in un tipo di collaborazione diverso, a distanza. Allo stesso modo, l’ufficio ha perso la sua connotazione di “luogo parte della routine quotidiana”, diventando invece un luogo di eccezionalità, quasi desiderabile in quanto si è andato a legare indissolubilmente con la sfera dei rapporti umani fra colleghi (il 33% delle PMI dichiara di vedere l’ufficio come punto di incontro per i colleghi al di fuori della normalità e quotidianità del lavoro da casa, mentre il 18% delle stesse aziende lo definisce un luogo oramai superfluo, utile solo per le occasioni “formali”). Il 37% delle aziende infatti afferma che i collaboratori hanno acquisito maggiore flessibilità, anche per gestire un aumento dei carichi e delle ore di lavoro legate allo smartworking, mentre nel 32% dei casi i colleghi hanno mantenuto un orario fisso, vedendo però aumentare le ore lavorative. La flessibilità totale di orario è invece stata acquisita solo dal 24% delle PMI. La ricerca di ASUS mostra che il 41% delle PMI italiane afferma di aver dovuto affrontare nel 2020 dei grandi cambiamenti a livello operativo e organizzativo, ma ciò che risulta interessante è che una buona parte di queste progetta, o ha già in atto, di mantenere e addirittura implementare tali modifiche. A partire dal lancio e/o rinforzamento di nuovi servizi o prodotti, sono molte le aziende che si fanno promessa di rinnovare il proprio apparato tecnologico (29%), mantenere lo smartworking (18%) o riorganizzare la struttura interna (26%). Sono inferiori le percentuali di aziende che queste azioni le hanno già messe in campo: il 14% delle PMI ha infatti rinnovato l’apparato tecnologico, il 10% ha previsto nuovi servizi o prodotti, e il 9% ha avviato una riorganizzazione interna, mentre rimane invariata la percentuale riguardante l’implementazione dello smartworking. In altre parole, le aziende italiane sono disposte ad assumersi costi e responsabilità non preventivati per accelerare il cambiamento. Lo smartworking ad esempio è previsto restare per circa 8 aziende su 10 fra quelle che lo hanno usato in questo periodo. Considerando l’insieme delle aziende italiane studiate, il lavoro da remoto rimarrà nel 67% delle PMI. Tre quarti delle aziende che implementeranno lo smartworking come soluzione strategica per il futuro hanno inoltre in mente di ridurre gli uffici. Ma anche l’organizzazione e la cultura aziendale si modificano. Le aziende dello smartworking strategico si apprestano ad adottare modelli di maggior autonomia per le persone, di maggior orientamento ai risultati, di utilizzo più libero delle dotazioni informatiche (a partire dal pc: il 55% delle aziende fornisce ora portatili ai dipendenti), anch’esse in evoluzione. In questo senso, vi è stato un forte shift rivolto all’acquisto di computer portatili e laptop compatti, in grado di supportare adeguatamente le videoconferenze con dotazione di webcam e microfoni adatti, e la necessità di mobilità, che ha portato le preferenze su laptop leggeri, compatti e facili da trasportare. “I cambiamenti indotti dalla pandemia sono stati, almeno in parte, l’espressione di una volontà di evoluzione e digitalizzazione dei processi già presente nelle PMI da tempo, ma che hanno trovato applicazione solo in questo momento.” Dichiara Massimo Merici, Business Development ManagerSystem Business Group di ASUS Italia. “Un elemento fondamentale per far fronte a questo periodo è stata la tecnologia: le PMI si sono rese conto del supporto strategico che questa può fornire anche nel lungo termine.” In conclusione, le PMI italiane si dichiarano pronte ad affrontare una revisione dei loro processi a tutto tondo per abbracciare un nuovo stile lavorativo, che offra maggiore libertà ai propri dipendenti e si basi completamente sulla flessibilità e versatilità delle risorse, con nuovi metodi e luoghi di lavoro, un nuovo processo di controllo e maggiore fiducia presso i collaboratori stessi. Nonostante le criticità previste, una buona percentuale sta già attuando dei processi di cambiamento, o comunque pianifica di farlo nel prossimo futuro, segnando una ripresa netta, anche per quelle realtà più piccole e più colpite nell’anno post pandemico. (1) La ricerca è stata condotta su un campione di 400 piccole e medie imprese italiane rappresentative per fatturato (dai 2 milioni ad oltre 16) e dimensione (dai 10 dipendenti ai 250) tramite interviste via web ai decisori d’acquisto aziendali. ASUS ASUS è l’azienda multinazionale nota per le schede madri, i PC, i monitor, le schede video e i router più apprezzati al mondo e che punta ad essere la società tecnologica più innovativa ed ammirata del settore. Con una presenza a livello globale che include oltre 5.000 professionisti in ambito R&D, ASUS guida il settore realizzando prodotti dal design esclusivo e innovazioni in grado di rendere la vita di tutti più semplice, intelligente e piacevole. Ispirata dalla promessa e dallo spirito del claim In Search of Incredible, nel 2019 ASUS ha vinto più di 11 prestigiosi premi al giorno e si è classificata tra le “Global 2000 Top Regarded Companies” di Forbes, dei “Top 100 Global Tech Leaders” di Thomson Reuters e delle “World’s Most Admired Companies” di Fortune. https://www.asus.com/it/

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