Genova

La Cgil: "Malati oncologici in coda sotto la pioggia a San Martino". L'ospedale: "Misure di assoluta sicurezza per tutelare la salute dei pazienti"

Botta e risposta tra il sindacato e la direzione del Policlinico

2 minuti di lettura
Le procedure obbligatorie imposte dall'amministrazione dell'ospedale San Martino di Genova per ridurre la diffusione del covid-19 "provocano lunghe code di almeno 25 minuti fuori dal padiglione 15 ex IST, con tutti in fila sotto la pioggia, pazienti oncologici e anziani compresi".
Lo denunciano il segretario generale per la funzione pubblica della Cgil di Genova e il funzionario per la funzione pubblica della Cgil al San Martino, Maurizio Gualdi e Valentina Piccolo.
"Chi accede all'ospedale dovrebbe essere sottoposto a controllo attraverso termo scanner, il quale verifica la temperatura corporea in automatico,
come avviene ormai nella maggior parte dei grandi enti ospedalieri nelle varie regioni. - commentano - Invece siamo fermi al triage cartaceo, con utilizzo della stessa penna da parte di tutta l'utenza. Una situazione insostenibile quella che si verifica ormai da mesi in San Martino, dove una inappropriata attuazione di protocolli sanitari causa file infinite nel piazzale antistante, con lamentele e disagi soprattutto per le persone più in difficoltà".

"In merito a quanto riportato dal comunicato stampa della delegazione sindacale della CGIL del San Martino - si legge in una nota dell'ospedale - si precisa quanto segue:
 
L’ingresso in tutti i reparti ed ambulatori del San Martino è presidiato per ridurre i rischi di contagio sia per i pazienti che per gli operatori. In particolare agli ingressi del padiglione ex-IST (piani -1 e zero) viene rilevata a tutti i pazienti ed agli eventuali accompagnatori la temperatura corporea mediante passaggio attraverso una porta termoscanner e, a seguire, tre operatori su tre linee parallele raccolgono mediante questionario anamnesi e autodichiarazione su sintomi ed eventuali contatti a rischio.
 
Le misure di triage adottate sono coerenti con quanto previsto anche dalla circolare 11408 del Ministero della Salute (Linee di Indirizzo per la progressiva riattivazione delle attività programmate). L’adozione di queste modalità di triage è straordinariamente importante, in quanto i pazienti oncologici possono essere più fragili nei confronti dell’infezione COVID o essere più suscettibili nei confronti delle complicanze. Tutte le misure tendono quindi alla protezione dei pazienti e degli operatori dall’infezione e dalle sue gravi conseguenze.
 
È essenziale che i pazienti oncologici siano messi nelle condizioni di ricevere i trattamenti salvavita che necessitano, trattamenti che nel nostro ospedale non sono mai stati interrotti (a differenza di quanto è accaduto in molti altri centri oncologici in Italia). Sin dall’inizio della epidemia, si era ben inteso che per assicurare la prosecuzione dei trattamenti dovevano essere modificate le modalità di accesso negli ambulatori e nei day-hospital oncologici ed ematologici per ridurre il rischio di contagio e garantire la sicurezza a pazienti ed operatori. Ciò ha necessariamente modificato abitudini, modalità di accesso, tempistiche, creando inevitabilmente qualche disagio per i pazienti e maggiore carico di lavoro per gli operatori.
 
Il risultato è che per le migliaia di pazienti oncologici del San Martino abbiamo potuto garantire anche durante il lockdown la prosecuzione delle cure senza osservare segni di aumentato contagio o addirittura lo sviluppo di focolai (e ciò è solamente grazie alle misure adottate e all’impegno degli operatori sanitari (ogni giorno quattro di essi sono dedicati al triage).
 
Con la riapertura a giugno di molte attività differite nei mesi precedenti (e l’esigenza quindi di recuperare l’arretrato senza ulteriori rinvii), l’afflusso al padiglione ex-IST (dove sono collocate anche attività diverse da quelle del Cancer Center: chirurgie, radiologia, riabilitazione, ecc) è aumentato (includendo più pazienti e i loro accompagnatori). Al riguardo si stanno valutando ulteriori misure di restrizione per l’ingresso degli accompagnatori.
 
L’incremento di accessi nelle ultime settimane ha reso necessari nuovi provvedimenti: copertura dell’ingresso e della fermata dell’autobus con tensostruttura (progetto già pronto), seconda porta termoscanner, trasferimento al pomeriggio di attività di visite ambulatoriali (per il recupero delle visite differite).
 
La situazione è strettamente sotto sorveglianza ed è ben lontana da quanto descritto nel comunicato stampa CGIL."