Maxi-multa a Poste Italiane: cosa è successo davvero, quali danni per i cittadini

Poste Italiane dovrà pagare 5 milioni di euro per pratiche ingannevoli ai danni dei cittadini: ecco perché e le ragioni dell’Antitrust e di Poste

Chiara Arroi 16/09/20
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Se è capitato anche a voi di ritrovarvi con un avviso di giacenza nella buchetta delle lettere, in giorni e orari in cui invece eravate presenti in casa, e quindi ben disposti a ritirare la vostra raccomandata, allora probabilmente siete stati vittima di quella che l’Antitrust ha ritenuto una pratica ingannevole portata avanti da Poste Italiane nei confronti dei cittadini e delle cittadine italiane. Il caso è esploso pochi giorni fa e l’epilogo è stata una maxi-multa di 5 milioni di euro per Poste Italiane.

Cerchiamo di capire cosa è successo davvero, perché Poste è stata multata, quale comportamento ha avuto e le ragioni dell’Ente.

Caso Poste Italiane: maxi-multa di 5 milioni di euro dall’Antitrust

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato – noto a tutti come Antitrust – ha recapitato a Poste Italiane una maxi sanzione di 5 milioni di euro, “per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro digitale delle raccomandate”.

Per l’Autorità – si legge nel comunicato stampa diramato dall’Ente – il comportamento di Poste provoca danni non solo ai consumatori, ma anche al sistema giustizia del Paese.

Perché Poste Italiane è stata multata dall’Antitrust

Ma di quale comportamento stiamo parlando?

In pratica, secondo l’Antitrust, il tentativo di recapito delle raccomandate non viene sempre gestito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari. Il recapito sarebbe frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge.

Infatti, Poste Italiane talvolta ha utilizzato per comodità il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario.

Al riguardo – spiega l’Antitrust nella nota stampa – numerosissimi risultano essere i reclami dei consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione (si pensi ad esempio alle persone costrette a casa in quanto portatrici di handicap o per l’emergenza sanitaria durante il lockdown).

In pratica è successo ripetutamente questo: mentre il cittadino era in casa propria, il postino in arrivo, anziché suonare il campanello e consegnargli in mano la raccomandata a suo nome, lasciava nella buchetta postale l’avviso di giacenza. Questo, si sa, impone al cittadino di perdere tempo in lunghe file agli uffici postali per andare a ritirare personalmente la raccomandata, che avrebbe potuto tranquillamente ricevere in mano dallo stesso postino nel giorno di consegna.

Per l’Antitrust, la conseguenza di detti comportamenti, in relazione ai quali Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive, ha provocato un inammissibile onere a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate.

L’Autorità ha, altresì, accertato la sussistenza di omissioni informative anche nei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate, in quanto non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente.

Le condotte descritte provocano, inoltre, gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati, come più volte affermato nelle Relazioni Annuali sullo stato della giustizia citate nel provvedimento.

Poste Italiane: come funziona la consegna raccomandata 

Il postino – come scritto nel contratto di Poste Italiane – è infatti sempre obbligato a fare almeno un tentativo per la consegna a domicilio. L’Avviso di giacenza deve essere lasciato solo se non risponde nessuno.

Le modalità di consegna raccomandata sono specificate nel contratto di Poste Italiane all’articolo 7:

