Omaggio dell'Eliseo al prof decapitato La paura rischia di spaccare la Francia

Domenica 18 Ottobre 2020
Omaggio dell'Eliseo al prof decapitato La paura rischia di spaccare la Francia
IL CASO
PARIGI La Francia scenderà di nuovo in strada oggi, come l'11 gennaio del 2015, nella stessa piazza, la République, con lo stesso grido: «per la libertà, no al terrore». Il terrore è tornato di nuovo, l'altro ieri davanti alla scuola media Bois d'Aulne di Conflans Saint-Honorine come il 7 gennaio 2015 alla redazione di Charlie Hebdo. Allora fecero strage di giornalisti e disegnatori, venerdì Samuel Paty, professore di storia, è stato decapitato da un diciottenne russo di origine cecena.
La colpa: aver svolto come da programma il corso di educazione civica sulla libertà di espressione mostrando le caricature di Charlie. «Non dividiamoci», ha detto Macron, come disse allora Hollande. La paura rischia di spaccare il Paese, nonostante la difesa della libertà di opinione, il diritto di blasfemia, la laicità, restino il cuore della vita della République. I sindacati degli insegnanti hanno assicurato che oggi ci saranno tutti alla République. Ma hanno paura. Da tempo denunciano che nelle scuole dei quartieri più difficili fare lezione su alcuni temi è impossibile: la shoah, la libertà di opinione, anche, e soprattutto, quando riguarda le religioni.
La crisi sanitaria, il Covid, gli oltre 20 mila casi positivi al giorno, il coprifuoco sanitario in vigore da ieri sera, sembrano essere passati in secondo piano. «La minaccia terrorista è di nuovo alta», ha confermato ieri il procuratore dell'Antiterrorismo Jean-François Ricard. Il ministro dell'Interno Gérald Darmanin ha invitato i Prefetti alla massima allerta e di prendere «tutte le misure necessarie perché il livello della minaccia è alto».
L'allerta avrebbe forse dovuto scattare prima anche per proteggere il professor Paty. Dal 5 ottobre era al centro della rivolta di un gruppo di genitori capitanati da Brahim Chnima padre di una 14enne, che in un video denunciava il prof, il suo corso sulle vignette che aveva «offeso l'Islam», comunicava il suo telefono e l'indirizzo, invitava a mobilitarsi per farlo licenziare. Chnima aveva ottenuto un appuntamento con la preside della Scuola e si era presentato accompagnato da Abdelhakim Sefrioui, militante islamico molto attivo, a capo di un sedicente Consiglio degli imam di Francia.
LA SEGNALAZIONE
La cosa era stata notata dall'antenna locale dei servizi di informazione e segnalata a Parigi, dove però la nota era rimasta sulle scrivanie, senza seguito. Ieri Chnima e anche Sefrioui facevano parte dei nove fermi effettuati dalla procura antiterrorismo. Per ora non sembra che il terrorista fosse in contatto diretto con loro. Davanti alla scuola, venerdì pomeriggio, aveva chiesto ad alcuni ragazzi di indicargli chi fosse il professore Paty. Probabilmente aveva letto sui social i messaggi che lo accusavano di insultare il profeta durante i suoi corsi.
«La libertà di espressione è un argomento centrale ha ricordato ieri il ministro dell'Educazione, che sarà presente alla manifestazione I professori hanno il diritto di mostrare le caricature». Il professor Paty aveva 47 anni, una moglie, un figlio: «Sempre in camicia, esigente ma bravissimo a spiegare, sempre pronto a organizzare dibattiti, adorava il biliardino», dicono i suoi studenti. Da quando era scoppiata la polemica coi genitori «si vedeva che era preoccupato, era teso». Per lui il presidente Emmanuel Macron ha voluto un omaggio nazionale. Si svolgerà mercoledì. Da ieri in Francia sono cominciate le due settimane di vacanze di Ognissanti. Il governo ha già promesso un ritorno in classe «in massima sicurezza». «Voglio dire agli insegnanti che la nazione è al loro fianco ha detto Macron oggi e domani, per proteggerli, difenderli e consentirgli di fare il loro lavoro, che è il più bello del mondo: fare dei cittadini liberi». Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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