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Zelarino, bimbo di due anni ingerisce una vite: ricoverato in fin di vita

Portato all’Angelo, poi in Rianimazione pediatrica, dove ieri è stato avviato l’iter per la dichiarazione di morte cerebrale

Laura Berlinghieri
2 minuti di lettura

MESTRE. È una tragedia enorme che ha sconvolto un intero quartiere e un’intera comunità: la comunità moldava di Zelarino. Da quasi tre giorni, le preghiere dei credenti ortodossi di Mestre sono tutte rivolte alla famiglia del bimbo di origini moldave di appena due anni che, nel pomeriggio di lunedì, fuggendo allo sguardo attento dei genitori, ha inghiottito una vite. Il piccolo ora versa in condizioni disperate, ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’area pediatrica dell’ospedale di Padova.

Nel pomeriggio di ieri i medici hanno iniziato la triste procedura del conteggio delle ore del periodo di osservazione, un tunnel che potrebbe condurre al più tragico degli epiloghi. Con il fiato sospeso, sperano che quella linea terribilmente e tragicamente piatta che compare sul monitor, a indicare l’attività cerebrale del piccolo, conosca un’improvvisa, seppur lieve, variazione. Un’oscillazione che restituirebbe speranza alla mamma e al papà del bimbo, volto molto noto nella comunità ortodossa di Zelarino.

«Non posso parlare, non posso dire niente» sono le sue uniche parole al telefono, pronunciate con difficoltà, con una voce che esce a metà, inghiottita dalla disperazione. Mentre la moglie si chiude nel silenzio.

Le sue ultime immagini la ritraggono, sorridente, su Facebook, abbracciata ai suoi piccoli. Ma è una gioia che ha subìto una brusca interruzione, con un orologio ancora fermo al tardo pomeriggio di lunedì. Alle 18 di lunedì, precisamente, quando il piccolo, insieme ai due fratellini, stava giocando nel giardino di casa, una villetta a Zelarino, a pochi passi dalla nuova chiesa ortodossa. È bastato un attimo.

Lontano dagli sguardi attenti di mamma e papà, il bimbo ha ingerito una vite, presa chissà dove. È stata questione di pochi secondi: quel misterioso oggetto di metallo si è incastrato nella sua piccola trachea, impedendo al bambino a respirare e provocando un arresto cardiaco.

I familiari hanno visto il suo corpicino disteso a terra, inerte e, rendendosi conto della gravità della situazione, hanno subito chiamato il 118, che ha inviato sul posto un’auto medica e un’ambulanza. Immediatamente sono iniziate le manovre di rianimazione, anche con la somministrazione dei farmaci per ripristinare il battito cardiaco. Inutile.

Il bambino è sano e nel ventaglio delle prime ipotesi per motivare la tragedia è subito stata avanzata quella poi sarebbe risultata la spiegazione: il bambino aveva inghiottito qualcosa. Il piccolo si era sottratto per pochi secondi all’attenzione dei genitori, incontrando quella maledetta vite nel suo “percorso” di esplorazione del mondo intorno a lui. Dopo le difficoltà nell’intubarlo, proprio per la presenza di quell’oggetto di ferro che impediva la respirazione, immediata è stata la corsa al Pronto soccorso dell’Angelo dove, dopo una serie di massaggi cardiaci, i medici sono finalmente riusciti a estrarre la vite, individuata attraverso un laringoscopio. Quindi il piccolo è stato trasportato nel reparto di Rianimazione pediatrica del nosocomio padovano, dove è tuttora ricoverato in gravissime condizioni.

Intanto è grande la commozione e la preoccupazione nella comunità ortodossa di Zelarino, riunita in preghiera, proprio come vorrebbe il padre del piccolo. Si dice scosso il protopresbitero Dimitri Doleanschii, non appena venuto a sapere della notizia. Lui che, come Padre Avram Matei, conosce il papà del bambino. Uomo descritto come «una persona squisita» da Lidia Plop, vice presidente dell’associazione “Gente moldava” di Venezia.

La donna conosce molto bene sia il papà che la mamma: «Li incontro molto spesso in chiesa. È una famiglia splendida. Purtroppo non ero mai riuscita a vedere il piccolino. Ero stata invitata nella loro casa di Zelarino subito dopo la nascita dell'ultimo figlio, ma in quel periodo mi trovavo in Moldavia quindi sono stata costretta rimandare. È una notizia terribile, veramente sconvolgente. Prego per loro».

La notizia ha immediatamente fatto il giro della piccola comunità che, sconvolta, si stringe intorno alla famiglia, sperando in un miracolo. 

 

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