5 maggio 2021 - 08:26

Inter-Sampdoria tra nodo coprifuoco e diritti tv: ecco perché la questura chiede di anticipare la partita

Il tifo organizzato nerazzurro non ha ancora presentato il «preavviso» per l’adunata di sabato e neanche per la «grande festa scudetto» organizzata domenica 23 maggio. Il presidio degli ultrà della Curva Nord dovrà adottare distanziamento e mascherine. Si va verso il numero chiuso

di Cesare Giuzzi

Inter-Sampdoria tra nodo coprifuoco e diritti tv: ecco perché la questura chiede di anticipare la partita
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L’obiettivo è evitare le stesse scene viste domenica nella festa scudetto in giro per Milano. Per sabato gli ultrà nerazzurri si sono dati appuntamento fuori dallo stadio Meazza per «salutare la squadra» dopo la vittoria (in differita) del 19esimo titolo. Prefettura e Questura sono al lavoro per evitare una festa bis senza distanziamento né mascherine e con migliaia di tifosi. Oggi il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza riunito dal prefetto Renato Saccone potrebbe decidere misure più restrittive per sabato. Al vaglio l’ipotesi di una manifestazione contingentata, con una sorta di numero chiuso, per evitare problemi sanitari e di ordine pubblico.

Allo stesso modo non è escluso un nuovo tentativo di anticipare la partita casalinga con la Sampdoria prevista per le 18 e con finale poco prima delle 20. Un orario «problematico» secondo il questore Giuseppe Petronzi, visto che i festeggiamenti cadrebbero a ridosso del coprifuoco delle 22. Non a caso già mercoledì scorso, ben prima quindi delle polemiche per la festa di domenica, c’era stato un tentativo di anticipare la gara alle 15. La proposta dell’Osservatorio del Viminale era però stata rigettata dalla Lega calcio. Secondo i vertici del football italiano mancava il presupposto dei gravi motivi di ordine pubblico, considerato che la partita è a porte chiuse. Inoltre c’è la questione dei diritti televisivi e degli impegni assunti dalla Lega. Sabato alle 15 si giocano Spezia-Napoli e Udinese-Bologna e «occorre garantire il giusto riposo alle squadre» friulana e campana impegnate nel turno infrasettimanale di martedì prossimo. La rigidità della Lega calcio potrebbe cambiare, così si augurano a Milano, nelle prossime ore.

Il tifo organizzato nerazzurro non ha ancora presentato il «preavviso» alla Questura per l’adunata di sabato. E neanche per la «grande festa scudetto» organizzata domenica 23 in occasione dell’ultima gara di campionato con l’Udinese. In questo caso un ruolo decisivo potrebbe averlo la società di Steven Zhang facendo da garante per il rispetto delle norme sanitarie. Ma del party di fine campionato si discuterà nelle prossime settimane. Prima c’è la festa di sabato. Il presidio degli ultrà della Curva Nord dovrà adottare distanziamento e mascherine. Le violazioni sarebbero poi sanzionate, come già avviene per tutte le manifestazioni di piazza in tempi di Covid, in «differita» con le videoriprese della polizia. Dover gestire mille persone o diecimila però potrebbe fare la differenza. Da qui l’idea di un limite alle presenze all’esterno del Meazza.

Ma a soffiare sul fuoco c’è soprattutto la politica. A Milano si vota in autunno e dopo le polemiche sullo spritz e per le feste sui Navigli, oggi le scintille sono sull’ordine pubblico. Letizia Moratti, ex sindaco e oggi vicepresidente della Regione, ha scritto al sindaco Beppe Sala e al prefetto: «Capisco la passione che anima i tifosi, ma in vista di prossimi eventi è opportuno che amministrazioni e Prefetture chiedano un parere preventivo al Comitato tecnico scientifico». Come dire: ci si doveva preparare meglio e vigilare. Il sindaco però respinge le critiche sugli assembramenti di domenica: «Spiace che l’immagine di piazza Duomo abbia suscitato la rabbia di molti milanesi. Capisco invece di meno la strumentalizzazione politica della vicenda. La situazione era prevedibile, è vero, ma non era pensabile evitare che i tifosi scendessero in piazza».

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