segue dalla prima pagina
Dall'altra, completamente estranea alla maratona, la solita situazione di affollamento, di code agli approdi, di overtourism giornaliero sempre più difficile (impossibile?) da gestire. La ripartenza di Venezia sospinge tanta voglia di fare, tanti eventi, una stagione alla ribalta forse mai vista. Ma dall'altra parte si trascina dietro come un macigno il peso di una pressione turistica non più sostenibile.
Passeggiare a Venezia la domenica mattina è qualcosa di impagabile. Eppure basta lasciar passare poche ore, che prevale la sindrome da assedio che i veneziani conoscono bene. Così come, se solo si ha la voglia e la possibilità di deviare verso zone meno battute, si scopre una città da guardare senza preoccuparsi di affrontare una calca snervante.
Le soluzioni sono allo studio, qualcosa è già stato fatto: ad esempio la Smart control room del Tronchetto è una centrale operativa formidabile serbatoio di dati che si autoalimenta e costituirà la base di qualsiasi decisione futura. Il nodo principale è quello dei trasporti: si chiama servizio pubblico. Che si gestisca con criteri privatistici o pubblici, quella parola - servizio - non può essere messa da parte. Le code viste ieri (ne scriviamo a pagina VI), come altri week end, sono un problema, inutile negarlo. Il confine tra turismo e sindrome da assedio sta diventando sempre più labile.
Davide Scalzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA Dall'altra, completamente estranea alla maratona, la solita situazione di affollamento, di code agli approdi, di overtourism giornaliero sempre più difficile (impossibile?) da gestire. La ripartenza di Venezia sospinge tanta voglia di fare, tanti eventi, una stagione alla ribalta forse mai vista. Ma dall'altra parte si trascina dietro come un macigno il peso di una pressione turistica non più sostenibile.
Passeggiare a Venezia la domenica mattina è qualcosa di impagabile. Eppure basta lasciar passare poche ore, che prevale la sindrome da assedio che i veneziani conoscono bene. Così come, se solo si ha la voglia e la possibilità di deviare verso zone meno battute, si scopre una città da guardare senza preoccuparsi di affrontare una calca snervante.
Le soluzioni sono allo studio, qualcosa è già stato fatto: ad esempio la Smart control room del Tronchetto è una centrale operativa formidabile serbatoio di dati che si autoalimenta e costituirà la base di qualsiasi decisione futura. Il nodo principale è quello dei trasporti: si chiama servizio pubblico. Che si gestisca con criteri privatistici o pubblici, quella parola - servizio - non può essere messa da parte. Le code viste ieri (ne scriviamo a pagina VI), come altri week end, sono un problema, inutile negarlo. Il confine tra turismo e sindrome da assedio sta diventando sempre più labile.
Davide Scalzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