ART. 7 – MODALITÀ DI CONSEGNA
7.1 Poste effettua il primo tentativo di recapito presso l’indirizzo indicato
sull’invio, nel rispetto degli standard di qualità specificati nel successivo Art.
10.
7.2 All’atto del recapito Poste:
• consegna l’invio al destinatario o a persona che si qualifica quale abilitata
al ritiro (componente del nucleo familiare, convivente, collaboratore
familiare, portiere oppure, se non vi è servizio di portierato, persona
addetta alla distribuzione della posta);
in assenza del destinatario lascia nella cassetta postale l’avviso di
giacenza come stabilito;
• se il destinatario è irreperibile per indirizzo insufficiente, indirizzo inesatto,
indirizzo inesistente, destinatario sconosciuto, destinatario deceduto,
destinatario trasferito, destinatario irreperibile o rifiuta la consegna,
l’operatore annota la causale di mancato recapito e l’invio sarà restituito
al Cliente mittente, come disciplinato nell’Art. 9.
7.3 All’atto della consegna, il destinatario o il soggetto abilitato al ritiro deve
apporre la propria firma per esteso sull’apposito modello e, nel caso del
Servizio “Raccomandata 1 con Prova di Consegna”, potrà sottoscrivere
anche la relativa cartolina indicando la propria qualità di ricevente. La Prova
di Consegna viene restituita al mittente dietro firma per ricevuta o, in caso
di assenza, viene inserita nella cassetta delle lettere.
7.4 Per il Servizio di Raccomandata 1 in Contrassegno, la riscossione da
parte di Poste avviene come di seguito riportato:
• per importi fino ad un limite di € 258,23 (duecentocinquantotto/23) Poste
incassa l’eventuale somma indicata sul modulo in contanti o tramite pos;
• per importi superiori ai € 258,23 (duecentocinquantotto/23) e fino ad un
massimo di € 3.000,00 (tremila/00), Poste provvede a lasciare nella cassetta
del destinatario unicamente il modulo di avviso di giacenza. In questo caso
la consegna potrà avvenire esclusivamente presso l’Ufficio Postale

A quanto ammonta la multa a Poste Italiane

Per tutti questi motivi e “data l’estrema gravità e frequenza della pratica ed i notevolissimi danni arrecati ai consumatori, la sanzione è stata irrogata nella misura massima”. In pratica Poste dovrà sborsare 5 milioni di euro di multa.

La replica e le ragioni di Poste Italiane

Poste Italiane però non ci sta e ha respinto tutte le accuse. Lo ha fatto diramando un comunicato stampa, evidenziando che:

“In merito alla sanzione irrogata dall’AGCM, per una “presunta violazione del Codice del Consumo, per aver adottato una politica commerciale scorretta per il servizio di recapito delle raccomandate”, Poste Italiane respinge gli addebiti contenuti nel documento e ribadisce, con fermezza, che le proprie condotte commerciali sono improntate a principi di correttezza e trasparenza per la piena tutela dei clienti, dei consumatori e del sistema Paese.

E’ priva di qualsiasi fondamento l’ipotesi secondo la quale l’azienda avrebbe posto in essere azioni che ingannino i clienti in merito alle caratteristiche del prodotto raccomandata.

Lascia anzitutto esterrefatti il riferimento contenuto nel provvedimento ai servizi di notificazione a mezzo Posta e all’asserito grave danno che Poste avrebbe arrecato al sistema giustizia del Paese. Si tratta di un servizio e di condotte che mai sono state oggetto della procedura istruttoria e che solo oggi emergono dalla comunicazione dell’Antitrust. Peraltro, come dovrebbe essere noto, trattasi di un servizio del tutto differente dalle raccomandate, rigorosamente disciplinato dal legislatore e in merito al quale, da decenni, Poste Italiane garantisce il corretto funzionamento del Sistema Giustizia su tutto il territorio nazionale”.

Oltre a respingere le accuse nella stessa nota Poste ha rivendicato l’efficacia con cui ha svolto il servizio postale nei duri mesi del lockdown:

Poste Italiane rivendica con orgoglio, l’attività svolta nel pieno dell’emergenza sanitaria dai propri dipendenti, che hanno prestato servizio in ogni zona del Paese e in ogni condizione senza mai interrompere un’attività essenziale per la vita dei cittadini, delle imprese e della pubblica amministrazione, seguendo scupolosamente l’evoluzione della normativa emergenziale adottata dal legislatore”.

 

 

 

 

Chiara Arroi

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