Virus sinciziale, neonati in terapia intensiva. Burioni: "Non abbiamo vaccino efficace"

Bambini intubati a Padova e Roma. Dopo mascherine e lockdown, che avevano tenuto lontano l'epidemia, si paga, dicono gli studiosi, il "debito di immunità"

Neonato

Neonato

"Tutti gli anni in autunno arriva il virus respiratorio sinciziale (Rsv) che riempie i reparti di pediatria e costituisce un pericolo non indifferente per i bambini più deboli. Purtroppo contro questo virus, scoperto negli anni '50, non abbiamo ancora un vaccino efficace". Lo scrive su Twitter il virologo Roberto Burioni, docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano dopo l'allarme emerso per i casi di bambini colpiti da questo virus e ricoverati anche in gravi condizioni.

Virus sinciziale, allarme nei neonati: come difendersi e riconoscere i sintomi

Bimbi intubati nelle pediatrie di Padova e Roma

L'epidemia di virus respiratorio sinciziale sta colpendo in tutta Italia bambini piccolissimi, con reparti pediatrici e terapie intensive degli ospedali pieni di neonati e bebè con bronchioliti e polmoniti causate dal virus.  A Padova, 16 i piccoli ricoverati, di cui 4 intubati in rianimazione, al Policlinico Umberto I di Roma 10 i ricoverati, di cui 2, di appena un mese di vita, in terapia intensiva, ma anche nelle altre regioni la situazione è analoga, ha reso noto ieri Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili e responsabile del Pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma, sentito dall'Adnkronos Salute: "Un'epidemia arrivata con 2 mesi di anticipo. Il virus - spiega - se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse". Il virus sinciziale ha latitato per un anno abbondante, mandato in 'esilio' da mascherine, lockdown e distanze sociali, ma oggi è tornato a farsi sentire in anticipo e con un'intensità più elevata rispetto a quanto si ci aspetterebbe in una normale stagione invernale.  Allarme virus sinciziale tra i neonati: 4 intubati in terapia intensiva a Padova, 2 a Roma

"Debito di immunità"

E mentre in Italia si cominciano a registrare diversi ricoveri fra i più piccoli, si fa strada una teoria: quella del debito di immunità accumulato grazie alle misure adottate in tempi di pandemia, che ora "paghiamo con gli interessi". Se ne parla sulla rivista scientifica 'Lancet Child & Adolescent Health'.  A segnalare questo possibile effetto 'boomerang' è un gruppo di ricercatori del Medical Research Institute of New Zealand che in questi giorni firma una corrispondenza sul tema.   Epidemia virus respiratorio nei bambini, terapie intensive piene di neonati Il virus Rsv provoca epidemie stagionali invernali e rappresenta il 60-80% dei ricoveri per bronchiolite, la causa più comune di ospedalizzazione per i neonati nei Paesi ad alto reddito. "A livello globale, i tassi d'infezione da Rsv e bronchiolite sono stati notevolmente bassi dall'inizio del 2020", fanno notare gli autori, Lee Hatter e colleghi. "Questo successo è stato attribuito all'attuazione di rigorosi interventi non farmacologici di sanità pubblica mirati al Covid-19". Tuttavia, sono state sollevate preoccupazioni circa il potenziale di epidemie di Rsv più gravi" in ​​un momento successivo "a causa del cosiddetto debito di immunità, un termine proposto per descrivere la scarsità di immunità protettiva derivante da lunghi periodi di bassa esposizione a un determinato patogeno", situazioni che lasciano la "maggior parte della popolazione suscettibile alla malattia".