Crescita del pil e nuova classe mediaEccome come sta cambiand0 l’Africa

diMauro Denigris

Se ne è parlato durante il dibattito nella redazione del Corriere del Mezzogiorno
Le opportunità per le imprese che decidono di investire in un continente in crescita

L’Africa sta cambiando. E anche molto rapidamente. Il prodotto interno lordo cresce in media del 5%, spinto da una popolazione giovanissima. La classe media è in grande espansione (circa 300 milioni di persone) e la sua capacità di acquisto e di produzione è in grande aumento. Nel 2050 Nigeria e Egitto saranno tra le prime quindici economie del pianeta. Certo, il 54% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà e molti continuano a fuggire, ma è innegabile che oggi il continente rappresenti una ghiotta opportunità per stringere relazioni. Anche commerciali. Lo hanno capito francesi, britannici, tedeschi e soprattutto cinesi. Solo in parte gli italiani. A spiegare questi mutamenti epocali sono stati i quattro relatori che hanno animato il terzo appuntamento dell’edizione 2018 de «Le Terrazze», il ciclo di incontri della Fondazione Corriere della Sera e del Corriere del Mezzogiorno, organizzato dalla nostra editorialista Maddalena Tulanti sul terrazzo di Palazzo Diana.

La crisi europea

«La crisi in cui è immersa l’Europa – è la tesi esposta da Giulio Sapelli, professore di Storia economica all’Università di Milano e in predicato per qualche ora di guidare il Governo 5 Stelle-Lega – ha rinvigorito l’idea che l’Africa possa essere uno dei motori della ripresa. Per questo sono ricominciati gli investimenti di alcuni Stati europei e dei cinesi. L’Africa ha in effetti un potenziale economico enorme, sotto la spinta della crescita demografica, che non è riuscita a sviluppare appieno perché non è stata capace di costruire Stati moderni. La nuova classe dirigente, frutto delle borghesie commerciali, sta muovendo passi importanti dopo la decapitazione fisica della precedente. Incontra però difficoltà a causa dell’instabilità dell’area, ad eccezione delle 15 nazioni francofone dove c’è una certa burocrazia e dei Paesi in cui ci sono stati gli Inglesi. Gli italiani, presenti con alcuni imprenditori, possono avere un futuro qui a patto che non ripetano gli errori del passato». A confermare che «l’Africa è soggetta a trasformazioni soprattutto dal punto di vista economico», è stato Pier Luigi D’Agata, direttore generale di Confindustria AssAfrica. «Il continente è in grande sviluppo.

Il libero scambio

Il 21 marzo a Kigali, capitale del Ruanda, è avvenuto un evento epocale: l’istituzione della Zona africana di libero scambio, nata nell’ambito dell’Unione Africana. Rappresenta un grande passo in avanti nell’integrazione commerciale e economica e una mossa in controtendenza rispetto alla politica dei dazi. Le imprese italiane e quelle del Sud in particolare hanno una grande opportunità, soprattutto le medie e piccole che hanno una maggior facilità nella realizzazione di joint venture con aziende di dimensioni simili. L’Italia è il settimo partner commerciale ma il fai da te non basta, è importante avere un paracadute istituzionale. I settori strategici sono quelli dell’energia, dell’agroalimentare, le infrastrutture, la trasformazione delle materie prime, il welfare. La Puglia nel 2017 ha esportato beni per 240 milioni di euro e importato beni per 535 milioni, soprattutto ferro dal Sudafrica. Ci sono dunque grossi margini».

I medici in trincea

Anche il medico Alberto Barbieri, direttore di Medu (Medici per i diritti umani), associazione internazionale che fornisce assistenza sanitaria, conferma questa situazione: «I migranti economici sono solo il 10%. Gli altri fuggono per non morire. Hanno storie di violenze e persecuzioni a causa del credo politico o religioso o per le inclinazioni sessuali. Per questo oggi, nel tempo che potremmo definire come dei “post diritti umani” occorre rimettere questo tema al centro di ogni politica». Barbieri e Abdoulaye Touré, mediatore culturale e musicista ivoriano hanno inoltre presentato, anche attraverso le canzoni, una mappa virtuale che racconta le rotte dei migranti e le loro storie.

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1 giugno 2018 2018 ( modifica il 1 giugno 2018 2018 | 09:54)